
Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019
Zaira Gangi
27 Gennaio 2019Purgatorio XXX dalla Divina commedia di Dante Alighieri, di Carlo Zacco
Introduzione sulla Fine del Purgatorio
Canto XXVIII. Una volta giunto sulla sommità della montagna del Purgatorio, Dante (seguito da Virgilio e Stazio) si addentra nel giardino dell’Eden, che è un luogo ameno, paragonato alla foresta di Classe, presso Ravenna;
– a un certo punto deve fermarsi, perché il suo cammino è interrotto da un fiume, che scorre da destra verso sinistra: è il Lete.
Matelda. Al di là del Fiume Dante scorge una bellissima fanciulla, Matelda, che coglie fiori cantando;
– Dante la prega di avvicinarsi a lui, e la donna lo raggiunge, fermandosi alla sponda opposta del fiumiciattolo;
– Il vento. Giunta qui, la donna spiega a Dante l’origine del vento, che sarebbe prodotto dall’attrito della massa atmosferica che ruota attorno alla terra con le cime degli alberi del Purgatorio;
– da questi alberi si staccano i semi che, grazie al vento, si diffondono su tutta la terra dando origine a ogni specie vegetale;
– I fiumi. fiume invece scaturisce da una fonte resa inesauribile dalla volontà divina: da questa fonte nascono due fiumi:
– il Leté (quello di fronte a Dante), ha la virtù di far dimenticare i peccati delle anime;
– l’Eunoè ha la virtù di far risvegliare il ricordo del bene compiuto.
– in questi due fiumi vengono immerse le anime prima di accedere al paradiso.
Canto XXIX. Dante e Matelda percorrono il corso del fiume, uno da una sponda e uno dall’altra, finché il fiume non viene a formare un’ansa, dove Dante si ferma.
– a questo punto Dante inserisce una nuova invocazione alle Muse (vv. 37-41), alle quali chiede aiuto per poter riferire ciò che ha visto
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O sacrosante Vergini, se fami, freddi o vigilie mai per voi soffersi, cagion mi sprona ch’io mercé vi chiami. |
O Vergini sante, se fame, freddo o notti insonni ho mai sopportato per voi, ho un buon motivo che mi spinge a chiedervi ora un aiuto. |
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Or convien che Elicona per me versi, e Uranìe m’aiuti col suo coro forti cose a pensar mettere in versi. |
E’ necessario adesso che Elicona versi le acque delle sue fonti, e Urania mi aiuti con il coro delle altra Muse e mettere in versi argomenti difficili da capire |
Visione. Davanti agli occhi di Dante si presenta una specie di processione, in cui si susseguono diversi personaggi e oggetti simbolici;
– sette candelabri accesi: cioè le sette virtù dello Spirito Santo (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà , timor di Dio);
– ventiquattro anziani: cioè i libri dell’antico testamento;
– quattro animali alati e incoronati: i quattro vangeli;
– un carro splendido (la Chiesa), tirato da un grifone (Cristo);
– tre donne, vestite una di rosso una di verde una di bianco: le tre virtù teologali;
– quattro donne vestite di rosso: le quattro virtù cardinali: giustizia, prudenza, fortezza, temperanza;
– un medico: San Luca (autore del Vangelo e degli Atti);
– un vecchio armato: San Paolo (autore delle Lettere);
– quattro uomini di umile aspetto: Giacomo, Pietro, Giovanni, Giuda (autori delle altre lettere);
– un vecchio che dorme: Giovanni (autore dell’Apocalisse);
Il Tuono. Il corteo arriva di fronte a Dante, dopodiché si sente un forte tuono e la processione si arresta.
Canto XXX
1-21. II sette candelabri (che sono detti «orsa maggiore dell’Empireo») si fermano;
– i 24 vegliardi si voltano verso il carro e gridano Veni, sponsa de Libano;
– Tutti ripetono il grido, e gli angeli spargono fiori.
