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ESAMI DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE PRIMA PROVA SCRITTA – PROVA DI ITALIANO – Sessione Straordinaria 2019
TRACCIA TIPOLOGIA C – RIFLESSIONE CRITICA DI CARATTERE ESPOSITIVO-ARGOMENTATIVO SU TEMATICHE DI ATTUALITÀ
PROPOSTA C1
Fonte: Ivano Dionigi, Il presente non basta, Mondadori, Milano 2016, pp. 99-102, p.105.
BRANO DI RIFERIMENTO
«[…] Lo studio e il diritto allo studio, assicurato dalla Costituzione (art. 34), si caricano ai giorni nostri di valenze e urgenze inedite, in un “nuovo mondo” creato dalle tecnologie e dalle scienze. Si pensi agli scenari della cosmologia scientifica, alle frontiere della fisica pura e applicata, alle domande della e sulla genetica, per non dire delle acquisizioni di informatica e scienze cognitive.
Dobbiamo attrezzarci per capire e renderci amico questo futuro carico di complessità e incognite, perché sono in gioco e in discussione le nostre identità consolidate e rassicuranti: l’identità culturale, incalzata dall’avvento di culture altre; l’identità professionale, scalzata dai robot; e la stessa identità personale, che vede tramontare le parole “padre” e “madre” così come le abbiamo pronunciate e vissute per millennii.
Di fronte a tali rivoluzioni, la scuola rimane, a mio avviso, la realtà più importante e più nobile alla quale consegnare queste sfide […] La parola “scuola” evoca una stagione della nostra vita, un titolo di studio, […], il ricordo di un ottimo insegnante, l’origine dei nostri fallimenti o successi. […] Essa è il luogo dove si formano cittadini completi e […] si apprende il dialogo: parola da riscoprire in tutta la sua potenza e nobiltà. […]
Dove c’è dialogo non c’è conflitto; perché i conflitti sono di ignoranza e non di cultura. […]
Compito della scuola è mettere a confronto splendore e nobiltà sia del passato che del presente; insegnare che le scorciatoie tecnologiche uccidono la scrittura; ricordare ai ragazzi che la vita è una cosa seria e non tutto un like; formare cittadini digitali consapevoli, come essa ha già fatto nelle precedenti epoche storiche con i cittadini agricoli, i cittadini industriali, i cittadini elettronici; convincere che la macchina non può sostituire l’insegnante; dimostrare che libro e tablet non sono alternativi e rivali ma diversi perché il libro racconta, il tablet rendiconta; e rassicurare i ragazzi che il libro non morirà ma resisterà a qualunque smaterializzazione.»
Ivano Dionigi, Il presente non basta, Mondadori, Milano 2016, pp. 99-102, p.105.
CONSEGNA
La citazione proposta, tratta dal saggio di Ivano Dionigi, Il presente non basta, presenta il tema del diritto allo studio e del ruolo della scuola nella società contemporanea, dominata dalle nuove tecnologie, alla quale spetta la complessa sfida di mantenere aperto un dialogo culturale tra passato, presente e futuro, per formare cittadini digitali consapevoli.
Rifletti su queste tematiche:
- Diritto allo studio
- Ruolo della scuola
- Cittadini digitali
- Dialogo e conflitto nella società contemporanea
Confrontati anche in maniera critica con la tesi espressa nell’estratto, facendo riferimento alle tue conoscenze, alle tue esperienze personali, alla tua sensibilità.
Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto.
Sessione straordinaria 2019 Prima prova scritta
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Durata massima della prova: 6 ore.
È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.
SVOLGIMENTO
🔍 Scuola e Sfide del Futuro: Tra Identità, Dialogo e Cittadinanza Digitale
Il saggio “Il presente non basta” di Ivano Dionigi si configura come una riflessione acuta e necessaria sul ruolo insostituibile della scuola nella società contemporanea, un’epoca dominata da accelerazioni tecnologiche e scientifiche che mettono in discussione identità consolidate e paradigmi secolari. Dionigi individua nel “diritto allo studio” e nella scuola stessa le ancore fondamentali per navigare questo “nuovo mondo” carico di complessità e incognite. Condivido pienamente questa visione, ritenendo che, oggi più che mai, l’istituzione scolastica non sia solo un luogo di trasmissione del sapere, ma una palestra essenziale per la formazione di cittadini consapevoli, capaci di dialogo e di pensiero critico di fronte alle sfide di un futuro sempre più incerto.
