
Riassunto dell’ ottavo canto dell’ Orlando furioso di Ludovico Ariosto…
6 Agosto 2015


Riassunto del decimo canto dell’ Orlando furioso di Ludovico Ariosto –…
6 Agosto 2015
Canto IX
Sommario. – Potenza d’amore – Orlando, percorrendo la Francia in cerca di
Angelica, viene a conoscere la legge di Ebuda – Orlando vuol prendere parte
all’impresa contro Ebuda, ma una tempesta lo spinge sulla Schelda a San Malo
– Il vecchio canuto ° l’infelice amore di Olimpia e di Bireno – Orlando
uccide Cimosco e libera Bireno – Orlando getta in mare Varchibugio e si
avvia ad Ebuda – Nozze di Olimpia e di Biréno.
Angelica, viene a conoscere la legge di Ebuda – Orlando vuol prendere parte
all’impresa contro Ebuda, ma una tempesta lo spinge sulla Schelda a San Malo
– Il vecchio canuto ° l’infelice amore di Olimpia e di Bireno – Orlando
uccide Cimosco e libera Bireno – Orlando getta in mare Varchibugio e si
avvia ad Ebuda – Nozze di Olimpia e di Biréno.
Potenza d’amore (1-2) –
Amore può spingere ad ogni eccesso. Così Orlando per Angelica dimentica il suo
imperatore e il suo Dio.
Amore può spingere ad ogni eccesso. Così Orlando per Angelica dimentica il suo
imperatore e il suo Dio.
Orlando, percorrendo la Francia
in cerca di Angelica, viene a conoscere la legge di Ebuda
in cerca di Angelica, viene a conoscere la legge di Ebuda
(3-13) – Orlando, avvolto
nelle sue nere insegne, va errando di notte nel campo saraceno, dove i nemici,
per effetto della recente pioggia, si trovano sparsi qua e là sotto alberi e
tetti, immersi nel sonno. Egli avrebbe potuto ucciderli, ma sdegna di assalirli
così all’improvviso, e, quando viene il giorno, favorito dalla buona conoscenza
della lingua africana, interroga questo e quello per sapere qualche cosa della
sua donna, ma inutilmente. Dopo essersi fermato qui tre giorni, percorre, tra
l’ottobre e la primavera, la Francia, PAlvernia, la Guascogna e molte altre
regioni.
nelle sue nere insegne, va errando di notte nel campo saraceno, dove i nemici,
per effetto della recente pioggia, si trovano sparsi qua e là sotto alberi e
tetti, immersi nel sonno. Egli avrebbe potuto ucciderli, ma sdegna di assalirli
così all’improvviso, e, quando viene il giorno, favorito dalla buona conoscenza
della lingua africana, interroga questo e quello per sapere qualche cosa della
sua donna, ma inutilmente. Dopo essersi fermato qui tre giorni, percorre, tra
l’ottobre e la primavera, la Francia, PAlvernia, la Guascogna e molte altre
regioni.
Un giorno giunge ad un fiume, che
divide la Normandia dalla Bretagna, e che, per il gonfiarsi delle acque,
divide la Normandia dalla Bretagna, e che, per il gonfiarsi delle acque,
aveva trascinato via il ponte.
Mentre cerca un guado, vede venire verso di lui una donzella sopra un battello,
la quale si dice disposta a traghettarlo, purché egli prometta di partecipare
alla spedizione che il re d’Ibernia sta preparando contro l’isola di Ebuda, i
cui abitanti rapiscono tutte le donne che trovano, per farle divorare da
un’orca.
Mentre cerca un guado, vede venire verso di lui una donzella sopra un battello,
la quale si dice disposta a traghettarlo, purché egli prometta di partecipare
alla spedizione che il re d’Ibernia sta preparando contro l’isola di Ebuda, i
cui abitanti rapiscono tutte le donne che trovano, per farle divorare da
un’orca.
