L’impero russo
La Russia nella seconda metà dell’800. La crisi dell’Impero ottomano permise la formazione di stati indipendenti: Serbia, Romania, Bulgaria, Montenegro, tutti sostenuti dalla Russia che intendeva estendere la propria influenza su quelle zone. Ma la Russia era ancora uno degli Stati più poveri d’Europa. Solo a partire dal 1880 iniziò un forte sviluppo industriale, e di comunicazioni (transiberiana), ma il grosso della popolazione viveva ancora in condizioni di estrema miseria; e benché la schiavitù della gleba fosse stata abolita nel 1861, i contadini russi continuavano a lavorare le terre dei vecchi padroni.
L’assolutismo. In Russia persisteva ancora la monarchia assoluta, per cui tutto il potere era in mano allo Zar. L’arretratezza economica ostacolava la politica imperialista: ad esempio la Russia fu sconfitta dal Giappone nel 1905, e questo favorì l’alleanza con Francia e Inghilterra: con l’aiuto di queste potenze la Russia sperava di sconfiggere il nemico d’occidente, cioè l’Impero Austro-Ungarico.
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