Il “Nuovo Mondo” e la Fragilità delle Identità
Il “nuovo mondo” delineato da Dionigi, plasmato dalle “tecnologie e dalle scienze”, ci espone a scenari inediti e interrogativi pressanti. Le frontiere della fisica, della genetica, dell’informatica e delle scienze cognitive stanno riscrivendo le coordinate della nostra esistenza, mettendo in discussione le identità che per millenni ci hanno rassicurato. L’identità culturale è incalzata dall’avvento di “culture altre”, in un contesto di globalizzazione che impone un confronto costante e a volte disorientante con il diverso. L’identità professionale è “scalzata dai robot” e dall’automazione, che trasformano il mercato del lavoro e richiedono un costante aggiornamento delle competenze. Persino l’identità personale, con il tramonto di parole e concetti come “padre” e “madre” nella loro accezione tradizionale, subisce scossoni profondi. Questa analisi di Dionigi è quanto mai pertinente: viviamo un’epoca di fluidità e rapidi cambiamenti, dove i punti di riferimento tradizionali si indeboliscono, generando un senso di disorientamento e, talvolta, di paura. Ho osservato, nella mia esperienza, come i giovani siano esposti a una miriade di stimoli e modelli culturali, con il rischio di perdere radici o di non riuscire a costruire una visione coerente di sé e del proprio ruolo nel mondo.
La Scuola come Presidio di Dialogo e Cultura
Di fronte a queste “rivoluzioni”, la tesi di Dionigi sulla scuola come “realtà più importante e più nobile alla quale consegnare queste sfide” è per me un punto fermo. La scuola, in tutte le sue sfaccettature – dal ricordo di un buon insegnante all’origine dei successi o dei fallimenti – è il luogo privilegiato dove si formano “cittadini completi”. Questo significa non solo acquisizione di conoscenze, ma soprattutto sviluppo della persona nella sua interezza: capacità critica, etica, senso civico. Il cuore di questa formazione, come sottolinea Dionigi, è l’apprendimento del dialogo. “Dove c’è dialogo non c’è conflitto; perché i conflitti sono di ignoranza e non di cultura”. Questa affermazione è potentissima: il dialogo non è solo un atto di comunicazione, ma un processo di comprensione reciproca, di accettazione delle differenze, di ricerca di soluzioni condivise. La scuola, in quanto microcosmo sociale, è l’ambiente ideale per praticare il dialogo, imparando a confrontarsi con punti di vista diversi, a mediare, a costruire consenso. È un antidoto fondamentale all’intolleranza e alla polarizzazione che spesso caratterizzano la società contemporanea, dove le “bolle” digitali possono isolare gli individui in visioni monocromatiche della realtà.
La Sfida del Cittadino Digitale Consapevole
Un compito cruciale della scuola moderna è, secondo Dionigi, la formazione di “cittadini digitali consapevoli”, riprendendo il ruolo che ha avuto nelle epoche precedenti con i cittadini agricoli, industriali ed elettronici. Questa è forse la sfida più attuale e complessa. La tecnologia offre “scorciatoie” che rischiano di “uccidere la scrittura”, impoverendo il linguaggio e il pensiero. La “cultura del like” e l’esposizione costante a un’immagine patinata e spesso irrealistica della vita, veicolata dai social media, rischiano di banalizzare l’esistenza e di allontanare i ragazzi dalla “serietà” della vita. La scuola ha il dovere di insegnare l’uso critico degli strumenti digitali, distinguendo tra il valore del “libro che racconta” e il “tablet che rendiconta”. Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di integrarla in modo intelligente, mostrando che “libro e tablet non sono alternativi e rivali ma diversi”. È essenziale educare alla distinzione tra informazione e conoscenza, tra interazione superficiale e relazione profonda, tra l’immediato e il duraturo. La mia esperienza mi porta a credere che molti giovani siano nativi digitali tecnicamente abili, ma non necessariamente “consapevoli” delle implicazioni etiche e sociali del loro agire online; è qui che la scuola può fare la differenza, fornendo gli strumenti per una navigazione critica nel vasto mare del digitale.
Tra Passato, Presente e Futuro: Il Ponte della Scuola
La conclusione di Dionigi, che afferma come il libro “non morirà ma resisterà a qualunque smaterializzazione”, è un messaggio di speranza che riafferma il ruolo della scuola come custode della memoria e del pensiero. La scuola è chiamata a “mettere a confronto splendore e nobiltà sia del passato che del presente”, costruendo un ponte tra le generazioni e le culture. Non deve essere un’istituzione chiusa, ma un laboratorio aperto sul mondo, capace di integrare le nuove scoperte con la saggezza del sapere accumulato.
In sintesi, la visione di Ivano Dionigi è un promemoria potente dell’importanza strategica della scuola. In un’epoca di identità fluide, di progresso tecnologico e di potenziali conflitti, la scuola è il baluardo dove si coltivano il dialogo, la consapevolezza e la capacità di affrontare il futuro con senso critico. È il luogo dove si impara che la conoscenza è l’antidoto all’ignoranza, e dove si forma l’individuo non solo a “capire”, ma anche a “rendersi amico” un futuro che, altrimenti, potrebbe apparire solo come una minaccia. Il diritto allo studio, in quest’ottica, non è solo un principio costituzionale, ma una necessità vitale per la sopravvivenza e la prosperità di una società democratica e consapevole.
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