Fabio Rossi
27 Gennaio 2019Alberto Bairati
27 Gennaio 2019Relazione di narrativa sul romanzo L’ amico ritrovato di Fred Uhlman di Varliero Riccardo, Ceriani Simone, Tonella Marco
Titolo: L’amico ritrovato.
Autore: Fred Uhlman: Fred Uhlman non era uno scrittore di professione. Faceva l’avvocato ed era pittore. Ha lasciato pochi esperimenti letterari fra cui solo L’amico ritrovato era stato da lui destinato alla pubblicazione. Uhlman nacque nel 1901 a Stoccarda, capitale del Wurttemberg, nella Germania sud-occidentale. Frequentò a Stoccarda un liceo classico di gloriose tradizioni e in seguito, dopo la prima guerra mondiale, si laureò in legge. Ma non potè esercitare a lungo in patria la professione di avvocato che aveva intrapreso. Fu costretto ad interromperla nel 1933, quando in Germania iniziò la dittatura nazista di Hitler. Uhlman era democratico ed era ebreo; e agli oppositori il regime nazista negava ogni diritto di esprimersi. Agli ebrei poi negava anche il diritto di esistere e di vivere. Così, Uhlman lasciò la Germania nel 1933 e non vi fece più ritorno. Trascorse l’ultima parte della sua vita in Inghilterra, dove morì nel 1983.
Riassunto: Il libro descrive la storia di due ragazzi tra cui, dopo essersi conosciuti a scuola, nasce una solida amicizia. Anche le loro situazioni economiche erano totalmente diverse perché Hans era un ebreo figlio di un medico molto bravo e stimato, mentre Konradin era un “Von”, un nobile appartenente ad una delle più antiche e famose famiglie tedesche. Il giovane ebreo fin dalla prima volta che lo vede entrare nella sua classe lo inquadra come un possibile amico, che potrebbe farlo uscire dall’isolamento in cui si trovava fino ad allora, e fa di tutto per mettersi in mostra e farsi notare. Dopo qualche giorno e nonostante le apparenti difficoltà i due trovano subito interessi comuni, come il collezionare monete antiche e in breve tempo diventano molto amici, tanto che Hans invita il compagno anche a visitare la sua casa e a conoscere la sua famiglia. Konradin dopo qualche giorno fa lo stesso e lo invita a sua volta a visitare la sua enorme casa, ma solo in giorni caratterizzati dall’assenza dei genitori. Hans si rende conto di ciò, ma in un primo momento non ne tiene gran conto. Un giorno però va ad assistere ad un’opera teatrale alla quale presenziano anche l’amico e la sua famiglia. Konradin all’uscita lo vede ma non lo considera, dando una delusione molto forte ad Hans. Questo fatto indusse Hans a dubitare dell’amicizia e a chiedere spiegazioni all’amico che gli spiega che la sua famiglia era fortemente nazista e non tollerava per niente gli ebrei. Lui nonostante tutto non lo emarginava pur essendo a conoscenza della sua religione. Ma questa fu solo una delle difficoltà che portarono alla rottura dell’amicizia. Infatti, con l’affermarsi del nazismo Hans iniziò a essere emarginato anche a scuola, e la sua famiglia viene trattata con inferiorità da parte degli altri, anche se suo padre era stato un ufficiale tedesco decorato con la Croce di Ferro durante la Grande Guerra. Così i suoi genitori decisero che per lui sarebbe stato meglio se per un breve periodo si fosse trasferito a New York da dei cugini del padre, fino a quando la tempesta nazista non si fosse placata. Dovette accettare, seppur controvoglia, e si trasferì. In America si laureò in legge e fece carriera come avvocato. Intanto i suoi genitori, rimasti a Stoccarda, morirono a causa di una fuga di gas nella loro casa. In realtà, non volendo lasciare la loro terra e capendo i pericoli che il nazismo avrebbe procurato loro, il padre lasciò intenzionalmente il gas aperto. Un giorno il vecchio liceo di Hans gli spedì una lettera per la raccolta di fondi per la ristrutturazione dell’edificio e per la costruzione di un monumento in onore degli studenti caduti nella guerra. Allegata a questa vi era l’elenco degli allievi della scuola morti. Dopo un po di indecisione Hans decise di controllare chi della sua classe era caduto e scoprì che moltissimi dei suoi compagni erano morti. Tra di questi, per ultimo, dopo essere stato indeciso se cercare o no fino all’ultimo istante, controllò sotto la H” e vide che il suo caro amico Konradin von Hohenfels era stato ucciso perché appartenente a un complotto contro Hitler.