Orlando vuol prendere parte
all’impresa contro Ebuda, ma una tempesta lo spinge sulla Schelda a San Malo
(14-17) – Orlando, sospettando che fra le donne destinate al mostro possa
trovarsi la sua Angelica, si dichiara pronto a prendere parte all’impresa; e il
giorno seguente si imbarca per l’Inghilterra. Ma, quando è già in vista delle
bianche scogliere che hanno fruttato all’Inghilterra il nome di Albione, il
vento muta improvvisamente direzione e spinge la nave alla foce della Schelda.
all’impresa contro Ebuda, ma una tempesta lo spinge sulla Schelda a San Malo
(14-17) – Orlando, sospettando che fra le donne destinate al mostro possa
trovarsi la sua Angelica, si dichiara pronto a prendere parte all’impresa; e il
giorno seguente si imbarca per l’Inghilterra. Ma, quando è già in vista delle
bianche scogliere che hanno fruttato all’Inghilterra il nome di Albione, il
vento muta improvvisamente direzione e spinge la nave alla foce della Schelda.
– Storia di Olimpia e Bireno;
L’isola di Ebuda –
L’isola di Ebuda –
Il vecchio canuto e l’infelice
amore di Olimpia e di Bireno (18-56) Non appena la nave tocca terra, si fa
incontro ad Orlando un vecchio canuto, il quale lo prega di recarsi da una
donzella, o di permettere che questa venga da lui, per consiglio ed aiuto. Il
Paladino si presenta senza indugio alla fanciulla, e la trova vestita a lutto,
in un palazzo tutto addobbato di nero.
amore di Olimpia e di Bireno (18-56) Non appena la nave tocca terra, si fa
incontro ad Orlando un vecchio canuto, il quale lo prega di recarsi da una
donzella, o di permettere che questa venga da lui, per consiglio ed aiuto. Il
Paladino si presenta senza indugio alla fanciulla, e la trova vestita a lutto,
in un palazzo tutto addobbato di nero.
Costei, dopo averlo accolto molto
cortesemente, gli dichiara di essere Olimpia, figlia del conte d’Olanda, che
l’amava teneramente. Un giorno capitò alla reggia Bireno, duca di Selandia, che
si recava in Biscaglia e combattere contro i Mori. Essa lo amò riamata, e quando
egli, dopo un soggiorno di quaranta giorni, partì per la sua destinazione, si
giurarono entrambi eterna fede e stabilirono per il suo ritorno le nozze. Ma
appena partito Bireno, il re di Frisa. Cimosco, la chiese in isposa per il
proprio figlio Arbante; e poiché essa, preferendo la morte a quell’unione,
oppose un netto rifiuto, Cimosco tanto se ne adontò che mosse guerra al suo
regno. Egli, oltre ad essere robusto e potente, possiede anche un’arma nuova e
formidabile, che consiste in un ferro bucato, lungo due braccia, in cui si
mettono polvere e palle, e poi, col lieve tocco di uno spiraglio, si produce una
terribile esplosione. Quest’uomo sleale riuscì, con tale arma, a porre due volte
in rotta il campo olandese, uccidendo i due fratelli di lei e lo stesso suo
padre. Impadronitosi del regno, di cui essa era rimasta unica erede, le fece
sapere che non avrebbe cessato la guerra se non avesse acconsentito alle nozze
con Arbante. Essa, per la fede data a Bireno, e per l’odio contro lo
sterminatore dei suoi congiunti, rifiutò ancora con disdegno; ma i suoi sudditi,
temendo il peggio, vista la sua ostinazione, la consegnarono al tiranno. Questi
le assicurò la vita e il regno, purché non insistesse nel suo rifiuto; e allora
essa finse di acconsentire, ma intanto prese accordi con due fratelli, che le
erano molto fidati, trattenendone uno con sé in Olanda e mandando l’altro in
Fiandra ad allestirvi una nave. Frattanto, mentre si stavano facendo i
preparativi delle nozze, si sparse la notizia che Bireno giungeva dalla
Biscaglia con una flotta per darle aiuto. Allora Cimosco gli mosse incontro, lo
sconfisse e lo fece prigioniero. Essa, costretta a sposare l’odiato Arbante, lo
fece trucidare la stessa sera delle nozze con un colpo d’accetta da quello dei
due fratelli che aveva trattenuto presso di sé; poi si fece calare con una fune
dalla finestra nel mare, dove l’attendeva l’altro fratello sulla nave
precedentemente allestita. In tal modo Cimosco, quando tornò con Bireno
prigioniero, trovò, invece di nozze e di gaudio, lutti e lacrime. Allora,
desideroso di vendetta, pensò di valersi di Bireno come ostaggio, stabilendo che
gli avrebbe dato la morte, se entro un anno non avesse trovato modo, per forza o
per inganno, di dargli Olimpia in suo potere. Essa, per suo conto, tentò ogni
mezzo per liberare Bireno, corrompendo i carcerieri e ricorrendo per aiuto agli
Inglesi e agli Alemanni, ma non riuscì che a consumare tutti i suoi tesori. Ora
non le rimane che consegnarsi al tiranno, ma teme che egli non mantenga
perfidamente i patti e faccia strazio non solo di lei, ma anche del suo amico.
