Verbi della terza coniugazione
27 Gennaio 2019Maurizio Zini
27 Gennaio 2019dalla Storia romana
di Carlo Zacco
Dopo la grande stagione di conquiste, a Roma subentrarono cambiamenti di vastissima portata, che investirono ogni aspetto della società.
Crisi morale. Il più stretto contatto con la cultura greca fece in modo che a Roma si avviasse un processo di ellenizzazione dei costumi: l’adesione all’antica e semplice vita basata sul mos maiorum venne via via sostituita da uno stile di vita più sofisticato. I Romani ora volevano case più grandi, cibo più raffinato; studiavano all’estero o da maestri greci. La famiglia patriarcale entrò in crisi e iniziò una lieve emancipazione della donna. Si diffuse il gusto per forme di intrattenimento violente e sanguinarie.
Economia. Riguardò il settore primario dell’economia romana, cioè l’agricoltura. Ma anche gli altri settori furono stravolti.
1) Piccola proprietà: vi fu in primo luogo un declino della piccola proprietà terriera. I piccoli proprietari, che avevano preso in larga misura parte alle guerre, in buona parte morirono, quelli che tornarono, video o le proprie terre inaridite, oppure svalutate per la concorrenza dei prodotti più economici delle provincie orientali.
2) Aristocrazia. La soluzione fu di vendere i propri terreni ai già ricchi aristocratici, e cercare di farsi assumere come braccianti: ma nessuno li assumeva se poteva avere schiavi a bassissimo costo. Così gli aristocratici allargarono i propri latifondi e si arricchirono ulteriormente. Inoltre gli aristocratici avevano ancora il controllo del senato, delle magistrature e delle maggiori cariche pubbliche. In questo periodo lasciarono le campagne e si trasferirono in città, dove conducevano una vita di extra-lusso, poiché, privi di una mentalità capitalistica, investivano il loro denaro in beni di consumo.
3) Proletariato. Aumentò esponenzialmente. I piccoli proprietari che si trovavano senza terre e senza lavoro si trasferirono in città, vivendo alla giornata alla ricerca di lavori saltuari. Era un’enorme massa che i governanti tenevano a bada con distribuzioni gratuite di grano e con i giochi del circo. E che potevano, con questi mezzi, manovrarli a piacere a scopo elettorale.
4) Cavalieri. Altra classe in espansione. Erano quelli che avevano tratto benefici maggiori dalle guerre: sia durante, dividendosi il bottino e indennità di guerra; che dopo, divenendo appaltatori per la costruzione di opere pubbliche, e soprattutto della riscossione dei tributi: lo stato richiedeva loro l’esazione di una cifra fissa pattuita, i cavalieri (pubblicani) spremevano le popolazioni chiedendo molto di più e tenendosi il resto. Controllavano dunque gli altri settori dell’economia: industria, commercio ad ampio raggio, appalti pubblici.
5) Il sistema delle villae. Gli aristocratici si trasferirono in città, e lasciarono la gestione delle campagne ai vilici, schiavi o ex schiavi che gestivano il lavoro per conto del signore. I prodotti non erano per uso domestico, ma per il mercato, ed erano soprattutto prodotti di lusso: olio, vino.
Politica. Tutti questi cambiamenti provocarono una forte crisi politica:
1) I proletari si mettevano al seguito di ricchi signori in qualità di clientes pronti a sostenere i propri patroni in cambio di un piatto di minestra;
2) Le magistrature erano corrotte: si diventava consoli per poter godere dei conseguenti vantaggi economici derivanti dal comando militare e dal governo delle province; i cavalieri avevano tutto l’interesse di mantenere lo status quo;
3) Vi erano forti motivi di malcontento sia all’interno che all’esterno:
– tra i soci italici, che non si videro riconosciuto in alcun modo il loro contributo (in vite umane) prestato durante le guerre: erano esclusi dalla distribuzione delle terre, gravati da pesanti tasse, privi di diritto di voto;
– nelle provincie, dove veniva lasciata la struttura politica originaria, la cui sovranità però era affidata ad un magistrato romano che, una volta là, dava avvio ad ogni sorta di vessazione ed abuso.
In tutto ciò il Senato sembrava non essere in grado di risolvere le grandi tensioni sociali, sia interne che esterne. Lo scontro appariva inevitabile.