Roberto Artl
27 Gennaio 2019Banners
27 Gennaio 2019Le tre classi
Nell’antica Roma, sin dai tempi più remoti, esisteva una divisione sociale.
La popolazione era suddivisa in Patrizi, Plebei e schiavi.
I Patrizi, pur essendo una minoranza costruivano il ceto dominante; le loro ricchezze e la legge a loro favore, davano loro privilegi e potere.
La plebe, che costituiva la maggioranza della popolazione, era costituita dalle persone più povere.
Molte le lotte tra queste due classi, anche interne, perché i plebei che individuarono le proprie capacità ed i mezzi di cui potevano disporre, cercavano sempre più di affermarsi nellurbe.
L’altra classe era costituita dagli schiavi, che non avevano la cittadinanza e non godevano di alcun diritto.
I Patrizi
Erano più ricchi di Roma, e detenevano il potere politico ed economico.
Il controllo politico lo attuavano attraverso le cariche in Senato, nelle magistrature civili e religiose della città.
Il potere economico, lo esercitavano grazie alle loro immense ricchezze.
I Patrizi erano finanzieri, commercianti, mercanti, esattori delle province.
Per loro essere romani era un vero prestigio. Potevano accedere alle cariche dello stato e partecipare ai Comizi Curiati.
Al tempo della monarchia, ( 753 – 509 A.C.) il Senato era composto solo da Patrizi. I Senatori per accedere alla carica, dovevano possedere almeno un milione di sesterzi.
I Plebei
Essi costituivano la grande maggioranza del popolo.
Tra i membri di questa classe vi erano insegnanti, medici, architetti e contadini.
Era gente che viveva alla giornata e che lo stato teneva buona concedendo grano gratis e biglietti per gli spettacoli.
A loro non era permesso prendere parte alle cariche dello stato.
I Plebei, stanchi delle ingiustizie subite dai Patrizi, nel 494 A.C., si ritirarono sul colle Aventino come forma di protesta.
I Patrizi allora mandarono un abile politico, Menenio Agrippa a trattare con loro e farli tornare nellurbe.
Una grande vittoria per i Plebei la ottenerono riuscendo a dare forza di legge alle loro decisioni assembleari, anche se restarono a lungo esclusi dalle decisioni più importanti adottate per la città.
Ma la vittoria più grande, fu quella di accedere alle cariche dello stato e di appendere le loro leggi scritte nel Foro romano.
Gli Schiavi
Comprati e venduti come merce, dovevano fare tutti i tipi di lavoro, anche quelli più umili e pericolosi come quelli in miniera.
Essi dipendevano da un padrone che aveva su di loro il diritto di vita e di morte.
Avevano solo il diritto di essere mantenuti dal padrone che talvolta dava loro una paga.
Uno schiavo liberato, che prendeva il nome di libero, si poteva riscattare ed avere una posizione più prestigiosa all’interno della popolazione ma mai ottenere la cittadinanza romana.
Essi potevano diventare gladiatori. I gladiatori combattevano contro le bestie feroci o fra di loro per far divertire la gente.
Gli schiavi erano in milioni la cui popolazione era costituita da: Sanniti, Umbri, Etruschi e di altre popolazioni che i Romani avevano conquistati.
Essi non erano uguali davanti alla legge.