Bauhaus
27 Gennaio 2019Programma svolto di disegno
27 Gennaio 2019Monet si dedicò ad alcuni cicli pittorici, anche per poter rappresentare le mutazioni di un soggetto nelle diverse ore del giorno e stagioni dell’anno
La maggior parte della carriera artistico di Monet si colloca negli ultimi anni del diciannovesimo secolo in Francia.
Egli farà parte di quell’innovativo gruppo di pittori che verranno definiti dalla critica come impressionisti, accezione all’inizio negativa.
La serie delle cattedrali di Rouen
La serie delle 50 cattedrali è stata dipinta dal 1892 al 1894.
Il pittore riprese le vedute dal secondo piano di un negozio situato di fronte alla facciata occidentale. Per eseguire questa serie il pittore elaborò una innovativa modalità attraverso cui poter lavorare, che gli ha permesso di concentrarsi su ciò che realmente desiderava rappresentare, ovvero non l’elemento della cattedrale e della sua facciata in sé, bensì il modo in cui il dato reale che aveva di fronte si modificava nel diverso rapporto che aveva con gli elementi del contesto ( come luce, aria) nell’arco di tempo della giornata, o della diversa stagione. Egli infatti lavorava su più tele in uno stesso giorno.
Per esempio al mattino quando vedeva che la materia con cui era costr
L’impressione della cattedrale che riceve l’osservatore infatti cambia a seconda delle condizioni atmosferiche e Monet riesce a imprimere nella tela molto più dell’oggettivo elemento reale.
Egli fa vibrare all’interno delle sue pennellate mosse la sensazione personale emotiva provata nel guardare l’edificio, Monet riesce a esprimere nelle sue tele il rapporto che si instaura tra la realtà e chi la osserva, dipinge molto velocemente anche perché la velocità di esecuzione è una componente fondamentale per poter fissare la freschezza della sensazione comunicata in quel preciso istante di tempo, con quelle determinate sfumature di colore, con quella particolare densità d’aria dall’oggetto e dal contesto rappresentati. E per questo che sebbene le 50 tele rappresentino sempre lo stesso soggetto riescono ad essere estremamente varie, stimolando in modo sempre diverso la reazione dell’osservatore. Jules Castagnery parlando degli impressionisti in generale dirà che “sono impressionisti nella misura in cui non rappresentano tanto il paesaggio quanto la sensazione in loro evocata dal paesaggio stesso”.
Monet dipinge questa serie di quadri con brevi tocchi di colore molto materici, in questo modo di dipingere è stato certamente influenzato da Turner, pittore inglese i cui quadri, che Monet aveva visto nel suo viaggio a Londra nel 1870, gli suggeriscono come dissolvere la forma mediante il colore: Turner infatti nei suoi
Le tele di Monet suscitarono giudizi diversi: Georges Clemenceau le elogia, scrivendo che egli “ci ha dato la sensazione che le tele avrebbero potuto essere cinquanta, cento, mille, tante quante i minuti della sua vita” Proust, guardando per la prima volte quelle tele dirà che in esse “si svela la vita di quella cosa fatta dagli uomini, ma che la natura ha ripreso immergendola in sé […] voi sentite davanti a questa facciata un’impressione confusa ma profonda”, mentre secondo Venturi: La rappresentazione dello spazio, non articolata, senza piani precisi, unisce il vicino e il lontano[…] La prospettiva geometrica è abbandonata per rivelare il fluire infinito della vita atmosferica” (fonte: wikipedia)
La serie delle ninfee
La serie delle ninfee verrà dipinta nell’ultimo periodo della sua vita e lo occuperà dal 1915 fino alla sua mor
Si può notare come sia variato il suo modo di rappresentare questo elemento, nelle tele delle ninfee non più considerato come superficie dove gli altri elementi rappresentati nel quadro si rispecchino, ma come soggetto principale. Si può intendere come questo soggetto interessi Monet considerato la sua volontà di rendere sulla tela una impressione