Personaggi: PERSONAGGI PRINCIPALI : Hans e Konradin.
PERSONAGGI SECONDARI : I genitori di Hans e quelli di Konradin.
PERSONAGGI DI SFONDO : I signori Bauer e i loro tre figli, Herr Pompetzki (il nuovo professore di storia).
COMPARSE : Il preside della scuola, La banda del Caviale”, Herr Zimmermann, Bollacher, Schulz.
NOMI : Cameriera dei Bauer, Max Loher (Max Muscolo), Hitler, Adalbert Fritz, Frank Kurt, Behrens Karl, Müller Hugo.
HANS : è un ragazzo sedicenne proveniente da una famiglia benestante, che frequenta il liceo Karl Alexander Gymnasium” di Stoccarda. E’ un ragazzo timido e riservato che non ha amici prima dell’arrivo di Konradin. Era abituato a stare con i compagni di classe, ma un po forzatamente. Con Konradin invece trova la sicurezza che aveva cercato perché assieme possono parlare dei loro segreti, su argomenti che coinvolgono la vita di ogni giorno, dai più banali a quelli invece più spinti.
KONRADIN : anche lui ragazzo sedicenne figlio di importanti aristocratici, persona raffinata, elegante e timida. Come quanto scritto nel libro, Hans capì che Konradin era bisognoso di amicizia.
BAUER : i vicini di casa di Hans. Non notevolmente presenti all’interno della storia ma ad un certo punto per lo stato d’animo dei due inseparabili amici.
HERR POMPETZKI : il nuovo professore di storia della classe del protagonista di notevole importanza, perché con la sua politica nazista e non tollerante fu la goccia che fa traboccare il vaso”. Da quella circostanza in poi Hans interruppe gradualmente ogni contatto con la Germania e i suoi abitanti”.
GENITORI DI HANS : Il padre è un famoso medico di origine ebraiche, orgoglioso del suo sangue tedesco, convinto che il nazismo fosse una malattia passeggera. E’ dunque ottimo medico, ma nel corso degli anni si era fatto conoscere anche come un ottimo soldato (era un ufficiale e ricevette la Croce di Ferro e la spada da ufficiale).
Sua madre invece veniva da Norimberga, dove era nato anche suo padre, avvocato.
Una volta alla settimana si trovava con le amiche, per la maggior parte mogli di medici, avvocati e banchieri (persone importanti dunque), andava all’Opera e a teatro.
GENITORI DI KONRADIN : La madre era una donna che odiava gli ebrei ed evitava qualsiasi contatto con loro. Forse il suo odio era nato dal fatto che proveniva da una importante famiglia polacca di origine reale che da tempo disprezzava quella gente. L’unico desiderio di suo padre invece, era quello di sentire grande il nome della sua dinastia, quella degli Hohenfels perché per lui non era importante la gente che gli stava intorno, se era ebrea o tedesca, povera o benestante.
