La sua vita colorata includeva un soggiorno formativo all’Università di Edimburgo; notificazione presso il tribunale di Braunschweig, Germania; elezione al Tribunato francese; e l’opposizione iniziale e il successivo appoggio a Napoleone, fino alla stesura di una costituzione per i cento giorni. Constant ha scritto molti libri, saggi e opuscoli. La sua convinzione più profonda era che la riforma è enormemente superiore alla rivoluzione, sia moralmente che politicamente. Sir Isaiah Berlin definì Constant “il più eloquente di tutti i difensori della libertà e della privacy” e ritenne che a lui si debba la nozione di “libertà negativa”, cioè quella che Biancamaria Fontana descrive come “la protezione dell’esperienza e delle scelte individuali da interferenze esterne e vincoli”. Per Constant era relativamente poco importante se la libertà fosse in definitiva fondata sulla religione o sulla metafisica – ciò che contava erano le garanzie pratiche della libertà pratica – “l’autonomia in tutti quegli aspetti della vita che non potevano causare danni agli altri o alla società nel suo insieme”.