Linda De Benedictis
27 Gennaio 2019Mario Falanga
27 Gennaio 2019TEMA ARGOMENTATIVO di Biglia Elena – III B Prog. – Compiti vacanze
Traccia presa da internet:
Il problema doping nello sport è purtroppo diffuso, serio e preoccupante ! E’ praticato non solo nello sport di alto livello ma spesso anche in quello amatoriale. E’ considerato DOPING l’uso di sostanze o di procedimenti destinati ad aumentare artificialmente il rendimento. Il doping contravviene all’etica sia dello sport che della scienza medica. Il doping consiste: 1) nella somministrazione di sostanze appartenenti alle classi proibite di agenti farmacologici e/o 2) nell’utilizzo di vari metodi proibiti.”
Lo sport e il doping
Lo sport è praticato soprattutto per migliorare il fisico, ma aiuta anche nel campo psicologico.
Lo sport, infatti, serve per scaricare le tensioni che si accumulano durante la giornata con la scuola o il lavoro rendendo così la persona che lo pratica più serena e piena di gioia di vivere.
Lo sport nasce grazie ai greci circa nel 776 a.C., quando istituirono per la prima volta le Olimpiadi che erano seguite da molte persone come si fa oggi negli stadi.
La differenza è che le manifestazioni sportive del passato erano legate anche alla religione, e chi vinceva le Olimpiadi, veniva considerato “l’uomo più potente del mondo”. Inoltre sempre nell’antica Grecia, le Olimpiadi servivano anche per formulare il calendario poiché si svolgevano una volta ogni quattro anni.
Oggi lo sport mette in competizione molte persone e poi questa è una bella cosa, perché nella vita è importante anche saper perdere (parlo per esperienza personale)ma nell’ultimo decennio lo sport si è macchiamo di un brutto male, il doping. Anche io nostro ex Presidente della Repubblica Ciampi, parlando agli atleti, ha affermato che: lo sport è agonismo e non antagonismo. E’ un confronto leale, non scontro”.
Purtroppo l’ideologia del successo a tutti i costi, le esigenze di sponsor e tifosi, e la stessa ambizione degli sportivi, spinge gli atleti a ricorrere ad aiuti chimici. L’ansia da risultato è così grande che la persona scompare dietro quella macchina da gol o da record; l’insuccesso agonistico provoca frustrazione, mentre il successo provoca una gratificazione talmente eccessiva, che non si sa se è in parte salutare per l’equilibrio psicologico della persona.
Tutto questo avviene perché il modello dei risultati da raggiungere magari non rientra nelle possibilità della persona, che si vede quindi costretta a forzare la propria natura genetica pur di raggiungere certi scopi. Qui ci si può collegare al discorso della società materialistica d’oggi in cui tutto è basato sull’immagine esteriore, pertanto lapparire conta più dell’essere, e molti sono disposti a tutto pur di riuscire almeno nel campo della prestazione fisica.
Ecco quindi che ad esempio i ciclisti si procurano lEPO o i culturisti si riempiono di steroidi anabolizzanti, ma ci sono anche alcuni antidolorifici, per esempio, se da un lato non fanno sentire la fatica della gara, dall’altra aumentano il rischio di traumi sportivi; gli steroidi determinano modificazioni preoccupanti a livello muscolo-scheletrico, nonché lo sviluppo abnorme e patologico di taluni organi; l’uso prolungato di eritropoietina causa gravi scompensi a carico dell’apparato circolatorio, così come l’impiego di stimolanti. L’ormone della crescita, oltre all’ipertrofia di alcuni organi vitali, favorisce lo sviluppo di tumori; alcuni integratori alimentari provocano lesioni renali; la pratica dell’emoautotrasfusione a fini sportivi non è esente da pericolose complicanze.
Attualmente sembra che il tasso di calciatori che si ammala di una gravissima e letale forma di paralisi progressiva, nota come morbo di Gehrig, sia significativamente superiore a quello del resto della popolazione
Queste persone però non rendono probabilmente conto che l’utilizzo di queste sostanze, magari anni dopo la loro cessata attività agonistica, potrebbe portarli addirittura alla morte o alla ipersensibilità ai traumi, lo sviluppo non conforme e patologico di alcuni organi, laumentata possibilità di ammalarsi di tumore.
Ma dietro l’uso di queste sostanza non c’è solo l’atleta in se che ne fa uso, ma capita che a determinare questa situazione siano altre persone, nello sport si muovono grandi interessi economici e di potere. La vittoria è spesso l’unico risultato accettato da sponsor e dirigenti e viene interiorizzato come valore assoluto anche da allenatori e atleti. Ora se dobbiamo dirla tutta però, spesso anche i genitori fanno la loro parte, pretendendo dai loro figli, sin da piccoli, prestazioni sportive vittoriose e poco rispettose degli avversari, mettendo in testa così al bambino che la solidarietà, la lealtà, la salute, lo stare insieme, la creatività, la collaborazione, l’intelligenza, la fantasia, il lavoro duro e metodico, labilità, la competenza, lallenamento, lo sviluppo armonioso del corpo passa in secondo ordine. Conta solo il risultato, e non importa con quali mezzi lo si raggiunga.
Per poter eliminare o ridurre l’uso delle sostanze dopanti basterebbe innanzi tutto aumentare i controlli, rendendoli più frequenti e scoraggiando così gli atleti ad assumere sostanze che potrebbero allontanarli per sempre dalle gare e consegnarli al pubblico scherno, occorre infine recuperare i valori dello sport che man mano stanno scomparendo.
di Elena