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Negli ultimi anni, nel dibattito sulla didattica per competenze, si è diffusa una visione un po’ troppo sbrigativa: quella secondo cui le Linee Guida dei percorsi tecnici e professionali sarebbero più “moderne” e orientate alle competenze, mentre le Indicazioni Nazionali dei Licei sarebbero ancora legate alla logica tradizionale dei programmi disciplinari.
Una posizione, a mio avviso, superficiale e spesso ideologica, talvolta legata più a simpatie o antipatie personali (qualcuno, ad esempio, non ama Max Bruschi e già questo basta per liquidare un intero documento) che a un’analisi attenta e oggettiva dei testi.
Io credo che serva invece una lettura più equilibrata e meno manichea.
Sì, è vero: il percorso di definizione delle Indicazioni Nazionali per i licei è stato diverso da quello delle Linee Guida per gli istituti tecnici e professionali. Ma questo non significa che i primi siano arretrati o poco innovativi.
Anzi.
Proprio sul terreno delle competenze, le Indicazioni Nazionali dei Licei offrono spunti più precisi, concreti e utili per la pratica didattica rispetto alle Linee Guida, spesso troppo generiche e poco incisive.
Prendiamo un esempio diretto, legato alla mia esperienza come insegnante di materie letterarie nel liceo.
Le Indicazioni Nazionali suggeriscono – e sottolineo: suggeriscono, non impongono – di privilegiare certi aspetti della lingua rispetto ad altri, in ottica di competenza.
Ad esempio: dare più spazio alla semantica e al lessico, e meno enfasi alla sintassi dei casi o del periodo, che pure hanno il loro valore, ma rischiano di appesantire una didattica ancora troppo centrata sul nozionismo.
Allo stesso modo, invitano a puntare sulla comprensione profonda dei testi piuttosto che su un’analisi narratologica fine a se stessa.
Questi non sono dettagli irrilevanti.
Sono indicazioni operative che aiutano concretamente i docenti a riconfigurare la propria didattica, spostandola dal semplice trasferimento di conoscenze verso lo sviluppo di abilità reali: leggere con senso critico, interpretare, argomentare, usare la lingua in modo consapevole.
Ecco, questo è un vero aiuto per la scuola delle competenze.
Le Linee Guida dei tecnici e dei professionali, al contrario, pur avendo obiettivi simili, spesso mancano di questa specificità.
Rimangono su un piano troppo astratto, con indicazioni generiche che, se non accompagnate da una forte progettazione d’istituto, rischiano di lasciare le cose come stanno.
E chi ci rimette?
Proprio gli studenti che, forse, avrebbero più bisogno di una didattica chiara, strutturata e orientata ai risultati: i ragazzi degli istituti tecnici e professionali.
Allora, invece di coltivare steccati ideologici tra “scuole di serie A” e “scuole di serie B”, sarebbe meglio riconoscere che talvolta sono proprio le Indicazioni Nazionali dei Licei a indicare la strada più avanzata verso la scuola delle competenze.
Basta saperle leggere.
E soprattutto, basta volerle leggere.
— Luigi Gaudio
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