Il canto di Dante
27 Gennaio 2019George Sand
27 Gennaio 2019
Ispiratrice di Montale è Annetta (o Arletta), la donna crepuscolare. Montale la frequentò in gioventù, poi non la vide più e a quel punto Annetta entrò nella sua poesia.
Infatti la figura femminile è una delle predilette di Montale, soprattutto nelle Occasioni, appare spesso e sotto nomi diversi: Clizia, Dora, Annetta.
La donna sembra rappresentare l’unica possibilità, per il poeta, di dare un senso al passaggio degli anni e per riconquistare un’identità. La donna è idealizzata, ma il poeta non riesce a dare consistenza e stabilità al ricordo di lei. Egli un tempo godette della compagnia di Annetta; adesso però che l’ha perduta, non può che aggirarsi nel mondo alla ricerca delle labili tracce che risveglino la sua memoria. Si reca perciò ancora nel luogo di confine detto la casa dei doganieri, come per riassaporare la dolcezza del ricordare. Ma un forte vento disperde qualunque traccia del passato, e se si intravede, in lontananza, una fievole luce, è un segno troppo debole di fronte al crudele trascorrere del tempo.
Annetta appare ormai una creatura fatta di nulla, simile a uno sciame di pensieri, inafferrabile. Sembra morta e al poeta si mostra diversa da com’era, persino nella sua risata. La donna, che per un attimo è venuta a visitare la sua memoria, sta per abbandonarlo, diventa un’immagine sprofondata nel nulla.
Un’altra figura femminile è quella di Drusilla Tanzi: è la donna concreta, sua moglie, morta nel 1960, la sua compagna di vita che Montale paragona alla mosca nella poesia Ho sceso, dandoti il braccio, un milione di scale. Il fatto di scendere le scale (situazione chiaramente allegorica) è un’operazione molto comune, ma che richiede vista buona, altrimenti si può mettere il piede nel vuoto. Montale pensa al vuoto di un’esistenza priva di punti di riferimento. Adesso che la sua Mosca non c e più, egli fa appunto l’esperienza amara di questo vuoto radicale. La Mosca manca tanto al poeta perché fra i due, era proprio lei miope com’era, la sola in grado di vedere nel viaggio della vita. Quando era viva la Mosca percepiva, con le sue pupille…tanto offuscate” i segni di un mondo in sfacelo. In un mondo dove le cose vanno a rovescio, appunto la Mosca, umile insetto della casa e miope com’era, sapeva muoversi a suo agio nella vita; sapeva sprigionare, con i suoi quattrocchi, una luce interiore che si rifletteva nella certezza di arrivare alla meta.
Nelle liriche di Montale si affaccia anche la figura della donna-angelo. Irma Brandeis, ebrea americana, è Clizia la donna-angelo in Ti libero la fronte dai ghiaccioli, come pure la farfalla che il poeta crede di aver veduto, nel caffe di Dinard, una cittadina della Bretagna francese, è un’immagine garbatamente ironica ed evanescente della figura della donna-angelo.
La donna viene presentata come quel visiting angel (in inglese, l’angelo dellannunciazione) che si mostra nella poesia maggiore di Montale come presagio di salvezza.
In Languilla invece, la donna (Clizia) viene paragonata a quest’animale. Nell’una e nell’altra creatura il poeta scorge l’oscura e inarrestabile vocazione a perpetuare la vita, in ambedue evidenzia l’ansia elementare di esistere che pervade l’universo. La migrazione dellanguilla dai mari del Nord ai nostri fiumi, dove si compie il suo destino di fecondazione e di morte, è rievocata con un ritmo epico e insieme drammatico. Diviene il simbolo dell’eterno e inarrestabile fluire del cosmo, del drammatico impeto con il quale la vita cerca di trionfare sulla morte. E questo lintimo significato di quella presenza femminile che così spesso troviamo nelle Occasioni e nella Bufera, come ricerca di un’estrema possibilità desistenza. Languilla è come la donna: deve riprodursi dopo un percorso aspro e movimentato, tra mille ostacoli, cercando la propria via nel fango fino ad ultimare il suo ciclo di fecondazione. Lumile anguilla diventa a questo punto unallegoria dell’Amore, che spinge i figli dell’uomo a riprodursi.