Canto trentesimo del Purgatorio vv. 55-145
28 Dicembre 2019La sintassi del nominativo
28 Dicembre 2019La poesia “Solitario bosco ombroso” di Paolo Rolli, accademico della Crusca nel XVIII secolo, riflette i temi tipici della poesia lirica amorosa e pastorale, caratterizzata da uno stato d’animo malinconico e meditativo, in cui l’ambiente naturale diventa specchio del dolore interiore del poeta.
Testo originario di Rolli e Parafrasi
Testo originale:
Solitario bosco ombroso, 5 Ogni oggetto ch’altrui piace, La mia Fille, il mio bel foco, Quante volte, o fronde grate, Dite almeno, amiche fronde, Sento un dolce mormorio; 25 Ah! ch’è il suon del rio che frange Ma se torna, vano e tardo |
Parafrasi in italiano corrente:
O bosco solitario e ombroso, Ogni cosa che agli altri piace, Ditemi, o piante, la mia Fille, Quante volte, o amate fronde, Ditemi almeno, care fronde, Sento un dolce mormorio, Ahimè, è solo il suono del ruscello Ma anche se dovesse tornare, |
Analisi
Rolli adotta nelle sue poesie lo stile classico dell’Arcadia, movimento letterario a cui apparteneva, influenzato dalla mitologia e dalla letteratura greca e latina.
Il componimento si sviluppa in forma di dialogo tra il poeta e il bosco, simbolo della solitudine e del rifugio emotivo per chi è tormentato dal dolore amoroso. Il poeta cerca conforto nel bosco, rappresentato come luogo di silenzio e ombra (vv. 1-4), un ambiente che si adatta perfettamente alla sua tristezza e alla sua ricerca di riposo interiore.
Al centro della poesia si trova la sofferenza per la perdita dell’amata Fille, nome tipicamente pastorale che richiama il mondo idilliaco e mitologico dell’Arcadia. Il poeta non riesce più a trovare gioia in nessuna cosa (vv. 5-8), e il rimpianto per la perdita dell’amata lo porta a cercarla ovunque, sebbene sia consapevole che è partita (vv. 9-12). La sua inquietudine si esprime nell’evocazione dei momenti felici vissuti insieme sotto l’ombra degli alberi, ore che ora appaiono come rapidamente svanite (vv. 13-16).
L’elemento della natura, rappresentato dal bosco e dalle fronde, diventa quasi interlocutore del poeta, in un dialogo immaginario. La domanda disperata sul possibile ritorno dell’amata trova una risposta negativa nell’eco del bosco (vv. 17-20), che amplifica il senso di sconforto.
Il mormorio del ruscello viene percepito come un segno di speranza, un sospiro che potrebbe annunciare il ritorno dell’amata (vv. 21-24), ma subito dopo si rivela essere solo il suono dell’acqua che si infrange sui sassi, un’immagine che Rolli utilizza per esprimere la sua disperazione (vv. 25-28). La natura, invece di consolare il poeta, sembra partecipare al suo dolore.
La chiusa della poesia porta a una riflessione sulla morte: anche se l’amata dovesse tornare, il suo ritorno sarebbe inutile, perché troverebbe il poeta già morto. L’immagine dell’amata che piange sul suo “cener” (cenere) evoca una conclusione tragica (vv. 29-32), con l’idea del ritorno che si trasforma in un ricordo amaro, quando ormai sarà troppo tardi.
Commento
La poesia “Solitario bosco ombroso” è una tipica espressione del sentimento amoroso idealizzato, dove l’amore perduto si intreccia con la natura e il paesaggio, riflettendo il profondo senso di malinconia e disperazione del poeta. Il bosco diventa un rifugio dell’anima, ma anche uno specchio del suo dolore.
Il tema dell’amore non corrisposto o perduto è centrale, e Rolli usa la natura come un interlocutore muto, che condivide la sua sofferenza senza però riuscire a dargli conforto. Il dialogo tra il poeta e il paesaggio riflette l’incomunicabilità e l’isolamento che spesso caratterizzano l’esperienza amorosa negativa. Il poeta, in preda alla disperazione, è solo con la sua tristezza, e le risposte che riceve dalla natura sono fredde e inesorabili.
L’ultimo verso, che accenna alla morte, aggiunge una nota drammatica al componimento: l’amore perduto non porta solo sofferenza emotiva, ma anche un senso di fine imminente. L’immagine del cenere su cui l’amata potrebbe piangere richiama un dolore eterno, dove neanche la speranza di un ritorno può cancellare la sofferenza passata.
In sintesi, la poesia esprime l’intenso dolore di un amante abbandonato, con un linguaggio semplice e chiaro, ma ricco di immagini poetiche e simboli naturali che amplificano il dramma interiore del poeta. Il tema del “bosco” come luogo di rifugio, ma anche di disperazione, richiama motivi tradizionali della poesia pastorale, che però Rolli usa per comunicare un sentimento più personale e universale.