“Il nome della rosa” di Umberto Eco – di Eleonora Cassanmagnago
4 Settembre 2014Uguaglianza effettiva neri americani: la lotta e’ ancora dura – di Ben…
5 Settembre 2014Primo Levi racconta la sua esperienza di prigionia nel lager da un punto di vista psicologico e ci fa sentire oltre che il freddo, la fame e la stanchezza, che distruggono il corpo, anche le umiliazioni che portano i prigionieri a non sentirsi più umani e perdere la coscienza di sé. L’uomo non aveva più un nome. E’un libro che ho letto durante la terza media e rileggerlo ora mi ha dato le stesse sensazioni della prima volta.
Primo levi ha raccontato anche le storie delle persone che ha incontrato in quell’inferno,quello che mi ha colpito di più è la lupa perché è riuscita a darmi l’esatta idea di come una persona possa cambiare veramente.
E’ un libro molto importante perché grazie ad esso, e ad altre testimonianze,Ci raccontano la vita all’interno di questi lager e cercano di darci un messaggio molto importante:”non fate li stessi sbagli in futuro”
Forse dovrei leggere questo libro quando sarò più grande e maturo per riuscire ad apprezzarlo meglio,però già a questa età credo che sono riuscito a cogliere il messaggio all’interno del libro.