The origins of the Church
27 Gennaio 2019Presentazioni in power point di scienze
27 Gennaio 2019Traccia
Parlate dei vantaggi a vostro avviso più significativi e importanti che offre l’introduzione delle macchine nei vari campi dei lavoro umano
Svolgimento
L’introduzione di macchine sempre più perfezionate ed evolute nei vari campi lavorativi, secondo il mio punto di vista, sarebbe una rivoluzione molto significativa. Infatti se è vero che gli eventi nella storia si ripetono, cosa accadrebbe se oggi si avesse un’altra rivoluzione industriale? Sicuramente si avrebbe un boom economico di proporzioni spaventose! Consideriamo dei fatti realmente accaduti: ai tempi delle prime macchine a carbone, la produttività tessile (a Manchester) crebbe del 158%! Se un’altra esplosione” di produttività come quella dovesse avvenire ai nostri giorni, si avrebbero alcune conseguenze sicuramente positive. Basti pensare all’esempio dei paesi con un’economia in crisi; con un aiuto come questo potrebbero tornare in mercato e avrebbero l’occasione, non dico di far decollare la loro economia, però sicuramente le entrate crescerebbero. Bisogna anche considerare che le macchine eseguono il lavoro umano in tempo minore e con maggiore precisione, e con costi minori, quindi si avrebbe un incremento della qualità dei prodotti notevole. Ma il massiccio inserimento delle macchine nella vita economica potrebbe provocare gravi squilibri: accentuerebbe, per esempio, le differenze di ricchezza tra i Pvs (acronimo di paesi in via di sviluppo) e i paesi ricchi, i quali surclasserebbero nella produzione i primi citati, rendendo così loro inaccessibile la via allo sviluppo. Poniamo un caso generico: se dovessimo paragonare la produzione annua attuale di uno stesso prodotto x tra un Paese del Sud Africa e un Paese europeo, notiamo una differenza abissale, sia per quantità che per qualità. Se quindi il dato Paese europeo dovesse incrementare la produttività di x utilizzando delle macchine avanzate, il Paese Sud africano sarebbe escluso dal mercato di x, rischiando così di far collassare la propria economia. Poi, si rischierebbe di produrre tutto in serie” eliminando così l’unicità di ogni prodotto. Da ultimo, ma non per importanza, si avrebbe un aumento della disoccupazione. Poniamo in esempio (consideriamo la situazione in termini di guadagno): se si dovesse scegliere tra un uomo che produce in una giornata di lavoro 300 x e una macchina che ne produce 1000? Senza considerare che la produzione di una macchina è pressoché priva di errori rispetto a quella di un uomo, e che quest’ultimo deve essere retribuito mensilmente, mentre una macchina ha dei costi di manutenzione minori, e può lavorare 24 ore su 24 senza problemi. In questo caso, sarebbe conveniente avere un esercito” di macchine che portano ad un guadagno enorme, ma così facendo cosa ne sarebbe degli impiegati che lavoravano per quell’azienda? Senza contare che, come ci ricordano alcuni economisti quali Karl Marx e Engels, questa produzione eccessiva porta ad una sovrapproduzione, la quale causerebbe uninevitabile svalutazione del prodotto stesso. Siamo quindi posti di fronte ad un bivio: la possibilità di uno sviluppo mai visto a discapito di qualcosina” oppure lasciare tutto com’è, e quindi seguire una lenta” progressione che ci abitui al futuro. Secondo me una soluzione è possibile: si potrebbero sperimentare ad le macchine innovative in un dato campo, ad esempio nell’agricoltura, e poi osservarne i risultati. Se il lavoro svolto è soddisfacente, queste macchine, una volta apportate le opportune modifiche, verranno poi spostate nei vari campi produttivi (industria pesante, servizi) per evitare il problema delle sovrapproduzioni, le stesse potrebbero essere calmierate”, più o meno ciò che la stessa Unione Europea ha fatto: un esempio ne è stato la riduzione della produzione del latte, che qui da noi ha portato a vari tipi di proteste, Tutto questo panorama va però inserito in una società consumista che mira al guadagno, inoltre non c’è la volontà politica per attuare queste innovazioni. Ad esempio i Big economici (America, ecc) acconsentirebbero o addirittura faciliterebbero l’ascesa di loro possibili concorrenti in mercato? Quindi questa svolta miracolosa potrà mai attuarsi, o è solo un’utopia?
Francesco Galli II F