Seconda guerra mondiale
27 Gennaio 2019Paul Verlaine di Carlo Zacco
27 Gennaio 2019di Carlo Zacco
Marino Moretti (1885 – 1979)
Poeta crepuscolare. Non subì, come Corazzini, la situazione di una vita precaria; il suo crepuscolarismo non era dunque genetico, ma si manifestò con l’anti-retorica: fu quasi la caricatura del crepuscolarismo, mettendo sempre in evidenza le cose comuni, il linguaggio trascurato e semplice della vita quotidiana, una poesia esageratamente colloquiale.
Valige, in Poesie di tutti i giorni, 1911
Le valige: oggetti a-poetici, dati minimi che nessuno si è mai sognato di rendere oggetto di canto. Nella quarta strofa poi calca la mano e ci mette dentro anche cacio e slame: esagera, per andare contro corrente, contro i dannunzi, e contro la velocità di Marinetti, contro il mito del progresso e della macchina viene messa in scena la quotidianità più misera e provinciale.
I paesi della nebbia dell’ultimo verso sono gli stessi di quelli cantati dai simbolisti minori: città desolate, provinciali, fuori dal tempo, i cui cittadini svolgono esistenze al chiuso, al margine dei grandi cambiamenti epocali che hanno caratterizzato quella fine ottocento.