Il topolino Ermenegildo – fiaba di don Savino
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13 Settembre 2016La Mandragola, commedia con prologo e 5 atti, venne scritta da Niccolò Machiavelli nel 1518.
La vicenda narra di un tale, Callimaco, di ritorno da Parigi, che si innamora della bella Lucrezia, virtuosa ma sposata, nonostante questi non l’abbia mai vista.
Sfruttando il desiderio di Lucrezia e suo marito, Nicia (conosciuto per la sua dabbenaggine) di avere dei figli, Callimaco, insieme a Ligurio, escogitano un piano perfido per riuscire ad ottenere di trascorrere una notte d’amore con la donna: Callimaco si spaccerà per un dottore venuto da Parigi in grado di prescrivere a Lucrezia una fantomatica pozione di Mandragola, radice dalle proprietà afrodisiache e fecondative, in grado di renderla fertile.
Questa pozione però, ucciderà il primo uomo con cui la moglie di Nicia giacerà.
Callimaco propone quindi a Nicia di rapire un poveretto e costringerlo a giacere con Lucrezia; questo morirà, ucciso dal veleno ingerito dalla moglie, che successivamente potrà giacere tranquillamente con suo marito.
Con l’aiuto del confessore di Lucrezia, Frá Timoteo, questa viene costretta ad unirsi con il “garzonaccio” Callimaco, che rivela infine la sua identità e il suo amore per la donna alla stessa.
Nicia, ignaro di tutto, si mostra grato.
La commedia , tutt’altro che ottimista, lascia intravedere il lato giocoso dell’autore che vuole descrivere ironicamente un mondo in rovina, degradato, corruttibile, privo di ideali, dove le passioni irrefrenabili spingono l’uomo a diventare un calcolatore meschino.
Nel corso della vicenda, l’unico personaggio a subire un’evoluzione é proprio Lucrezia, che non si dimostra una moglie fedele e una donna virtuosa.
Frá Timoteo nel corso della commedia puntualizza che “in tutte le cose bisogna guardare al risultato”. Il messaggio della commedia é quindi questo: al fine di raggiungere un preciso scopo, si può oltrepassare il limite della religione, dell’intelligenza, della ragione.