Amelia Vavalli
27 Gennaio 2019Giovanni Boldini
27 Gennaio 2019Nella storia della cultura si è parlato di uomo in tre modi dell’uomo, come fosse polvere, animale o macchina.
In particolare:
- POLVERE: Nella genesi si dice che “l’uomo è polvere e fango”, quindi è materiale modellabile, plasmabile. Homo viene da “humus”, cioè terra. Io posso modificare la terra.
- ANIMALE: Però l’uomo è essere vivente, è un animale creato dopo tutti gli altri animali. Aristotele lo definisce animale, secoli prima di Darwin. Quindi ha sensibilità (compreso la sensibilità al dolore), bisogni. Le endorfine ci sono anche negli animali. L’acqua li rende contenti. il fuoco li rende scontenti.
- MACCHINA: Nel settecento è nata una idea di uomo meccanica. L’ingegneria genetica è la continuazione di questo meccanismo. Se l’uomo è prodotto di una costruzione tecnica allora è lecito programmare “l’uomo”, ad esempio cercare di farne uno biondo, con gli occhi azzurri.
In tutti questi casi (polvere, animale o macchina) l’uomo è sottoposto a dispositivi. Se l’uomo è una macchina, o un animale, il suo comportamento è la risposta a una serie di impulsi.
Eppure, l’uomo non è solo una macchina, o un animale, come dice uno dei più importanti studiosi del novecento, Ernst Mayr, nel seguente testo, scritto nel 1982:
“L’ondata di sgomento per la detronizzazione” dell’uomo non si è ancora placata. Privare l’uomo della sua condizione di privilegio, come imponeva la teoria della discendenza comune, fu il primo effetto della rivoluzione darwiniana, ma, non diversamente da altre rivoluzioni, anch’essa finì con l’andare troppo oltre, come dimostra l’affermazione fatta da alcuni estremisti, secondo cui l’uomo non è niente altro” che un animale. Ciò naturalmente non è vero; certamente, da un punto di vista zoologico, l’uomo è un animale, ma un animale unico, che differisce da tutti gli altri per così tanti aspetti fondamentali da giustificare una scienza separata specificamente dedita al suo studio. Fermo restando questo punto, non si deve dimenticare in quanti modi, spesso insospettati, l’uomo riveli la sua ascendenza. Nel contempo l’unicità dell’uomo giustifica in qualche misura un sistema di valori riferito all’uomo e a unetica antropocentrica. In questo senso una forma profondamente modificata di antropocentrismo continua a essere legittima”
Che persino un biologo evolutivo giustifichi una nuova forma di antropocentrismo è significativo.
Forse si può partire da questo per arrivare ad una idea di uomo che sia più che polvere, animale o macchina.