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TRACCIA
ESAMI DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE PRIMA PROVA SCRITTA – PROVA DI ITALIANO – Sessione Ordinaria 2022
TIPOLOGIA B – ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO
PROPOSTA B2
Testo tratto da Oliver Sacks, Musicofilia, Adelphi, Milano, 2010, pp. 13-14.
Testo:
«È proprio strano vedere un’intera specie – miliardi di persone – ascoltare combinazioni di note prive di significato e giocare con esse: miliardi di persone che dedicano buona parte del loro tempo a quella che chiamano «musica», lasciando che essa occupi completamente i loro pensieri. Questo, se non altro, era un aspetto degli esseri umani che sconcertava i Superni, gli alieni dall’intelletto superiore descritti da Arthur C. Clarke nel romanzo Le guide del tramonto. Spinti dalla curiosità, essi scendono sulla Terra per assistere a un concerto, ascoltano educatamente e alla fine si congratulano con il compositore per la sua «grande creatività» – sebbene per loro l’intera faccenda rimanga incomprensibile. Questi alieni non riescono a concepire che cosa accada negli esseri umani quando fanno o ascoltano musica, perché in loro non accade proprio nulla: in quanto specie, sono creature senza musica.
Possiamo immaginare i Superni, risaliti sulle loro astronavi, ancora intenti a riflettere: dovrebbero ammettere che, in un modo o nell’altro, questa cosa chiamata «musica» ha una sua efficacia sugli esseri umani ed è fondamentale nella loro vita. Eppure la musica non ha concetti, non formula proposizioni; manca di immagini e di simboli, ossia della materia stessa del linguaggio. Non ha alcun potere di rappresentazione. Né ha alcuna relazione necessaria con il mondo reale.
Esistono rari esseri umani che, come i Superni, forse mancano dell’apparato neurale per apprezzare suoni o melodie. D’altra parte, sulla quasi totalità di noi, la musica esercita un enorme potere, indipendentemente dal fatto che la cerchiamo o meno, o che riteniamo di essere particolarmente «musicali». Una tale inclinazione per la musica – questa «musicofilia» – traspare già nella prima infanzia, è palese e fondamentale in tutte le culture e probabilmente risale agli albori della nostra specie. Può essere sviluppata o plasmata dalla cultura in cui viviamo, dalle circostanze della vita o dai particolari talenti e punti deboli che ci caratterizzano come individui; ciò non di meno, è così profondamente radicata nella nostra natura che siamo tentati di considerarla innata […].»
da Oliver Sacks, Musicofilia, Adelphi, Milano, 2010, pp. 13-14.
Comprensione e Analisi
Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.
- Riassumi il contenuto del brano e spiega il significato del termine “musicofilia”.
- Qual è l’atteggiamento che, secondo l’autore, i Superni hanno nei confronti della specie umana e del rapporto che essa ha con la musica?
- A tuo parere, cosa intende affermare Sacks quando scrive che l’inclinazione per la musica “può essere sviluppata o plasmata dalla cultura in cui viviamo, dalle circostanze della vita o dai particolari talenti e punti deboli che ci caratterizzano come individui”?
- A tuo giudizio, perché l’autore afferma che la musica non “ha alcuna relazione con il mondo reale”?
Produzione
Sulla base delle tue conoscenze, delle tue esperienze personali e della tua sensibilità, elabora un testo nel quale sviluppi il tuo ragionamento sul tema del potere che la musica esercita sugli esseri umani. Argomenta in modo tale che gli snodi del tuo ragionamento siano organizzati in un testo coerente e coeso.
SVOLGIMENTO
Analisi di ‘Musicofilia’ di Oliver Sacks
Il brano tratto da Musicofilia di Oliver Sacks ci invita a una profonda riflessione sulla natura enigmatica e universale della musica, interrogandosi sul perché una specie come quella umana dedichi così tanta parte della propria esistenza a “combinazioni di note prive di significato”. Attraverso l’espediente narrativo degli alieni “Superni” e la sua stessa lucida analisi, Sacks esplora il potere quasi inspiegabile che la musica esercita sull’essere umano, una “musicofilia” che sembra profondamente radicata nella nostra stessa natura.
