Seconda guerra mondiale
27 Gennaio 2019Paul Verlaine di Carlo Zacco
27 Gennaio 2019Appunti di storia della letteratura russa su Osip MandelStam di Carlo Zacco
Osip MandelStam (1891 – 1939)
Le prime poesie. La prima raccolta, Kamen (La pietra), da cui sono tratti i testi antologizzati, è del 1913. L’atmosfera e le immagini sono simili a quelle di Blok: la precarietà dell’esistenza e la ricerca di qualche effimera consolazione. In queste liriche compare ancora un senso di malinconia adolescenziale e estraneità al mondo. La città, nonostante venga descritta come una sorta di grande ed attraente palco scenico, è tuttavia considerata come un regno della morte in cui regna Proserpina, dove cioè la vita è talmente inutile, che la morte è un finale scontato, come lupus in fabula.
* La vita frivola ci rende dissennati
La vita frivola ci rende dissennati (testo della poesia)
La vita frivola ci rende dissennati:
fin dal mattino vivo, e ubriachezza la sera.
Come contenere la vana allegria
e il tuo rossore, balordo ubriaco?
Nelle strette di mano un penoso rito,
e baci notturni nelle vie,
quando greve è la corrente del fiume
e i fanali, come fiaccole, ardono.
Analisi
vv. 1-4: viene qui puntato l’accento sulla vita dissoluta, e il motivo di questa lascivia è la disillusione di ogni speranza, che porta a rifugiarsi in consolazioni effimere come l’alcolismo, al fine di sfuggire la realtà, o di alleviare il dolore per la sua consapevolezza.
vv. 5-6: anche le relazioni umane sono inutili messe in scena; l’amicizia è priva di futuro, e dunque una delle mille cose in cui non vale la pena credere.
v. 8: i fanali, delle auto, ardono come fiaccole e illuminano questo paesaggio desolato;
vv. 11-12: qui l’autore fa un ritratto di un personaggio ben preciso, di cui nulla sappiamo, ma in questo testo conta solo l’immagine generale del taedium vitae, a prescindere dalla figura storica cui si allude.