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19 Settembre 2017Il Visconte dimezzato è un romanzo di Italo Calvino volto a far riflettere sul conflitto interiore dell’uomo, un conflitto tra bene e male; l’uomo si sente incompleto, si sente confuso, prova stati d’animo contrastanti: è fisicamente dimezzato.
Il romanzo é scritto in maniera amara, ma soprattutto in modo ironico e divertente; nonostante questo, per il messaggio che trasmette sembra quasi un libro filosofico.
Il Visconte Medardo di Terralba si reca in Boemia a combattere contro i Turchi. Colpito da una palla di cannone, viene medicato e riportato a casa a metà: sì, proprio diviso in due.
Tornato a casa comincia a compiere dispetti e malefatte, si scopre quindi che la parte tornata salva è la parte malvagia del Visconte.
Nel corso della storia alcune malefatte vengono misteriosamente riparate, da colui che sembra proprio il Visconte dimezzato; è invece la sua parte sinistra, quella buona, miracolosamente scampata alla morte.
Le due metà si scontrano, diventano perfino rivali in amore finché, infine, si uniscono facendo tornare intero il Visconte.
Nonostante emerga la fragilità dell’uomo, il suo essere spezzato, Calvino vuol far emergere la possibilità di scelta che l’uomo ha al fine di superare la negatività e la malvagità, di scegliere il bene al posto del male, senza mai perdere però, il tratto distintivo dell’uomo: la fallibilità.
Ogni personaggio descritto dall’autore, vuol far emergere la varietà dei caratteri, sentimenti e sensazioni dell’uomo.
La parte sinistra, il Buono, si presenta in modo esageratamente altruista e caritatevole, smodatamente benevolo; ciò sta a significare che anche nelle cose belle, bisogna comunque limitarsi: ci vuole equilibrio, ecco.
La parte destra, il Gramo, salvata per prima dal campo di battaglia, semina terrore nella città facendo dispetti a chiunque, inclusa la sua amata, Pamela, giovane contadina. E’ la prima in paese ad accorgersi delle due diverse metà del Visconte ed è grazie all’amore che queste provano per lei che si un’iranno.
Il narratore, il nipote di Medardo, è gentile con tutti, anche con la metà malvagia del Visconte; vive con lui nel castello e passa il tempo con il dottor Trelaway, medico inglese, ha sempre lavorato sulle navi. Cucirá lui le due metà del Visconte.
Nel romanzo, i lebbrosi che vivono a Pratofungo, dove si recherà la vecchia balia Sebastiana accusata ingiustamente dal Gramo di aver contratto la lebbra, non sono personaggi sofferenti: sono lussuriosi e passano le giornate cantando e ballando.
Il romanzo mi è piaciuto, con la sua vena ironica Calvino é riuscito a far riflettere su di un tema importante, forse più importante ai giorni nostri che a metà del XX secolo. Noi giovani di oggi ci sentiamo demotivati, senza uno scopo o una meta da raggiungere, in fondo siamo anche noi un po’ dimezzati. Quello che ci insegna Calvino è quindi l’equilibrio, la leggerezza, l’amore. Dovremmo un po’ tutti imparare a ricucirci e andare avanti, senza pensare alle ferite dell’anima.
Laura Rovetto