Verbi della terza coniugazione
27 Gennaio 2019Maurizio Zini
27 Gennaio 2019dalla Storia romana
di Carlo Zacco
Vespasiano: 69-79 d.C.
Successione. Come i suoi tre predecessori fu proclamato Imperatore dall’esercito, che da questo momento in poi avrà un ruolo fondamentale nella successione del potere. Vespasiano non proveniva dall’aristocrazia. La sua era una famiglia di cavalieri di Rieti.
–Il segreto del potere. A proposito di lui resta valida la celebre espressione di Tacito, quando disse che in quel momento fu rivelato l’arcanum imperii, il segreto del potere: appartiene a chi lo può imporre con le armi, e il potere dell’esercito ne esce tanto più accresciuto quanto svalutato il prestigio del Senato.
Carattere: l’imperatore «avaro». Fu definito «avaro» dai contemporanei. Ma più che una caratteristica personale, fu un’esigenza politica: la politica di Vespasiano fu tesa soprattutto a risanare le finanze dell’Impero dissestate dagli sprechi di Nerone, e dalle spese militari per le campagne in oriente. L’amministrazione fu oculata: il bilancio venne risanato, e vennero addirittura portate a compimento grandiose opere pubbliche, come l’anfiteatro Flavio.
Guerra giudaica. In politica estera Vespasiano fu impegnato nella guerra giudaica, un lungo conflitto concluso soltanto nel 70 a.C. con la totale distruzione di Gerusalemme da parte di Tito.
– Guerra di popolo. La guerra giudaica fu una guerra di popolo, cioè l’unica grande rivolta etnica della storia dell’impero romano, caratterizzata da un accanimento feroce da parte degli ebrei.
– Situazione iniziale. La situazione in Palestina era tesa da molti decenni: il potere era gestito da governatori locali (il più famoso: Erode, Tetrarca di Giudea), controllati un procuratore romano che di fatto manteneva l’autorità. Nella popolazione cerano forti motivi di malcontento: miseria generalizzata; insofferenza verso la classe dominante, imbevuta di cultura greca e asservita ai romani. Questo alimentava sentimenti di indipendenza nazionale, cavalcati da sette integraliste (la più famosa: i Farisei) che aizzavano la popolazione contro i romani.
– La rivolta. Nel 67 d.C. esplose la rivolta. Fu sedata in un primo momento da Nerone, che vi mandò Vespasiano, il quale, una volta imperatore, la affidò al fratello Tito. Si concluse nel 70 d.C. con l distruzione del tempio di Gerusalemme, e l’assedio della città, che venne incendiata e rasa al suolo. La popolazione venne cacciata (Diaspora giudaica), e gli ebrei che vivevano sparsi per l’Impero, multati per aver sostenuto la rivolta.
– Il racconto. Le vicende sono narrate dallo storico Flavio Giuseppe, ebreo catturato, nella sua opera Storia della Guerra Giudaica, scritta in greco.
Audio Lezioni di Storia Romana del prof. Gaudio
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