Il lampo di Giovanni Pascoli
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E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto; 5
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera.
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Situazione. Siamo di notte,
durante un temporale. Un lampo improvviso consente di
vedere con chiarezza il paesaggio (cielo e terra), ma solo per una
frazione di secondo;
– la terra è nera (livida) e
mossa dal vento: appare come se stesse ansimando affannosamente
(ansante, in sussulto);
– il cielo è pieno (ingombro) di
nuvole, anch’esso nero, disomogeneo (per le nuvole irregolari);
– nel nero generale il lampo fa apparire
per un istante una casa bianca (resa ancora più bianca
dalla luce del lampo stesso); il lampo è tacito (silenzioso), perché non
c’è ancora il tuono;
– questa casa fa venire in mente un
occhio spalancato, che per una frazione di secondo ha la possibilità
di vedere con chiarezza ciò che è celato dal buio (una
verità rivelata per un attimo, che mostra una realtà sconvolta).
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Impressionismo. Come al solito è adottata la tecnica impressionistica
della giustapposizione di immagini, senza connessioni logiche;
Espressionismo. Qui però c’è una novità: queste immagini hanno anche una
forte carica espressionistica: cioè non sono presentate in modo realistico, ma
deformato:
1) la terra è «ansante, livida, in sussulto», poiché sconvolta dal vento;
2) il cielo è «ingombro, tragico, disfatto», in quanto pieno di nuvole;
Questi elementi naturali sono personificati, e descritti come fossero esseri umani in preda ad
uno stato di profonda angoscia.
Proiezione soggettiva. Ma questo modo di rappresentare le cose rispecchia lo
?sconvolgimento della mente che guarda: il soggetto proietta i
propri sentimenti sulla natura circostante, che appare deformata in senso
negativo, rispecchiando i sentimenti stessi.
L’occhio.
L’aggettivo «esterrefatto», riferito all’occhio (a cui viene paragonata
la casa), mostra questa proiezione del sentimento soggettivo sulle cose.
– ma non solo:
per questa poesia Pascoli ha pensato una prefazione in prosa, che però è
rimasta inedita. Da questo testo veniamo a sapere che il lampo
è il bagliore emesso dal colpo di fucile che ha ucciso il padre; e
l’occhio, quindi, è quello del padre che, nell’istante di quel lampo,
visualizza l’idea della morte che sta per sopraggiungere (tutta la vita in un
attimo).
– Se non fosse per questa prosa noi non s’apremmo che il lampo è l’occhio del padre; ma Pascoli
ha deciso di non pubblicarla, e quindi è chiaro che il valore di questa poesia
vuole essere universale.
Stile. Lo stile impressionistico/espressionistico si nota anche in:
– l’inizio con «E…e…», rende l’attacco più sfumato, e dà l’idea di un qualcosa che nasce dal
nulla; inoltre rende il ritmo più incalzante, affannoso;
– l’aggettivazione: gli aggettivi riferiti a terra e celo sono a gruppi di tre,
collegati per asindeto; inoltre è da notare che sono tutti trisillabi, e quello
centrale è sempre sdrucciolo (virtuosismo pascoliano);
– la ripetizione «bianca bianca», e i verbi: «apparì sparì» e «s’aprì si chiuse», non
separati da virgole;
– lo stile nominale dei versi 2-3, senza il verbo;
Tutti questi elementi conferiscono concitazione allo stile.