Il tempo e gli spazi dell’illuminismo
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28 Dicembre 2019Il Manicheismo è una religione dualistica fondata dal profeta Mani (o Manicheo) nel III secolo d.C. in Persia (l’odierno Iran).
Origini del Manicheismo
Vita di Mani
Mani nacque il 14 aprile del 216 d.C. vicino a Ctesifonte, in Mesopotamia, all’interno dell’Impero Sasanide. Era figlio di una famiglia nobile e crebbe in un ambiente religioso, forse in una setta giudeo-cristiana chiamata gli Elcasaiti. All’età di 12 anni, Mani riferì di aver avuto la sua prima rivelazione divina, seguita da una seconda all’età di 24 anni. Queste visioni lo spinsero a proclamarsi il profeta di una nuova religione che avrebbe compreso e superato tutte le religioni precedenti.
Mani iniziò a predicare la sua dottrina e a comporre scritti sacri. Egli affermava di essere il “Sigillo dei Profeti”, una figura destinata a completare la rivelazione iniziata da Zoroastro, Buddha e Gesù, ponendosi come il messaggero finale di Dio. La religione manichea si diffuse rapidamente, grazie anche all’abilità missionaria di Mani e dei suoi discepoli, raggiungendo l’Impero Romano, l’Africa del Nord, e persino la Cina.
Dottrina del Manicheismo
Il Manicheismo è caratterizzato da un rigoroso dualismo cosmico, che oppone il regno della Luce (il Bene) al regno delle Tenebre (il Male). Secondo la dottrina manichea, l’universo è il campo di battaglia tra queste due forze primordiali.
- Il Bene: Rappresentato dalla Luce, associato a Dio e all’anima. Il mondo della Luce è eterno e perfetto, ed è governato dal Padre della Grandezza.
- Il Male: Rappresentato dalle Tenebre, associato alla materia e al corpo fisico. Il regno delle Tenebre è caotico e dominato dal Principe delle Tenebre.
L’umanità, secondo il Manicheismo, è intrappolata in un corpo materiale (parte del mondo delle Tenebre) ma possiede una scintilla divina (parte del mondo della Luce). La salvezza si ottiene attraverso l’ascetismo, la conoscenza (gnosi) e il rifiuto delle cose materiali, permettendo così alla scintilla di tornare al regno della Luce.
Diffusione e Influenza nell’Impero Romano
Il Manicheismo si diffuse rapidamente nell’Impero Romano grazie alla sua struttura missionaria e alla sua attrattiva universale, che riusciva a parlare sia agli intellettuali che alle classi popolari. La religione manichea giunse a Roma già nel III secolo d.C., dove trovò seguaci tra le élite e il popolo.
Tuttavia, il Manicheismo incontrò anche una forte opposizione da parte delle autorità romane e della Chiesa cristiana, che lo considerava una minaccia. L’imperatore Diocleziano, ad esempio, emise un editto nel 297 d.C. che condannava il Manicheismo come una religione pericolosa e sovversiva, ordinando la persecuzione dei suoi seguaci.
Nonostante le persecuzioni, il Manicheismo continuò a diffondersi per diversi secoli, influenzando numerosi pensatori e movimenti religiosi. Sant’Agostino, uno dei più grandi teologi cristiani, fu un seguace del Manicheismo per circa nove anni prima di convertirsi al cristianesimo, e molte delle sue opere successive riflettono il suo dibattito interiore con le idee manichee.
Declino
Con il passare dei secoli, il Manicheismo iniziò a declinare, soprattutto a causa delle persecuzioni, della competizione con altre religioni e della sua complessa dottrina dualistica che divenne difficile da mantenere in contesti culturali e religiosi mutati. Nell’Impero Romano, il Manicheismo fu praticamente sradicato entro la fine del V secolo, anche se continuò a sopravvivere in forma ridotta in Persia e in Asia centrale.
Conclusione
Il Manicheismo rappresenta un capitolo significativo nella storia delle religioni antiche, illustrando l’incontro tra culture diverse e l’evoluzione del pensiero religioso. La sua influenza si estese ben oltre la sua esistenza, lasciando tracce nel cristianesimo, nello gnosticismo e in varie tradizioni religiose successive.
Audio Lezioni di Storia Romana del prof. Gaudio
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