Tancredi e Ghismonda
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28 Dicembre 2019
“La primavera di Guccini” è il titolo di una lezione-spettacolo tenuta dal prof. Luigi Gaudio e da Federico Oliveiro durante l’autogestione del 2016 al Liceo Vico di Corsico.
“Primavera di Praga” è una canzone di Francesco Guccini, pubblicata nel 1970 nell’album “Due anni dopo”. La canzone è un brano fortemente politico e storico, in quanto racconta gli eventi della Primavera di Praga, un periodo di riforme politiche ed economiche avvenuto in Cecoslovacchia nel 1968, che fu soffocato dall’invasione delle truppe del Patto di Varsavia, guidate dall’Unione Sovietica.
Contesto storico:
La Primavera di Praga fu un tentativo, guidato da Alexander Dubček, di riformare il sistema comunista cecoslovacco, introducendo maggiore libertà di espressione, di stampa e una certa liberalizzazione economica. Tuttavia, queste riforme furono viste come una minaccia dall’Unione Sovietica, che il 20 agosto 1968 intervenne militarmente per ripristinare l’ordine socialista, ponendo fine al movimento di riforma.
Il testo della canzone:
Nel testo, Guccini esprime il suo sdegno e la sua amarezza per la repressione della Primavera di Praga, simbolo di speranza e di aspirazione alla libertà, soffocata dalla forza delle armi. La canzone rappresenta un omaggio ai sogni di libertà e alla lotta per i diritti civili, e denuncia la brutalità della repressione.
Alcuni versi significativi della canzone sottolineano il dolore e l’angoscia per il fallimento del sogno di una società più giusta.
Temi principali:
- Libertà: La canzone celebra il desiderio di libertà del popolo cecoslovacco e la sua volontà di riformare un sistema oppressivo.
- Repressione: Guccini denuncia la brutalità della repressione sovietica, che stroncò violentemente il sogno di un socialismo dal volto umano.
- Memoria storica: “Primavera di Praga” invita a non dimenticare gli eventi del 1968, sottolineando l’importanza di ricordare e imparare dagli errori del passato.
Significato:
“Primavera di Praga” non è solo una canzone di denuncia, ma anche un atto di solidarietà verso chi ha lottato per la libertà e ha subito la repressione. Guccini, attraverso le sue parole, mette in luce il contrasto tra il desiderio di cambiamento e la violenza del potere, un tema che, pur riferendosi a un evento specifico, mantiene una valenza universale.
Questa canzone rimane uno dei brani più emblematici della produzione di Guccini, simbolo del suo impegno politico e della sua capacità di trasformare la storia in poesia.