In principio era Dylan
27 Gennaio 2019Alda Merini
27 Gennaio 2019
Relazione di narrativa di Chiara Cucchetti
classe IIIF – Liceo Bramante di Magenta – a.s. 2004/2005
1 TITOLO: Don Chisciotte
2 AUTORE: Miguel de Cervantes.
Miguel de Cervantes era uno scrittore spagnolo che nacque a Alcalà de Henares
nel 1547 e morì nel 1616 a causa dell’ idropisia di cui era affetto.
Cervantes fu mantenuto dal padre chirurgo (Rodrigo) e passò la sua
fanciullezza e la sua adolescenza in varie città.
Nel 1566, a Madrid, frequentò lo studio; nel 1568 venne in Italia e
da Roma fece un certificato di purezza di razza per potersi arruolare
nella fanteria spagnola.
Nel 1571 partecipò alla battaglia di Lepanto dove venne ferito al
petto e alla mano sinistra.
Dal 1572 al 1574 visse in Sicilia e a Napoli e partecipò alle
spedizioni di Navarino e di Tunisi.
Nel 1575 partì alla volta della Spagna col fratello per richiedere il
grado di capitano. La sua nave fu assalita dai corsari che condussero
i passeggeri schiavi ad Algeri.
Nel 1580 dopo quattro falliti tentativi di evasione, Miguel venne
infine riscattato dai padri trinitari.
Nel 1584 si stabilì a Madrid dove sposò Catalina de Salazar che non
convisse con lui fino al 1603 e non gli diede figli.
Nel 1585 pubblicò la sua prima opera.
Nel 1587 fu nominato commissario incaricato di requisire viveri da
destinare all’ approvvigionamento dell’ invincibile Armata.
Nel 1605 a Madrid uscì Don Chisciotte della Mancia.
Nel 1614 lavorò alla seconda parte di Don Chisciotte che pubblicò
nel 1615.
3 RIASSUNTO:In un paesino della Mancia (regione spagnola) viveva un uomo
con sua nipote ed una governante. Costui passava gran parte del
suo tempo leggendo poemi e romanzi cavallereschi, dei quali si
riempì talmente la testa che gli si prosciugò il cervello e perse il
giudizio. Decise così di imitare le gesta dei personaggi che
tanto amava, facendosi cavaliere errante. Partì, così in cerca
di avventure con indosso l’armatura dei suoi avi, insieme al
ronzino Ronzinante.Si battezzò don Chisciotte della Mancia e
decise che la donna per cui avrebbe lottato sarebbe stata una
dama del Toboso che, un tempo, lo aveva attirato e la ribattezzò
Dulcinea del Toboso.
Dopo aver cavalcato per ore vide una locanda che scambiò per
un castello dove venne investito cavaliere dal locandiere che lui
aveva scambiato per il castellano. All’alba stava per tornare al
suo villaggio quando udì grida e lamenti provenire dal bosco.
Erano le grida di un ragazzetto che veniva punito dal suo
padrone contadino per avergli perso delle pecore. Don
Chisciotte lo fece smettere, ma appena se ne andò questi
ricominciò a frustarlo. Continuando per il suo cammino Don
Chisciotte incontrò dei mercanti coi loro scudieri che scambiò
per cavalieri che aggredì perché avevano offeso la bella
Dulcinea del Toboso. Purtroppo Ronzinante inciampò e cadde
trascinandosi dietro il suo padrone e i mercanti ne
approfittarono per legnarlo. Lo trovò un contadino del suo villaggio e lo riportò a
casa dove lo aspettavano preoccupati il curato, il barbiere, la governante e la
nipote. Venne curato dalle ferite poi vennero bruciati tutti i libri e i romanzi
cavallereschi e decisero persino di murare la porta del suo studio.
