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5 Giugno 2025Traccia e svolgimento della Analisi del testo “Risvegli” di Giuseppe Ungaretti, tratta dalla raccolta Il Porto Sepolto (poi confluito in L’Allegria).
TRACCIA – ESAME DI STATO – PROVA DI ITALIANO
SESSIONE ORDINARIA 2019
TIPOLOGIA A – ANALISI E INTERPRETAZIONE DI UN TESTO LETTERARIO ITALIANO
PROPOSTA A1
Giuseppe Ungaretti, da L’Allegria, Il Porto Sepolto
TESTO: “Risvegli”
Mariano il 29 giugno 1916
Ogni mio momento
io l’ho vissuto
un’altra volta
in un’epoca fonda
fuori di me
Sono lontano
colla mia memoria
dietro a quelle vite perse
Mi desto in un bagno
di care cose consuete
sorpreso
e raddolcito
Rincorro le nuvole
che si sciolgono dolcemente
cogli occhi attenti
e mi rammento
di qualche amico morto
Ma Dio cos’è?
E la creatura atterrita
sbarra gli occhi
e accoglie
gocciole di stelle
e la pianura muta
E si sente riavere
CONSEGNE
Comprensione e Analisi
Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte alle domande proposte.
1. Sintetizza i principali temi della poesia.
2. A quali risvegli allude il titolo?
3. Che cosa rappresenta per l’io lirico l’«epoca fonda/fuori di me» nella prima strofa?
4. Quale spazio ha la guerra, evocata dal riferimento al luogo in Friuli e dalla data di composizione, nel dispiegarsi della memoria?
5. Quale significato assume la domanda «Ma Dio cos’è?» e come si spiega il fatto che nei versi successivi la reazione è riferita a una impersonale «creatura/atterrita» anziché all’io che l’ha posta?
6. Analizza, dal punto di vista formale, il tipo di versificazione, la scelta e la disposizione delle parole.
Interpretazione
Partendo dalla lirica proposta, in cui viene evocato l’orrore della guerra, elabora una tua riflessione sul percorso interiore del poeta. Puoi anche approfondire l’argomento tramite confronti con altri testi di Ungaretti o di altri autori a te noti o con altre forme d’arte del Novecento.
SVOLGIMENTO
COMPRENSIONE E ANALISI
1. Sintesi dei principali temi della poesia
I temi centrali di “Risvegli” ruotano attorno alla memoria traumatica della guerra, al rapporto con la morte e alla ricerca di senso esistenziale. La poesia esplora il contrasto tra il presente doloroso e il passato perduto, tra la vita quotidiana che continua e il ricordo degli amici caduti. Emerge inoltre una dimensione metafisica attraverso l’interrogativo su Dio e una progressiva rinascita spirituale che porta alla riconnessione con la vita.
2. I risvegli evocati dal titolo
Il titolo “Risvegli” ha una valenza polisemica. Si riferisce al risveglio fisico dal sonno, ma soprattutto al risveglio della coscienza e della memoria. È il risveglio dal torpore causato dal trauma bellico, il ritorno alla consapevolezza della propria condizione umana, e infine il risveglio spirituale che permette di riaccogliere la vita nonostante il dolore.
3. L’«epoca fonda fuori di me»
L’espressione indica un tempo profondo e ancestrale che trascende l’esperienza individuale del poeta. Rappresenta una dimensione temporale assoluta, forse primordiale, in cui ogni momento vissuto sembra già essere accaduto. Questa “epoca fonda” suggerisce un tempo mitico o una memoria collettiva che precede e supera la singola esistenza, collegando l’esperienza personale a una dimensione universale dell’umano.
4. Il ruolo della guerra nella memoria
La guerra, evocata dalla data (29 giugno 1916, piena Prima Guerra Mondiale) e dal luogo (Mariano, nel Friuli, zona del fronte), permea tutta la poesia come presenza ossessiva. Non è descritta direttamente, ma emerge attraverso il riferimento alle “vite perse” e agli “amici morti”. La guerra rappresenta la frattura esistenziale che divide il prima dal dopo, rendendo la memoria un luogo di sofferenza ma anche di conservazione degli affetti perduti.