Spazio: La maggior parte delle azioni narrate dal libro si svolgono a Stoccarda, in
Germania, in posti dove i due amici si incontrano, come la scuola fredda e inospitale che frequentano, il Karl Alexander Gymnasium” o le loro case. Specialmente viene descritta la camera di Hans, arredata come lui stesso aveva deciso, con appese al muro alcune copie di stampe giapponesi e di quadri famosi. Negli scaffali cerano dei libri di autori tedeschi e alcuni francesi, e in un angolo la vetrinetta con le sue collezioni di monete, coralli e i suoi denti di squalo. Invece la camera di Konradin non è descritta ampiamente, ma l’autore descrive abbastanza dettagliatamente la sua casa: appena entrati vi è una grande anticamera, da dove si procede salendo per una scala. Dopo aver attraversato un lungo corridoio, si raggiunge la camera. Alle pareti di tutta la casa erano appesi quadri e fotografie di ufficiali famosi. Alla fine invece l’ambiente si sposta in America, dove il protagonista si è ritirato per sfuggire alle persecuzioni razziste.
Tempo: Le vicende si svolgono durante il periodo nazista, nel periodo tra il
1932 e il 1933, quindi in un periodo storico, che viene descritto nelle pagine del libro mano a mano che la vita dei protagonisti passa e le vicende politiche intorno a loro mutano sensibilmente.
Stile: Il modo di raccontare è molto facile e avvincente, può essere capito da chiunque ed è comunque molto interessante. I fatti sono molto scorrevoli e trasmettono benissimo l’aridità del regime hitleriano e le situazioni psicologiche dei personaggi con una buona analisi. Ma soprattutto fa capire come il nazismo separò i due ragazzi e fece rompere una grande amicizia. Ma la vera amicizia che li legava era talmente forte che è riuscita a sopravvivere e a guerra finita, anche se solo spiritualmente, si ricongiungono. I difetti però sono state le frequenti, troppo frequenti espressioni in latino e tedesco, molte delle quali non sono neanche tradotte. E’ però un libro molto bello, piccolo al punto giusto e non troppo noioso, escluse le parti in cui l’autore sta a descrivere Konradin e la sua famiglia o quello che Hans fa per diventare suo amico.
Tecniche di presentazione delle parole e dei pensieri dei personaggi: prevalenza di parti dialogiche e riflessive. Prevalenza del presente e del passato nella costruzione delle frasi.
Narratore: Il narratore è interno, in quanto narra in prima persona le vicende. Infatti l’autore si immagina che uno dei due ragazzi, Hans, rievochi, narrando in prima persona, l’amicizia che ha riempito la sua adolescenza.
Tematiche: I temi messi maggiormente in evidenza in quest’opera sono sicuramente l’amicizia dei due ragazzi e la lotta per difenderla dagli ideali dei genitori di Konradin; se vogliamo anche l’incomprensione (la sera del teatro), l’insostenibilità di conservare tale amicizia quando le politiche naziste contro gli ebrei invadevano lentamente ma inesorabilmente tutto il Paese e di conseguenza la vergogna (che Konradin ebbe quando negli ultimi giorni doveva stare vicino ad Hans) , la forte umiliazione che lo stesso Hans provò quando vide che Hans non era ad aspettarlo come solitamente faceva.
Commento: E’ un libro breve, ma molto intenso e molto bello che si dirama in un tempo relativamente breve, ma pieno di fatti che possono cambiare la vita di ognuno.
Due momenti mi hanno colpito maggiormente: il primo è stato l’episodio dei Bauer e dell’incredulità di Hans, perché capisco la sofferenza di Hans nei confronti di quella povera famiglia, ormai rovinata per sempre del loro legame e su come affronta questa tragedia ipotizzando linesistenza di un dio buono e giusto.
Il secondo momento è quello del distacco dalle proprie origini per raggiungere la terra della speranza, e in quel caso è l’America. Lì ho trovato saggia la decisione dei suoi genitori (quelli di Hans) che decisero di far partire il figlio per non rischiare guai peggiori con quella politica insulsa e infondata come quella del Nazismo. D’altronde Hans non sacrificava la propria esistenza perché aveva già chiuso ogni legame anche con quell’amico di nome Konradin, un’amicizia che doveva renderli inseparabili ma che così non lo è stato.
Lavoro svolto da: Varliero Riccardo, Ceriani Simone, Tonella Marco