Comprensione e Analisi
1. Riassumi il contenuto del brano e spiega il significato del termine “musicofilia”.
Il brano si apre con l’osservazione, quasi ironica, della stranezza di vedere miliardi di esseri umani dedicare tempo e pensieri a “combinazioni di note prive di significato” che chiamano “musica”. Questa perplessità è incarnata dagli alieni “Superni” di Arthur C. Clarke, creature dall’intelletto superiore che, pur curiosi, rimangono sconcertati e incapaci di comprendere cosa accada agli umani quando ascoltano o fanno musica, poiché loro, come specie, ne sono privi. Sacks prosegue argomentando che, nonostante la musica non abbia concetti, proposizioni, immagini o simboli come il linguaggio, e non abbia una relazione necessaria con il mondo reale, essa esercita un’enorme efficacia e un potere fondamentale sulla quasi totalità degli esseri umani. Questa inclinazione per la musica, che definisce “musicofilia”, è presente fin dalla prima infanzia, è universale in tutte le culture e probabilmente innata, sebbene possa essere sviluppata e plasmata da fattori culturali, dalle circostanze di vita e dalle peculiarità individuali.
Il termine “musicofilia”, nel contesto del testo, significa l’innata e profonda inclinazione, predisposizione o amore che la quasi totalità degli esseri umani possiede nei confronti della musica. È la tendenza, quasi intrinseca alla nostra natura come specie, a essere mossi, influenzati e totalmente assorbiti da combinazioni sonore che, a un livello meramente concettuale, potrebbero apparire “prive di significato”.
2. Qual è l’atteggiamento che, secondo l’autore, i Superni hanno nei confronti della specie umana e del rapporto che essa ha con la musica?
Secondo l’autore, i Superni hanno un atteggiamento di sconcerto e incomprensione nei confronti della specie umana e del suo rapporto con la musica. Essi sono “sconcertati” (r. 4) dal fatto che miliardi di persone dedichino così tanto alla musica, percepita da loro come “combinazioni di note prive di significato”. Nonostante la loro curiosità li spinga a scendere sulla Terra per assistere a un concerto, e nonostante la loro educazione li porti a congratularsi con il compositore per la “grande creatività”, l’intera faccenda “rimane incomprensibile” (r. 7) per loro.
Il motivo di questa incomprensione è radicale: “in loro non accade proprio nulla: in quanto specie, sono creature senza musica” (r. 8-9). Pur ammettendo che la musica abbia una “sua efficacia” e sia “fondamentale” nella vita degli esseri umani, i Superni non riescono a concepirne il come e il perché, data la sua astrazione e la sua mancanza di contenuto rappresentativo. La loro posizione è quella di un intelletto superiore ma privo dell’apparato sensoriale ed emotivo necessario per l’apprezzamento musicale.
3. A tuo parere, cosa intende affermare Sacks quando scrive che l’inclinazione per la musica “può essere sviluppata o plasmata dalla cultura in cui viviamo, dalle circostanze della vita o dai particolari talenti e punti deboli che ci caratterizzano come individui”?
Quando Sacks afferma che l’inclinazione per la musica “può essere sviluppata o plasmata dalla cultura in cui viviamo, dalle circostanze della vita o dai particolari talenti e punti deboli che ci caratterizzano come individui” (righe 20-22), intende sottolineare la natura complessa e multiforme della “musicofilia” umana, che è sì innata, ma non statica.
- Cultura: La cultura in cui si nasce e si cresce plasma profondamente il gusto musicale, le convenzioni estetiche e le modalità di fruizione della musica. Ogni cultura ha i propri generi, strumenti, scale, ritmi e tradizioni. La musica classica occidentale, il jazz, la musica africana, asiatica o latinoamericana, sono tutte espressioni diverse di questa stessa inclinazione innata, modellate da contesti culturali specifici. Ciò che è considerato “bello” o “armonioso” può variare notevolmente.
