La scomparsa di Majorana è un saggio che sostiene una tesi molto interessante e valida, cioè che Majorana sia scomparso perché sì sarebbe giunti nel gruppo di via Panisperna a un passo dall’individuare le condizioni per la creazione di un’arma letale dal potenziale quasi infinito, che avrebbe potuto distruggere un’intera città .
Majorana di fronte a questa ipotesi se ne sarebbe andato perché non voleva che si varcassero i confini della scienza, cioè non voleva che l’entusiasmo delle scoperte potesse arrivare addirittura a concepire un ordigno di tale potenza .
Il problema è che non ci sono sufficienti elementi per considerare la tesi di Leonardo Sciascia definitiva e consolidata al 100%.
Cioè ci sono studiosi che non sono per nulla concordi nell’affermare che la scomparsa di Majorana sia dovuta esattamente a questo motivo .
Questo ci porta ad affermare che questo libro non è la soluzione definitiva del caso Majorana, e possiamo anzi dire che in un certo senso questo caso è da considerare irrisolto.
Tuttavia, il valore di questo libro è enorme, e rimane intatto, perché ci permette di riflettere su domande fondamentali cioè:
La scienza ha dei limiti ?
È lecito continuare a sperimentare, a scoprire, a indagare, se questo potrebbe portare l’umanità all’autodistruzione ?
Sino a che punto è lecito che il consesso dei luminari e la ricerca scientifica si spingano con le loro ipotesi, se sono in conflitto con l’ etica, con valori fondamentali, quali ad esempio quello della vita ?
Mi sembra di poter concludere che si tratta di una questione irrisolta anch’essa come il caso Majorana.
Ricordo di Ettore Majorana di Edoardo Amaldi
Relazione di narrativa de “La scomparsa di Majorana” di Leonardo Sciascia di Davide Raimondi