Musica a scuola e nella società
28 Dicembre 2019Introduzione alla lettura di “Ciàula scopre la luna” di Luigi Pirande…
28 Dicembre 2019Scena Quinta. Vittoria e Ferdinando
FERDINANDO: È impazzito vostro fatello? Che cosa ha egli con me? Di che può lamentarsi dei fatti miei?
VITTORIA: Veramente pare dal vostro modo di dire, che noi non possiamo andare in campagna per mancanza del bisognevole.
FERDINANDO: Io? Mi maraviglio. Per gli amici mi farei ammazzare: difenderei la vostra riputazione colla spada alla mano. Se ha degli affari in Livorno, chi l’obbliga a andar in villa? Se ho detto che il signor Filippo non ha interessi, che lo trattengano, m’intesi dire, perché il signor Filippo è un vecchio pazzo, che trascura gli affari suoi per tripudiare, per scialacquare; e la sua figliuola ha meno giudizio di lui, che gli fa spendere l’osso del collo in centomila corbellerie. Io stimo la prudenza del signor Leonardo, e stimo la prudenza vostra, che sa addattarsi alle congiunture; e si fa quello che si può, e che si rovinino quelli che si vogliono rovinare.
VITTORIA: Ma siete curioso per altro. Mio fratello non resta in Livorno per il bisogno.
FERDINANDO: Lo so; ci resta per la necessità.
VITTORIA: Necessità di che?
FERDINANDO: Di accudire agli affari suoi.
VITTORIA: E la signora Giacinta credete voi che ci vada in campagna?
FERDINANDO: Senz’altro.
VITTORIA: Sicuro?
FERDINANDO: Infallibilmente.
VITTORIA: (Io ho paura che mio fratello me la voglia dare ad intendere. Che dica di non andare, e poi mi pianti, e se ne vada da sé).
FERDINANDO: Ho veduto l’abito della signora Giacinta.
VITTORIA: È bello?
FERDINANDO: Bellissimo.
VITTORIA: Più del mio?
FERDINANDO: Più del vostro non dico; ma è bello assai; e in campagna ha da fare una figura strepitosissima.
VITTORIA: (Ed io ho da restare col mio bell’abito a spazzar le strade in Livorno?).
FERDINANDO: Quest’anno io credo che si farà a Montenero una bellissima villeggiatura.
VITTORIA: Per qual ragione?
FERDINANDO: Vi hanno da essere delle signore di più, delle spose novelle, tutte magnifiche, tutte in gala, e le donne traggono seco gli uomini, e dove vi è della gioventù, tutti corrono. Vi sarà gran gioco, gran feste di ballo. Ci divertiremo infinitamente.
VITTORIA: (Ed io ho da stare in Livorno?).
FERDINANDO: (Si rode, si macera. Ci ho un gusto pazzo).
VITTORIA: (No, non ci voglio stare; Se credessi cacciarmi per forza con qualche amica).
FERDINANDO: Signora Vittoria, a buon riverirla.
VITTORIA: La riverisco.
FERDINANDO: A Montenero comanda niente?
VITTORIA: Eh! può essere che ci vediamo.
FERDINANDO: Se verrà, ci vedremo. Se non verrà, le faremo un brindisi.
VITTORIA: Non vi è bisogno ch’ella s’incomodi.
FERDINANDO: Viva il bel tempo! Viva l’allegria, viva la villeggiatura! Servitore umilissimo.
VITTORIA: La riverisco divotamente.
FERDINANDO: (Se non va in campagna, ella crepa prima che termini questo mese). (Parte.)