Intervista a Luigi Gaudio di Marco Cappelli del podcast Storia d’Italia
26 Gennaio 2019Martina Scannapieco
27 Gennaio 2019di Gaia Del Mauro
Abbiamo detto che la relatività di Einstein ha rivoluzionato la nostra concezione di spazio e di tempo.
Ma che cos’è esattamente il tempo?
Esso presenta, da sempre, diverse facce.
Il tempo secondo Agostino
Se non me lo chiedi, lo so. Ma se me lo chiedi, allora non lo so più”.
Ecco come si espresse a proposito Agostino, quando nell’undicesimo libro delle Confessioni prese in considerazione proprio il tema del tempo.
Agostino rese dunque alla perfezione l’estrema difficoltà che esiste nel definire il tempo.
Riflettendo su tale concetto, egli pervenne a conclusioni estremamente moderne, che sembrano anticipare certe intuizioni della filosofia novecentesca.
Il tempo è stato creato da Dio, ed esiste una distinzione fra eternità, che è propria di Dio stesso, e tempo, che è proprio dell’uomo.
Il tempo comprende passato, presente e futuro.
allora quei due tempi, il passato ed il futuro, come possono esistere, dal momento che il passato non è più ed il futuro non è ancora?” I tre tempi esistono nell’anima dell’uomo: il passato vive nella memoria, il presente nellintuizione ed il futuro nelle aspettative. Il tempo risulta perciò essere una estensione” dell’anima (distensio animae) ed è l’essere umano che fonda e dà realtà al tempo.
Agostino introdusse quindi il concetto di tempo soggettivo, punto di riferimento per la riflessione filosofica successiva su questo tema: Tre sono i tempi […] ed è nel nostro spirito che si trovano questi tre tempi, e non li vedo altrove”.
In generale, possiamo distinguere due principali volti del tempo:
· Il tempo del senso comune
· Il tempo della fisica
Il tempo del senso comune
Il tempo del senso comune è quello che fa leva sull’intuizione e sull’esperienza dell’uomo: è il tempo dei fenomeni naturali che percepiamo e sperimentiamo sulla nostra pelle.
Ciascuno di noi ha una sua personale esperienza del tempo, di natura sia fisica sia psicologica.
E’ dunque importante sottolineare che il tempo che viviamo non è un tempo dato ed esterno a noi, ma che ci riconosce in un ruolo attivo: siamo noi stessi ad accrescerlo e modificarlo.
In questo senso, è interessante l’interpretazione del filosofo Immanuel Kant: il tempo non è qualcosa di oggettivo. Non è sostanza né accidente né relazione, ma una condizione soggettiva necessaria, dovuta alla natura della mente umana”. Per Kant, il problema del tempo è dunque legato al problema della coscienza.
NellEstetica, la prima sezione della Critica della Ragion Pura, Kant esplora la sfera della conoscenza sensibile e ricerca quei principi a priori che rendono possibile tale conoscenza, che ci permettono cioè di rapportarci con la realtà esterna.
Secondo Kant, la nostra conoscenza del mondo fenomenico si ha attraverso lo spazio ed il tempo, le condizioni della possibilità della conoscenza. Lo spazio ed il tempo sono cioè indispensabili perché noi formuliamo una qualsiasi intuizione. Essi sono definiti come a priori perché innati a ciascuno di noi già prima del nostro primo contatto con la realtà, oltre che comuni a tutta l’umanità.
In particolare, il tempo è il nostro senso interno, cioè la forma in cui il soggetto intuisce le proprie modificazioni interne, e ciò che ci dà la possibilità di rappresentare determinati fenomeni in successione.
Il tempo della fisica
Il tempo della fisica poggia su rigorose fondamenta matematiche. E’ il tempo dei fenomeni che indaghiamo con la sola potenza della ragione e della cosiddetta lingua matematica”.
Tale tempo può essere definito come la successione ordinata dei diversi stati dell’universo.
La fisica del Novecento, ed in particolare la relatività di Einstein, ha rivoluzionato in modo radicale la nozione di tempo della fisica” precedentemente dominante, cioè quella di tempo assoluto di Newton.
Secondo Newton il tempo sarebbe rigido, indipendente e assoluto. Lassolutezza di tempo (e spazio) veniva giustificata metafisicamente” da Newton, definendoli come attributi di Dio. Secondo Einstein il tempo è invece elastico e dipendente sia dal moto sia dal campo gravitazionale in cui si trova ogni singolo osservatore.
L’universo di Newton, un universo meccano, è costituito da due soli protagonisti essenziali: la materia e il moto. Ogni sua parte si muove in due contenitori ineffabili, dotati di piena autonomia ontologica, di uniformità e di indipendenza rispetto al contenuto, cioè rispetto alla materia ed al suo moto.
Questi due contenitori sono lo spazio ed il tempo: il tempo assoluto, vero e matematico, in sé e per sua natura, fluisce uniformemente senza relazione a qualcosa di esterno”.
Questi due contenitori, lo spazio ed il tempo assoluti, sono indisturbati dai moti assoluti della materia.
Il tempo è ovunque e lo spazio è sempre.
Al contrario, secondo Einstein, lo spazio-tempo non è più indifferente alla materia: in un certo senso è creato dalla materia: Einstein ha degradato lo spazio ed il tempo, riducendoli a pure ombre (nulla è avvenuto prima della creazione dell’universo materiale, e nulla avverrà dopo la sua scomparsa: l’universo nasce con il tempo e con lo spazio)
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