Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019Zaira Gangi
27 Gennaio 2019da Myricae di Giovanni Pascoli
di Carlo Zacco
L’assiuolo è un uccello rapace simile al gufo e alla civetta; a livello popolare è anche chiamato Chiù, per il verso che emette, ed è comunemente ritenuto annunciatore di sventure e di morte.
– Notturno. La scena è quella di un notturno lunare, descritto attraverso immagini e suoni, in modo impressionistico, cioè fatto di immagini giustapposte;
– naturalmente in questo paesaggio c’è qualcosa che rimanda ad altro;
– Situazione: il critico Gioanola suggerisce di immaginarsi una situazione in cui l’io lirico che all’alba si trova in uno stato di dormiveglia, e che appena fuori dalla finestra sente un assiuolo emettere il suo verso. Questo verso fa in modo che nella mente dell’io lirico vengano prodotte immagini via via più inquietanti.
– Struttura: in tutte e tre le strofe: 1° quart, immagini quiete/serene; 2° quart, immagini inquietanti.
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Dovera la luna? ché il cielo
notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù . . .
Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù . . .
Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più? . . .); e cera quel pianto di morte. . . chiù . . . |
I – La luna sta per sorgere (ancora non si vede); il cielo però è tutto pervaso dalla sua luce perlacea (e «nuota» in essa);
– tutti gli elementi naturali sembrano attendere il manifestarsi della luna, come una presenza quasi divina, rasserenatrice; Contrasto. Questo quadro idilliaco è però turbato dalla presenza di nuvole nere, presenti in un luogo indeterminato («laggiù); – quest’immagine introduce una imprecisata minaccia alla tranquillità; – queste immagini negative, si precisano nella «voce» dell’assiuolo; II – Le stelle traspaiono nel biancore prodotto dalla luna che sta per sorgere; – si aggiungono dei suoni consolatori: il muoversi ritmico delle onde del mare; il fruscio dei cespugli; Contrasto. Il fruscio richiama alla mente il ricordo di un «grido», inquietante e misterioso: – dopo questo riaffiorare della memoria il verso dell’assiuolo diventa un «singulto»; III – la luce lunare colpisce le cime degli alberi (per questo «lucide»), che tremano mosse dal vento; – le cavallette emettono un suono simile a quello dei «sistri»: strumenti usati nell’antico Egitto nel culto misterico di Iside, come auspicio per la risurrezione dopo la morte; ma con ogni probabilità le «porte» della morte non si apriranno più per l’io lirico (i cari morti non ritornano); – a questa consapevolezza risponde il verso dell’assiuolo, che ora è un «pianto di morte». |
Il verso dell’assiuolo. I rumori notturni e il verso dell’assiuolo rievocano nella mente immagini dolorose;
– in particolare il verso dell’animale, nelle sue tre apparizioni, va precisando via via la sua valenza simbolica, e richiama nella mente del poeta la sua tragedia personale;
– Ma tutto questo non è detto chiaramente, in un discorso logico e consequenziale: è all’uso, attraverso la giustapposizione di immagini.
Impressionismo. L’impressionismo viene dall’accostamento di immagini per analogia e non tramite legami logici espliciti, ad esempio:
– «nuotava in un’alba di perla»: la luna sta per sorgere, e quindi è come un’alba > il cielo illuminato e sembra color di perla (diafana, lattiginosa); > il cielo è talmente pervaso da questo biancore che sembra nuotarci dentro;
– tutti i passaggi intermedi saltano, e le due immagini estreme vengono condensate;
– «nero di nubi»: non nubi nere: non si nomina l’oggetto ma la sua caratteristica, che conta per l’io lirico; con questo si accresce l’indefinitezza dell’immagine, e contemporaneamente la si carica di un valore simbolico. Simbolismo e Impressionismo sono strettamente legati.
– il testo è zeppo di immagini del genere: «alba di perla», «soffi di lampi», «nebbia di latte», «cullare del mare», «sospiro di vento», «pianto di morte»;
Fonosimbolismo. All’effetto suggestivo del linguaggio analogico si aggiunge anche quello dei suoni, non solo evocati esplicitamente, ma anche riprodotti tramite onomatopee:
– «fru fru tra le fratte»: onomatopea e allitterazione di fr richiama, ovviamente, il fruscio;
– «finissimi sistri»: allitterazione di s e di ì richiamano il suono delle cavallette;
– «tintinni invisibili»: allitterazione di ì;
Questi suoni hanno effetto fonosimbolico perché con la loro consistenza acustica richiamano simbolicamente altre immagini; in più: il semplice suono dell’onomatopea non è semantico, è a-logico.
Temporale
E’collocata immediatamente dopo L’assiuolo nella sezione XII intitolata La campagna. E’ un esempio di tecnica impressionistica portata a livelli più estremi.
Un bubbolìo lontano. . .
Rosseggia l’orizzonte, come affocato, a mare: nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare: tra il nero un casolare: un’ala di gabbiano. |
E’ una sequenza di immagini giustapposte:
– Bubbolio: onomatopeico: è quel suono indistinto dei tuoni in lontananza; – Rosseggia: per i lampi; – affocato: infuocato (dantismo); – nero di pece: verso la montagna si addensano nubi nere come la pece; – stracci di nubi: frammenti di nubi sono sparse per il resto del cielo; – ala di gabbiano: sul nero si staglia un casolare, che da lontano sembra un’ala di gabbiano. |
Fonosimbolismo. La prima immagine è acustica, il bubbolio lontano: che si tratti di tuoni non viene detto, ed è lasciato all’intuizione del lettore;
– il termine bubbolio inoltre è onomatopeico, ed è una forma di espressione pre-linguistica, pre-logica, che evoca più che dire;
Immagini visive. Seguono varie immagini visive giustapposte:
1) l’orizzonte infuocato che rosseggia;
2) le nuvole nere come la pece;
3) i lacerti di nubi sparsi per il cielo;
4) il casolare in lontananza.
Queste immagini evocano anch’esse qualcosa di cupo e minaccioso, e l’effetto allusivo è accresciuto da espressioni che indicano una collocazione spaziale indefinita (a mare, a monte, lontano).
Linguaggio analogico. Come esempio di linguaggio analogico si può prendere il casolare:
– casolare e ala di gabbiano sono accomunati dal colore, dalla forma del tetto, e dal fatto di stagliarsi in lontananza sul cielo nero: due elementi molto lontani tra loro vengono accostati senza che sia minimamente precisato il passaggio logico che presiede a tale accostamento. L’eliminazione dei legami logico-sintattici accresce il valore suggestivo (e misterioso) della parola.
Simbolismo. Il simbolismo qui è nei colori:
1) rosso e nero evocano immagini negative, luttuose, di morte;
2) il bianco invece evoca qualcosa di positivi, una sorta di speranza, anche per l’accostamento all’ala del gabbiano (e quindi al volo);
Chiaramente tutto ciò non è univoco, né convenzionalmente codificato: è un’ipotesi, suggerita.