- Circostanze della vita: Le esperienze personali, gli eventi significativi, i contesti emotivi e sociali possono influenzare il modo in cui una persona si relaziona alla musica. Una canzone può diventare un simbolo di un momento particolare (un amore, un lutto, un trionfo), o la musica può assumere un ruolo terapeutico in determinate condizioni di vita (ad esempio, nella riabilitazione o nella gestione del dolore).
- Particolari talenti: Alcuni individui nascono con un’innata predisposizione musicale (orecchio assoluto, senso del ritmo, capacità compositiva) che permette loro di sviluppare abilità eccezionali nell’esecuzione o nella creazione musicale, plasmando la loro “musicofilia” in una forma più performativa o creativa.
- Punti deboli: Al contrario, “punti deboli” potrebbero riferirsi a condizioni neurologiche come l’amusia (l’incapacità di percepire e apprezzare la musica) o a specifiche idiosincrasie che limitano o modificano l’esperienza musicale di un individuo. Questo non nega l’innatezza della musicofilia generale, ma ne illustra le possibili variazioni o limitazioni a livello individuale.
In sintesi, Sacks suggerisce che l’amore per la musica è una caratteristica specie-specifica, ma la sua espressione, la sua percezione e il suo impatto sono dinamici e modellati da una complessa interazione tra predisposizioni innate e influenze esterne.
4. A tuo giudizio, perché l’autore afferma che la musica non “ha alcuna relazione con il mondo reale”?
Quando Sacks afferma che la musica “non ha concetti, non formula proposizioni; manca di immagini e di simboli, ossia della materia stessa del linguaggio. Non ha alcun potere di rappresentazione. Né ha alcuna relazione necessaria con il mondo reale” (righe 12-14), intende sottolineare la sua natura astratta e non referenziale.
Questo significa che:
- Non è rappresentativa in senso figurativo: A differenza della pittura (che raffigura un paesaggio), della scultura (che riproduce una forma) o della letteratura (che descrive eventi, personaggi, idee con parole), la musica non “rappresenta” direttamente oggetti, persone o eventi del mondo reale. Una melodia non è “triste” nello stesso modo in cui una frase descrive la tristezza; è la sensazione di tristezza che essa evoca in noi, non un’immagine di tristezza.
- Non è proposizionale o concettuale: Non veicola significati logici, non esprime affermazioni di verità o falsità, non argomenta in modo razionale. Non “dice” qualcosa sul mondo nel modo in cui lo fa una frase.
- Non ha un referente esterno intrinseco: Una sequenza di note non corrisponde di per sé a un oggetto o a un’idea definibile nel mondo esterno. La sua relazione con la realtà è indiretta, mediata dall’emozione o dall’associazione soggettiva.
Sacks non intende negare che la musica possa evocare immagini o suscitare concetti nell’ascoltatore (come quando una melodia ci fa pensare a un paesaggio o a una persona), ma sottolinea che queste non sono proprietà intrinseche della musica stessa, bensì reazioni o interpretazioni del cervello umano. Il suo potere risiede proprio nella sua capacità di agire direttamente sui nostri stati emotivi e cognitivi più profondi, senza passare per la mediazione della rappresentazione o del linguaggio.
Produzione
L’Armonia Ineffabile: Il Potere Misterioso della Musica sull’Essere Umano
Il testo di Oliver Sacks da Musicofilia ci conduce al cuore di un paradosso affascinante: come sia possibile che una specie così razionale come l’Homo Sapiens dedichi una parte così significativa della sua esistenza a un’arte che, a un’analisi puramente logica, sembrerebbe “priva di significato” e “senza alcuna relazione necessaria con il mondo reale”. Eppure, la musica esercita un potere immenso e quasi inspiegabile sugli esseri umani, permeando ogni aspetto della nostra vita, dalla culla alla tomba. Sono convinto che la forza della musica risieda proprio nella sua capacità di trascendere il linguaggio concettuale, di accedere direttamente alle nostre emozioni e ai nostri ricordi, e di fungere da potente collante sociale e culturale.