Perciò vorrebbe, quando si consegnerà, essere accompagnata da un cavaliere, che
costringa a mettere in libertà Bireno; ma finora non ha trovato alcuno che si
sia offerto per tale impresa, perché tutti temono quella diabolica arma da
fuoco.
cortesemente, gli dichiara di essere Olimpia, figlia del conte d’Olanda, che
l’amava teneramente. Un giorno capitò alla reggia Bireno, duca di Selandia, che
si recava in Biscaglia e combattere contro i Mori. Essa lo amò riamata, e quando
egli, dopo un soggiorno di quaranta giorni, partì per la sua destinazione, si
giurarono entrambi eterna fede e stabilirono per il suo ritorno le nozze. Ma
appena partito Bireno, il re di Frisa. Cimosco, la chiese in isposa per il
proprio figlio Arbante; e poiché essa, preferendo la morte a quell’unione,
oppose un netto rifiuto, Cimosco tanto se ne adontò che mosse guerra al suo
regno. Egli, oltre ad essere robusto e potente, possiede anche un’arma nuova e
formidabile, che consiste in un ferro bucato, lungo due braccia, in cui si
mettono polvere e palle, e poi, col lieve tocco di uno spiraglio, si produce una
terribile esplosione. Quest’uomo sleale riuscì, con tale arma, a porre due volte
in rotta il campo olandese, uccidendo i due fratelli di lei e lo stesso suo
padre. Impadronitosi del regno, di cui essa era rimasta unica erede, le fece
sapere che non avrebbe cessato la guerra se non avesse acconsentito alle nozze
con Arbante. Essa, per la fede data a Bireno, e per l’odio contro lo
sterminatore dei suoi congiunti, rifiutò ancora con disdegno; ma i suoi sudditi,
temendo il peggio, vista la sua ostinazione, la consegnarono al tiranno. Questi
le assicurò la vita e il regno, purché non insistesse nel suo rifiuto; e allora
essa finse di acconsentire, ma intanto prese accordi con due fratelli, che le
erano molto fidati, trattenendone uno con sé in Olanda e mandando l’altro in
Fiandra ad allestirvi una nave. Frattanto, mentre si stavano facendo i
preparativi delle nozze, si sparse la notizia che Bireno giungeva dalla
Biscaglia con una flotta per darle aiuto. Allora Cimosco gli mosse incontro, lo
sconfisse e lo fece prigioniero. Essa, costretta a sposare l’odiato Arbante, lo
fece trucidare la stessa sera delle nozze con un colpo d’accetta da quello dei
due fratelli che aveva trattenuto presso di sé; poi si fece calare con una fune
dalla finestra nel mare, dove l’attendeva l’altro fratello sulla nave
precedentemente allestita. In tal modo Cimosco, quando tornò con Bireno
prigioniero, trovò, invece di nozze e di gaudio, lutti e lacrime. Allora,
desideroso di vendetta, pensò di valersi di Bireno come ostaggio, stabilendo che
gli avrebbe dato la morte, se entro un anno non avesse trovato modo, per forza o
per inganno, di dargli Olimpia in suo potere. Essa, per suo conto, tentò ogni
mezzo per liberare Bireno, corrompendo i carcerieri e ricorrendo per aiuto agli
Inglesi e agli Alemanni, ma non riuscì che a consumare tutti i suoi tesori. Ora
non le rimane che consegnarsi al tiranno, ma teme che egli non mantenga
perfidamente i patti e faccia strazio non solo di lei, ma anche del suo amico.