Per due settimane rimase al suo villaggio, ma già si preparava ad andarsene in
compagnia di un contadino con poco sale in zucca al quale aveva detto che se gli
avrebbe fatto da scudiero avrebbe potuto far fortuna e diventare persino
governatore di un’isola. Poi una notte partirono senza salutare nessuno. A un tratto
don Chisciotte vide dei mulini a vento e, scambiandoli per dei giganti, gli si
scagliò contro e infilzò la lancia in una delle pale che lo sollevò insieme a
Ronzinante lasciandoli pio cadere rovinosamente. Proseguendo incontrarono poi
una scortata da servitori e don Chisciotte si lanciò all’assalto credendo che nella
carrozza vi fosse una dama rapita e gli venne mozzato l’orecchi durante il
combattimento con lo scudiero. La sera furono accolti da dei caprai che offrirono
loro da mangiare e guarirono l’orecchio di don Chisciotte. Rimasero due giorni
coi caprai poi ripartirono e, nelle ore più calde, si fermarono ad un ruscello dove
Ronzinante cercò di avvicinare delle cavalle che però lo accolsero a suon di calci
e i loro guardiani lo presero a bastonate. Don Chisciotte corse in aiuto del suo
ronzino, ma fu preso a bastonate anche lui. Si rimisero in viaggio e arrivarono
presso una locanda che don Chisciotte scambiò per un castello. Le locandiere li
curarono dalle ferite e li ospitarono per la notte. Il giorno dopo si imbatterono in
una mandria di pecore che don Chisciotte aveva assalito perché l’aveva scambiata
per un esercito, e fu picchiato a sangue dai pastori imbestialiti. Ripresero il
cammino e a sera si fermarono a riposare in un bosco per poi ripartire il giorno
dopo. A un tratto incontrarono un uomo, su un somaro, con in testa un catino che
don Chisciotte scambiò per un elmo d’oro; assalì così il pover uomo che scappò
lasciando a terra il catino. Proseguendo lungo il cammino incontrarono dei forzati
che don Chisciotte liberò, ma questi lo ringraziarono a suon di sassate. Don
Chisiotte e il suo scudiero scapparono e cavalcarono fino a sera. Quella notte uno
dei forzati liberati da don Chisciotte rubò il somaro di Sancio e il suo padrone gli
offrì tre asini della sua stalla; così Sancio si avviò verso il suo villaggio e lungo il
cammino incontrò il curato e il barbiere che riuscirono a ingabbiarlo e a riportarlo
a casa. Presto ripartirono e si imbatterono in un misterioso cavaliere, che poi
scoprirono essere un loro compaesano. Poco dopo incontrarono un gentiluomo che
li invitò a casa sua e, mentre gli faceva strada, incontrarono degli uomini che
portavano due leoni in dono al re. Don Chisciotte, credendo fosse una prova di
coraggio, fece liberare un leone che lui stesso fece tornare in gabbia.
Sancio e il suo padrone rimasero a casa del gentiluomo per due giorni, poi
ripresero il cammino e incontrarono un duca e una duchessa che li ospitarono e
che, insieme agli altri duchi, si divertirono a torturare i due poveretti con scherzi di
cattivo gusto. Col passare dei giorni i duchi si pentirono di come li avevano trattati
e li lasciarono andare.
I due incontrarono il cavaliere dalla bianca l’una che sconfisse
don Chisciotte e questo dovette tornare al villaggio dove finì i suoi giorni.
4 PERSONAGGI:-Don Chisciotte: è il protagonista della storia che,
rincitrullito da storie cavalleresche lascia il villaggio in cerca di avventure. E un
soggetto alquanto strano che, nonostante i lividi e le ossa rotte causate dalle
battaglie combattute, continua il suo viaggio in compagnia del suo scudiero.
– Sancio: scudiero di don Chisciotte; decide di seguire don Chisciotte nelle sue
avventure perché questi gli aveva promesso di farlo governatore di un’isola.
– La nipote e la governante di don Chisciotte: le due povere donne stavano in
pensiero giorno e notte per don Chisciotte e chiedono aiuto al barbiere e al curato
per riportarlo a casa.
– Il barbiere e il curato: riescono a riportare a casa don Chisciotte per ben due volte
poi giocano d’astuzia per farlo tornare definitivamente al villaggio.
5 SPAZIO:La vicenda si svolge in luoghi aperti che fanno da sfondo alle vicende
narrate .
6 TEMPO:i fatti narrati si inseriscono in un periodo di tempo non definito; la
vicenda si svolge in un paio di mesi circa. Prevalgono scene in cui l’azione scorre
sotto i nostri occhi con la stessa velocità con cui stiamo leggendo.
7 STILE:L’autore utilizza un linguaggio italiano con un registro colloquiale.
8 TECNICHE DI PRESENTAZIONE DELLE PAROLE E DEI PENSIERI DEI PERSONEGGI: Prevale il discorso diretto.
9 NARRATORE:Il narratore racconta i fatti come uno spettatore esterno e
assume il punto di vista del lettore.
10 TEMATICHE:il testo fa riflettere sulle condizioni di don Chisciotte e sono
presenti varie idee a seconda del pensiero dei vari personaggi. Il testo rappresenta
la mentalità e il modo di vedere le cose dell’epoca in cui è stato scritto.
11 COMMENTO:Don Chisciotte non è stato molto di mio gradimento perché
non fa parte del genere di libri che preferisco.
Chiara Cucchetti