Il potere della musica si manifesta innanzitutto nella sua innatezza e universalità. Sacks parla di “musicofilia” come di un’inclinazione presente fin dalla prima infanzia e palese in tutte le culture. Questo dato è supportato da innumerevoli osservazioni: i bambini reagiscono al ritmo e alla melodia prima ancora di comprendere il linguaggio; ogni civiltà ha sviluppato forme musicali proprie, dai canti tribali alle sinfonie orchestrali. Ciò suggerisce che la musica non sia un mero prodotto culturale, ma una dimensione intrinseca all’essere umano, una sorta di “apparato neurale” (come lo definirebbero i Superni, pur non possedendolo) che risponde in modo unico agli stimoli sonori. Personalmente, ho sempre percepito come una melodia, anche senza parole, possa immediatamente influenzare il mio stato d’animo: una traccia ritmata può spingermi a muovermi o a concentrarmi, mentre una più lenta e armonica può indurre alla calma o alla riflessione. È un’azione diretta, quasi primitiva, che bypassa il filtro della ragione.
La forza più profonda della musica risiede proprio nella sua astrazione e nella sua capacità di bypassare il linguaggio concettuale. Come sottolinea Sacks, la musica “non ha concetti, non formula proposizioni; manca di immagini e di simboli”. È proprio questa mancanza di un significato denotativo che le conferisce una libertà emotiva unica. Non deve “dire” qualcosa in modo esplicito, ma può evocare un’infinità di sensazioni, atmosfere e stati d’animo. Una melodia può essere gioiosa, malinconica, epica, serena, senza dover raccontare una storia o descrivere una scena. Questo la rende uno strumento potentissimo per l’espressione emotiva: pensiamo a come un’orchestra sinfonica possa creare un senso di grandezza o di tragedia, o come una semplice ballata possa toccare le corde più intime della nostalgia. La musica è il linguaggio delle emozioni per eccellenza, permettendo di esprimere e di provare sensazioni che a volte le parole non riescono a catturare. Nella mia esperienza, l’ascolto di colonne sonore cinematografiche ha spesso amplificato l’impatto emotivo delle scene, dimostrando come la musica possa manipolare e arricchire la percezione, anche senza un legame diretto con la “realtà” della trama.
Inoltre, il potere della musica si manifesta nella sua capacità di essere plasmata dalla cultura e dalle circostanze della vita, diventando un fortissimo collante sociale e veicolo di memoria. Sebbene la musicofilia sia innata, la sua espressione è profondamente modellata dal contesto culturale. Ogni popolo ha i suoi canti tradizionali, le sue danze, i suoi inni nazionali che rafforzano l’identità collettiva e il senso di appartenenza. La musica è protagonista di riti sociali, religiosi e celebrativi, dalle feste popolari ai matrimoni, dai funerali alle proteste politiche. Ascoltare la stessa musica in un concerto dal vivo crea un senso di connessione e condivisione che trascende le differenze individuali. A livello personale, la musica è un potente archivio di ricordi. Una canzone può riportare alla mente un momento preciso della nostra vita, un volto, un luogo, un’emozione, con una vividezza che altre forme di memoria faticano a raggiungere. La musica diventa così la colonna sonora della nostra esistenza, un filo invisibile che lega passato e presente. Ricordo ancora come certe canzoni ascoltate durante l’adolescenza mi riportino immediatamente a quell’epoca, con tutte le sue emozioni e le sue atmosfere, riattivando un intero universo di ricordi.
In conclusione, la musica, pur sfuggendo alla logica e alla rappresentazione del mondo reale, esercita un potere immenso e ineffabile sugli esseri umani. La sua innata pervasività, la sua capacità di toccare direttamente le corde più profonde delle nostre emozioni, la sua funzione di collante sociale e di scrigno di memoria, ne fanno un’arte unica e indispensabile. Per quanto i “Superni” possano rimanere sconcertati da queste “combinazioni di note prive di significato”, per noi umani esse sono, e rimarranno, un linguaggio universale che arricchisce la nostra esperienza, ci connette gli uni agli altri e, in un modo misterioso ma inconfutabile, definisce una parte essenziale della nostra umanità.