VOLTI NUOVI E ABITI VECCHI
27 Gennaio 2019ALBA
27 Gennaio 2019tema svolto
Traccia:
Le recenti notizie sulle condizioni disperate dei profughi della regione del Darfur hanno riproposto il problema dei profughi e dei rifugiati politici. Fai delle riflessioni su questo avvenimento.
Svolgimento:
Nel Darfur è in atto un vero e proprio sterminio, per motivi etnico-religiosi, contro la popolazione animista e cattolica della zona, che ricorda tristi vicende del secolo scorso. Mi riferisco ad eccidi e pulizie etniche contro le minoranze da parte del regime nazista o di quello jugoslavo, per citarne solo alcuni.
Anche stavolta, come troppo spesso è capitato nel passato, la gente mostra indifferenza e disinformazione, e forse gli stessi giornali, presi a rincorrere fatti ritenuti egoisticamente a noi più vicini, hanno qualche colpa al proposito.
Invece, pur essendo lontani geograficamente da quella regione, non dovremmo essere indifferenti, anche perché abbiamo conosciuto personalmente la gravità del problema.
L’Italia, infatti, negli anni novanta, è stata oggetto di uno straordinario afflusso di albanesi, dapprima veri e propri profughi in fuga dal regime socialista, e poi immigrati per scopi economici, una volta che quel regime decadde.
Troviamo oggi in Darfur gli stessi problemi che ci hanno afflitto in quegli anni, come l’inadeguatezza delle strutture. In alcuni campi profughi sono ospitate 57.000 persone, quando potrebbero contenerne solo 26.000, e ancora oggi, relativamente agli immigrati che sbarcano sulle nostre coste, viviamo, pur se con proporzioni diverse, gli stessi problemi nei nostri centri di accoglienza.
Riprendendo a riflettere sul problema dei profughi, vale la pena di ricordare alle cause di questi disagi. Ancora una volta il motivo scatenante è una guerra. Già dopo la prima guerra mondiale e, ancor più, dopo la seconda, milioni di persone sono state costrette ad abbandonare il loro paese di nascita.
Per queste persone sradicate vi è poi il problema dell’inserimento in un paese di cui non conoscono la lingua, e dove spesso sono visti come intrusi pronti a togliere lavoro e privilegi alle popolazioni autoctone. Talvolta nella richiesta di più solidi sbarramenti contro coloro che vengono a cercare rifugio o aiuti si nascondono intolleranza e xenofobia, con la scusa che potrebbero diventare delinquenti se vengono accolti.
Spesso, inoltre, le strutture di accoglienza sono di carattere militare, e lovvia cautela che le circonda le trasforma, però, di fatto in ghetti chiusi e non comunicanti con l’esterno.
Per cui, dopo aver già subito la disgrazia dell’allontanamento dalla propria terra e dalle proprie famiglie, moltissimi profughi sono costretti a sopportare anche le discriminazioni subite nei luoghi di accoglienza. E’ per lo meno assurdo, oltre ad essere vergognoso, che debba essere questo, per loro, il prezzo da pagare per sottrarsi alle atrocità della guerra.
La situazione è completamente diversa per quei profughi che possono godere dell’appoggio di un associazione di volontariato, come la Caritas e le Organizzazioni Non Governative.
Questi volontari fanno molto per queste persone, anzitutto perché li trattano per quello che sono e non per quello che potrebbero essere: uomini bisognosi di aiuto e comprensione. Forse un piccolo contributo a favore di queste associazioni può essere utile per dare una mano a chi soffre per una condizione disagiata, della quale oltretutto non ha alcuna colpa personale.
Notabene: l’ispirazione per l’elaborazione di questo tema è venuta leggendo il seguente tema Il problema dei profughi in Italia. Si rimanda al sito www.skuola.net, sul quale è pubblicato quel tema, per altro materiale didattico gratuito e utilissimo per studenti e docenti.
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