Il canto di Dante
27 Gennaio 2019George Sand
27 Gennaio 2019Fra i congiurati cerano anche alcune donne di elevata condizione sociale, attirate, secondo Sallustio, dal fascino di Catilina e dal brivido dell’avventura. Lo storico dedica un intero capitolo (il XXV) a una di esse, Sempronia. Sempronia apparteneva alla nobile famiglia dei Gracchi ed era moglie di Decimo Giunio Bruto, e madre di Decimo Bruto, uno dei futuri uccisori di Cesare. Ci si chiede come mai Sallustio le abbia dedicato tanto spazio e ne tracci un ritratto memorabile, dato che la sua parte nella congiura fu piccola: a quanto ne sappiamo si limitò a offrire la sua casa (in assenza del marito) per un vertice” fra i capi della congiura. Probabilmente Sallustio volle esemplificare in Sempronia un tipo di donna, ormai molto diffuso nei ceti ricchi e colti, che nulla aveva a vedere con il modello femminile della matrona univira proposto dalla tradizione romana: ricca, colta, disinibita, insoddisfatta del ruolo che le era stato assegnato nella società, amante del lusso, avida di esperienze trasgressive, simile per molti aspetti alla Clodia cantata da Catullo con lo pseudonimo di Lesbia.
Sed in iis erat Sempronia, quae multa saepe virilis audaciae facinora conmiserat. Haec mulier genere atque forma, praeterea viro liberis satis fortunata fuit; litteris Graecis et Latinis docta, psallere et saltare elegantius quam necesse est probae, multa alia quae instrumenta luxuriae sunt. Sed ei cariora semper omnia quam decus atque pudicitia fuit; pecuniae an famae minus parceret haud facile discerneres; lubido sic adcensa ut saepius peteret viros quam peteretur. Sed ea saepe antehac fidem prodiderat, creditum abiuraverat, caedis conscia fuerat: luxuria atque inopia praeceps abierat. Verum ingenium eius haud absurdum: posse versus facere, iocum movere, sermone uti vel modesto vel molli vel procaci; prorsus multae facetiae multusque lepos inerat.”