Perciò vorrebbe, quando si consegnerà, essere accompagnata da un cavaliere, che
costringa a mettere in libertà Bireno; ma finora non ha trovato alcuno che si
sia offerto per tale impresa, perché tutti temono quella diabolica arma da
fuoco.
Orlando uccide Cimosco e libera
Bireno (57-88) – Orlando, udendo tutto ciò, promette alla fanciulla, senza
diffondersi in troppe parole, che salverà non solo Bireno, ma anche lei stessa
insieme con lui. Il giorno stesso salpano col vento in poppa, e dopo tre giorni
giungono in Olanda.
Bireno (57-88) – Orlando, udendo tutto ciò, promette alla fanciulla, senza
diffondersi in troppe parole, che salverà non solo Bireno, ma anche lei stessa
insieme con lui. Il giorno stesso salpano col vento in poppa, e dopo tre giorni
giungono in Olanda.
Orlando lascia Olimpia sulla nave,
perché vi attenda il lieto annuncio della vittoria; poi, sopra un robusto
cavallo (che non è il suo Brigliadoro, che ha lasciato in Bretagna), arriva a
Dordrecht, dove trova sulla porta molta gente armata, sia per precauzione,
essendo la signoria nuova, sia perché è corsa voce che un cugino di Bireno viene
con una flotta dalla Selandia per liberarlo. Il Paladino, per mezzo di uno di
questi armati, manda subito una sfida a Cimosco, promettendo che, se sarà vinto,
gli consegnerà la fanciulla; se vincitore, il re gli consegnerà Bireno. Cimosco,
ritenendo che, una volta preso il cavaliere, avrà nelle mani anche la donna,
pensa di ricorrere alla frode. Manda trenta uomini alle spalle del Paladino,
mentre egli con altrettanti armati esce dalla porta; ma, credendo di riuscire
facilmente nel suo intento, non prende con sé la formidabile arma da fuoco.
Orlando, benché colto di sorpresa, rompe tosto il cerchio degli assalitori,
infilza con la lancia sette di essi come ranocchi, e poi, impugnata la spada,
uccide ad ogni colpo un nemico. Cimosco, rammaricandosi di non aver portato con
sé l’arma fatale, ordina ai suoi di recargliela; ma costoro, che si sono ormai
messi in salvo in città, non osano venir fuori. Allora il re si dà alla fuga,
mentre Orlando, che lo insegue, si impadronisce del ponte e delle due porte.
Poi, fattosi portare l’archibugio, si apposta in attesa del Paladino, e, non
appena questi passa, gli tira un colpo che fa tremare la terra. Ma sia per
l’agitazione, sia per volontà divina, il colpo, invece di raggiungere il
cavaliere, raggiunge il cavallo, che stramazza al suolo. Allora Orlando,
rialzatosi più forte e più agile di prima, scatta come una polveriera colpita
dal fulmine, e, mentre Cimosco sul suo cavallo si volge a fuga precipitosa, il
Paladino lo raggiunge a piedi e gli spacca con la spada la testa. Intanto giunge
nella città il cugino di Bireno col suo esercito; e il popolo, che era stato
avverso alle nequizie di Cimosco e a tutta la gente di Frisa dà man forte ai
Selandesi e si schiera contro i Frisoni.
perché vi attenda il lieto annuncio della vittoria; poi, sopra un robusto
cavallo (che non è il suo Brigliadoro, che ha lasciato in Bretagna), arriva a
Dordrecht, dove trova sulla porta molta gente armata, sia per precauzione,
essendo la signoria nuova, sia perché è corsa voce che un cugino di Bireno viene
con una flotta dalla Selandia per liberarlo. Il Paladino, per mezzo di uno di
questi armati, manda subito una sfida a Cimosco, promettendo che, se sarà vinto,
gli consegnerà la fanciulla; se vincitore, il re gli consegnerà Bireno. Cimosco,
ritenendo che, una volta preso il cavaliere, avrà nelle mani anche la donna,
pensa di ricorrere alla frode. Manda trenta uomini alle spalle del Paladino,
mentre egli con altrettanti armati esce dalla porta; ma, credendo di riuscire
facilmente nel suo intento, non prende con sé la formidabile arma da fuoco.