5. La domanda su Dio e la «creatura atterrita»
L’interrogativo “Ma Dio cos’è?” rappresenta il culmine della crisi esistenziale. È una domanda che nasce dal confronto con la morte e l’assurdità della guerra. Il passaggio dalla prima persona (“io”) alla terza persona impersonale (“la creatura atterrita”) indica una depersonalizzazione dell’esperienza: il dolore diventa universale, condizione di ogni essere umano di fronte al mistero dell’esistenza. Questa “creatura” che “sbarra gli occhi” e “accoglie gocciole di stelle” rappresenta l’umanità intera nella sua fragilità e nel suo stupore cosmico.
6. Analisi formale
Dal punto di vista formale, Ungaretti adotta il verso libero caratteristico della sua poetica. I versi sono spezzati, frantumati, rispecchiando la frammentazione interiore del poeta. La sintassi paratattica e l’uso frequente dell’enjambement creano un ritmo frammentato che mima il risveglio graduale della coscienza.
Le parole sono scelte con estrema precisione (lessico analogico): “fonda”, “raddolcito”, “gocciole di stelle” creano suggestioni che vanno oltre il significato letterale. La disposizione tipografica con versi isolati (“sorpreso”, “e raddolcito”, “Ma Dio cos’è?”) enfatizza momenti di particolare intensità emotiva.
L’uso della sinestesia (“bagno di care cose consuete”) e delle metafore (“gocciole di stelle”) rivela l’influenza del simbolismo francese, mentre la struttura aperta della poesia riflette la ricerca di una nuova forma espressiva adeguata all’esperienza moderna.
INTERPRETAZIONE
La lirica “Risvegli” documenta un percorso interiore di rinascita che dal trauma bellico conduce a una nuova consapevolezza esistenziale. Ungaretti attraversa diverse fasi: dalla rievocazione dolorosa del passato (“epoca fonda fuori di me”) al confronto con la perdita (“quelle vite perse”, “qualche amico morto”), fino alla crisi metafisica (“Ma Dio cos’è?”) che sfocia in una forma di accettazione e riconnessione con la vita (“E si sente riavere”).
Questo percorso riflette l’esperienza generazionale di chi ha vissuto la Grande Guerra come frattura epocale. L’orrore bellico non viene descritto direttamente, ma emerge attraverso i suoi effetti sulla coscienza: la dissociazione (“fuori di me”), la nostalgia per un mondo perduto, l’interrogativo religioso che nasce dal confronto con la morte di massa.
La poesia si inserisce nel più ampio progetto de L’Allegria, dove Ungaretti elabora una poetica dell’essenziale che riduce il linguaggio ai suoi elementi primari per esprimere l’inesprimibile dell’esperienza bellica. Come in “San Martino del Carso” (“Di queste case / non è rimasto / che qualche / brandello di muro”), anche in “Risvegli” la frammentazione formale rispecchia quella esistenziale.
Il confronto con altri autori del Novecento rivela affinità con la letteratura della crisi: il senso di estraneamento ricorda l’alienazione di Svevo e Pirandello, mentre l’interrogativo su Dio echeggia la ricerca religiosa di autori come Rebora o Jahier. In ambito europeo, la frantumazione del verso e la tematica bellica avvicinano Ungaretti ai poeti inglesi della guerra come Owen e Sassoon, pur mantenendo una specificità tutta italiana nella ricerca di una parola “pura” e scarnificata.
La dimensione cosmica finale (“gocciole di stelle”) anticipa sviluppi successivi della poetica ungarettiana, aprendo verso quella religiosità naturale che caratterizzerà opere successive come Sentimento del Tempo. Il “sentirsi riavere” conclusivo non è un ritorno al passato, ma l’accettazione di una nuova condizione esistenziale che ha attraversato l’abisso della guerra e ne è uscita trasformata, capace di riaccogliere la vita pur nella consapevolezza della sua fragilità.
La poesia è datata Mariano, 29 giugno 1916, nel pieno della Prima guerra mondiale, periodo durante il quale Ungaretti combatteva sul fronte del Carso.
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