Verbi della terza coniugazione
27 Gennaio 2019Maurizio Zini
27 Gennaio 2019dalla Storia romana
di Carlo Zacco
3.7. L’ascesa di Roma
Dopo l’assedio dei Galli Roma si riprese rapidamente, e da quel momento iniziò un’ascesa inarrestabile. Le ragioni di questo rapido sviluppo possono essere sintetizzate in questi punti:
a) I continui saccheggi dei Galli avevano indebolito soprattutto gli Etruschi, che dovendo concentrarsi nella difesa, non costituirono più un problema per i Romani;
b) anche le colonie greche non costituivano più una minaccia, in quanto erano quasi tutte cadute in mano ai popoli italici, che avevano rotto la loro compattezza;
c) a livello di politica interna il problema maggiore, ovvero la lotta tra patrizi e plebei era in via di risoluzione. Una particolare importanza la ebbero le leges Liciniae-Sextiae, che consentivano anche ai plebei l’accesso al consolato; da questo momento la società romana fu più coesa.
3.8. Le guerre Sannitiche
I Sanniti. L’espansione di Roma iniziò con la sottomissione dei popoli dell’Italia centrale, Bruzi, Lucani, e soprattutto i Sanniti. Questi ultimi erano una popolazione di lingua osca, fiera e belligerante. Il loro dominio si estendeva tra Abruzzo e Molise, ed avevano formato una sorta di confederazione che riuniva sotto la loro leadership tutte le tribù dell’Appennino centrale. Miravano ad espandersi, e infatti avevano anche occupato la pianura campana sottraendola a Greci ed Etruschi.
Prima guerra Sannitica: 343-431 a.C
Capua. Nel 343 a.C Capua, colonia greca, aveva chiesto a Roma aiuto contro le minacce dei Sanniti, in cambio della propria completa sottomissione. Questo intervento romano nelle vicende tra Capua e i Sanniti diede avvio alla prima guerra sannitica.
– Trattato di pace. La guerra si concluse nel 341 a.C con la stipula di un trattato di pace non gravoso per i Sanniti.
I popoli latini. Dopo la pace, Romani e Sanniti si trovarono improvvisamente alleati contro i popoli latini. Nel frattempo, infatti, i rapporti tra Romani e popoli latini erano peggiorati, per ragioni che non ci sono note; nel 340 scoppiò una guerra che durò due anni, al termine della quale i popoli latini persero definitivamente la propria indipendenza a vantaggio dei Romani.
Seconda guerra Sannitica: 326-304 a.C
Ma i rapporti con i Sanniti degenerarono presto: questi continuavano ad essere una presenza minacciosa, che costituiva un freno per i progetti espansionistici di Roma in meridione. La seconda guerra Sannitica fu più complessa, scoppiò nel 326 a.C, ed ebbe vicende alterne, e si divide in due fasi:
1) prima fase: fu favorevole ai Sanniti e culmina con l’episodio delle Forche Caudine del 321 a.C. In questa occasione, a seguito di una pesante sconfitta dell’esercito romano, che in territorio sannita era stato intrappolato in una stretta gola, i soldati furono costretti a sottoporsi all’umiliante rito della subiugatio: passare nudi sotto un giogo in segno di sottomissione, di fronte all’esercito nemico;
2) seconda fase: grazie all’appoggio di altre popolazioni italiche ostili ai Romani, i Sanniti erano riusciti ad espandersi in Campania. Ma alla fine furono pesantemente sconfitti in due battaglie: ad Anagni nel 306; a Boviano nel 304 a.C.
Terza guerra Sannitica: 298-290 a.C
La grande alleanza. Nel 298 la guerra riprende, e questa volta i Sanniti formano una vasta alleanza con i popoli circostanti: Umbri, Sabini, Lucani, Etruschi, e addirittura i Galli. Nonostante questo enorme dispiegamento di forze, Roma mobilitò tutte le sue energie e riuscì a prevalere nello scontro decisivo di Sentinum, in Umbria, nel 295 a.C. Una dopo l’altra tutte queste popolazioni si arresero e la guerra ebbe fine nel 290 con la sconfitta definitiva dei Sanniti.