Orlando, benché colto di sorpresa, rompe tosto il cerchio degli assalitori,
infilza con la lancia sette di essi come ranocchi, e poi, impugnata la spada,
uccide ad ogni colpo un nemico. Cimosco, rammaricandosi di non aver portato con
sé l’arma fatale, ordina ai suoi di recargliela; ma costoro, che si sono ormai
messi in salvo in città, non osano venir fuori. Allora il re si dà alla fuga,
mentre Orlando, che lo insegue, si impadronisce del ponte e delle due porte.
Poi, fattosi portare l’archibugio, si apposta in attesa del Paladino, e, non
appena questi passa, gli tira un colpo che fa tremare la terra. Ma sia per
l’agitazione, sia per volontà divina, il colpo, invece di raggiungere il
cavaliere, raggiunge il cavallo, che stramazza al suolo. Allora Orlando,
rialzatosi più forte e più agile di prima, scatta come una polveriera colpita
dal fulmine, e, mentre Cimosco sul suo cavallo si volge a fuga precipitosa, il
Paladino lo raggiunge a piedi e gli spacca con la spada la testa. Intanto giunge
nella città il cugino di Bireno col suo esercito; e il popolo, che era stato
avverso alle nequizie di Cimosco e a tutta la gente di Frisa dà man forte ai
Selandesi e si schiera contro i Frisoni.
Bireno, restituito a libertà,
rende grazie ad Orlando, e tutti insieme muovono alla nave, su cui Olimpia stava
in attesa. II popolo la rimette esultante sul trono, ed essa
rende grazie ad Orlando, e tutti insieme muovono alla nave, su cui Olimpia stava
in attesa. II popolo la rimette esultante sul trono, ed essa
fa dono del regno al suo amato
Bireno. Questi, chiamato da altre cure, affida il governo al cugino e parte con
la sposa per la Selandia, conducendo con sé come ostaggio la figlia di Cimosco,
che destina a un suo fratello minore. Orlando getta in mare l’archibugio e si
avvia ad Ebuda (88-93(. – Nello stesso giorno parte anche Orlando, portando come
bottino soltanto l’archibugio, non per usarlo a propria vantaggio, poiché è da
vile combattere con superiorità di mezzi, ma per distruggerlo. Infatti, giunto
in alto mare, lo scaglia nel più profondo con un grido di imprecazione. Poi
volge la prora per Ebuda, sempre temendo per Angelica.
Bireno. Questi, chiamato da altre cure, affida il governo al cugino e parte con
la sposa per la Selandia, conducendo con sé come ostaggio la figlia di Cimosco,
che destina a un suo fratello minore. Orlando getta in mare l’archibugio e si
avvia ad Ebuda (88-93(. – Nello stesso giorno parte anche Orlando, portando come
bottino soltanto l’archibugio, non per usarlo a propria vantaggio, poiché è da
vile combattere con superiorità di mezzi, ma per distruggerlo. Infatti, giunto
in alto mare, lo scaglia nel più profondo con un grido di imprecazione. Poi
volge la prora per Ebuda, sempre temendo per Angelica.
Nozze di Olimpia e di Bireno
(94) – Intanto hanno luogo in Olanda le nozze fra Olimpia e Bireno, col
proposito di celebrarle più sontuosamente in Selandia: ma nuovi accidenti
giungono a turbarle.
(94) – Intanto hanno luogo in Olanda le nozze fra Olimpia e Bireno, col
proposito di celebrarle più sontuosamente in Selandia: ma nuovi accidenti
giungono a turbarle.