Quando il settentrïon del primo cielo, che né occaso mai seppe né orto né d’altra nebbia che di colpa velo, 3e che faceva lì ciascuno accorto di suo dover, come ’l più basso face qual temon gira per venire a porto, 6fermo s’affisse: la gente verace, venuta prima tra ’l grifone ed esso, al carro volse sé come a sua pace; 9 e un di loro, quasi da ciel messo, Quali i beati al novissimo bando cotali in su la divina basterna Tutti dicean: ’Benedictus qui venis!’, |
Parafrasi Quando i sette candelabri, le sette stelle dell’Empireo, [stelle] che nel Paradiso terrestre (lì) rendono ognuno istruito (i candelabri) si fermarono: i ventiquattro anziani, giunti per e uno di loro, come messaggero del Cielo, Come i Beati nel giorno del Giudizio (novisismo bando), cantando alleluia” con la voce rivestita [dal nuovo corpo], Angeli, al suono della voce di un così degno vecchio, e gettavano fiori in alto e intorno, |
Io vidi già nel cominciar del giorno la parte orïental tutta rosata, e l’altro ciel di bel sereno addorno; 24e la faccia del sol nascere ombrata, sì che per temperanza di vapori l’occhio la sostenea lunga fïata: 27così dentro una nuvola di fiori che da le mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori, 30 sovra candido vel cinta d’uliva E lo spirito mio, che già cotanto sanza de li occhi aver più conoscenza, Tosto che ne la vista mi percosse volsimi a la sinistra col respitto per dicere a Virgilio: ’Men che dramma Ma Virgilio n’avea lasciati scemi né quantunque perdeo l’antica matre, |
Parafrasi vv. 22-54
Vidi sul far del giorno, in altre occasioni, vidi il disco del sole sorgere con una velatura, così, dentro la nuvola formata dai fiori coronata da un ramo d’ulivo Allora il mio spirito, che ormai da molto senza che i miei occhi potessero riconoscerla, Non appena la mia vista fu colpita da quella potenza mi volsi alla mia sinistra con lo sguardo smarrito, per confidare a Virgilio: Non mi è rimasta neanche una goccia Ma aveva oramai privato me e Stazio nemmeno tutte le meraviglie dellEden che Eva aveva perduto
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“Dante, perché Virgilio se ne vada, non pianger anco, non piangere ancora; ché pianger ti conven per altra spada”. 57Quasi ammiraglio che in poppa e in prora viene a veder la gente che ministra per li altri legni, e a ben far l’incora; 60in su la sponda del carro sinistra, quando mi volsi al suon del nome mio, che di necessità qui si registra, 63 vidi la donna che pria m’appario Tutto che ’l vel che le scendea di testa, regalmente ne l’atto ancor proterva “Guardaci ben! Ben son, ben son Beatrice. Li occhi mi cadder giù nel chiaro fonte; Così la madre al figlio par superba, |
Parafrasi vv. 55-81
Dante, per il fatto che Virgilio se ne vada Come un ammiraglio, che in poppa in prua va sul lato sinistro del carro, vidi la donna, che prima mi era apparsa Nonostante la presenza del velo, che le copriva la testa, con tono ancora regale e fiero Guarda bene! Sono proprio Beatrice. Il mio sguardo cadde allora in basso, Così la madre appare severa al figlio, come Beatrice |
1) La Contritio Cordis. A questo punto inizia la prima parte della confessione, la fase della cosiddetta contritio cordis:
– appena Beatrice termina il suo rimprovero, gli angeli, che hanno pietà di Dante, intonano alcuni versetti di un canto biblico, ed esprimono fiducia e speranza il Dio.
– Dante era rimasto come impietrito, senza poter piangere né sospirare, addolorato dalle parole severe di Beatrice, ora è commosso dalla compassione degli angeli, che sembrano chiedere il perché di tanto rigore da parte della Donna;
– a questo punto Dante prorompe in pianto;
Le accuse di Beatrice. Il discorso di Beatrice continua:
– Beatrice si trova sul lato sinistro del carro, e si rivolge agli Angeli, muovendo accuse verso Dante:
– Dante ha ricevuto dalla Natura e dalla Grazia divina disposizioni naturali tali che avrebbero potuto dare, attraverso di lui, prove notevoli;
– finché Beatrice fu interra, lo sostenne con lo sguardo, guidandolo per la retta via, ma una volta morta, egli si è allontanato da lei seguendo beni fallaci;
– Beatrice invano apparve a Dante in sogno, dandogli segni e visioni, ma non servì a nulla: l’unico modo perché Dante si salvasse era quello di fargli vedere «le perdute genti».
– Per questo motivo Beatrice stessa scese all’inferno per pregare Virgilio, che fino a qui lo ha condotto;
– Ora, prima di poter bere l’acqua del Lete, e poter accedere al Paradiso, è necessario che Dante manifesti col pianto il pentimento per i suoi peccati.
2) La Confessio Oris. Il rito di riconciliazione prosegue nel canto XXXI.
– Dopo aver parlato agli Angeli, ora Beatrice si rivolge direttamente a Dante, e gli chiede di confermare la verità di queste accuse;
– Dante è talmente confuso che dalla sua bocca non esce alcun suono;
– dopo qualche istante di silenzio Beatrice intima al poeta di parlare, e Dante riesce solo ad emettere un debole «sì» alle domande di lei;
– poi scoppia in pianto.
– Quindi Beatrice si rivolge a lui con tono più dolce, e lo invita a confessare la ragione d ei suoi traviamenti:
– Dante allora afferma che dopo la morte di lei si è lasciato fuorviare dai falsi allettamenti terreni.
Piangendo dissi: «Le presenti cose*
col lor falso piacer volser miei passi,
tosto che ‘l vostro viso si nascose». 36
*le presenti cose: i beni terreni;
Altri rimproveri. Quindi Beatrice continua:
– la sua morte avrebbe dovuto portarlo a considerare la vanità dei beni terreni, soprattutto perché Dante non era più un giovinetto;
– Ai rimproveri di Beatrice Dante resta muto, e con lo sguardo fisso a terra:
– Beatrice allora lo invita ad alzare il viso e a guardarla, con lironica espressione «alza la barba»;
– Dante torna a guardare Beatrice, e la vede tanto bella che si pente in modo ancora più forte del suo traviamento;
e la vergogna e il rimorso sono così forti che sviene;
3) Satisfatio operis. Dopo l’amara contrizione indotta dai rimproveri di Beatrice, Dante è pronto per l’ultima fase del rituale:
– una volta recuperati i sensi, Dante si accorge di essere immerso fino alla testa nel Lete, e vede sopra di sé Matelda che scorre leggere nell’acqua, tenendolo stretto;
– una volta giunti sulla riva destra, Matelda lo immerge, costringendolo a bere l’acqua del fiume;
– Quindi Matelda porta Dante fuori dal fiume e lo conduce di fronte a Beatrice.
– A questo punto Beatrice si toglie il velo da davanti al viso, e si mostra sorridente.