Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019Zaira Gangi
27 Gennaio 2019di Carlo Zacco
La «crisi della coscienza europea». In questo periodo (1690-1750) iniziano a diffondersi alcune idee che erano già state formulare nel corso del ‘600, e che man mano modificano profondamente il modo di pensare diffuso in Europa. Le nuove ricerche scientifiche hanno portato all’affermazione del gusto per l’osservazione, la ricerca sperimentale, l’empirismo, il sensismo; d’altra parte veniva rifiutata definitivamente la concezione aristotelico-tolemaica dell’universo. I cambiamenti principali sono tre:
1) Centralità della fisica. La scoperta della legge di gravitazione universale da parte di Isaac Newton ebbe conseguenze molto importanti:
– l’universo da allora in poi poteva essere descritto attraverso regole scientifiche/razionali, e veniva concepito come una macchina;
– dora in poi lo studio dell’universo può avvenire solo tramite un approccio razionale-meccanicistico; più nessun posto c’è per l’intervento soprannaturale su di esso;
– in generale cambia l’approccio dell’uomo alla conoscenza (gnoseologia): la fisica diventa il fulcro di tutte le scienze
2) Importanza dell’esperienza. Questo nuovo approccio conoscitivo del mondo fa in modo che venga valorizzata sempre di più l’esperienza diretta delle cose, e l’osservazione:
– cambia anche il modo di concepire l’educazione: lo studio non è più qualcosa di unicamente libresco, ma si avvale principalmente dell’esperienza diretta;
– lo studioso esce dalle biblioteche, sapere significa non più soltanto conoscere quello che c’è scritto sui libri, ma anche aver fatto esperienza della realtà;
– viene meno l’ideale umanistico (Petrarca) dello studioso isolato dalla società, e raccolto su se stesso, e si fa largo un’immagine nuova di studioso: inquieto, curioso, viaggiatore.
– il viaggio: il viaggio, di studio o di piacere, diventa sempre di più una moda, oltre che una tappa fondamentale e indispensabile per la formazione culturale del giovane; si diffonde la letteratura di viaggio: Montesquieu (Lettere Persiane); Careri (Viaggi per l’Europa); Algarotti (Viaggi di Russia);
3) Nuova concezione della Storia. Comincia a farsi largo l’idea di un’uscita dell’umanità dalle tenebre, e una riscoperta della luce della ragione e del progresso.
– Cambia la concezione della Storia: vista ora come un percorso che dalle tenebre porta alla luce;
– la vecchia querelle sulla superiorità tra antichi e moderni si risolve a favore dei secondi;
– nasce la figura del giovane, in opposizione al vecchio: il vecchio non è più apprezzato per la sua saggezza, anzi, è considerato portatore di idee ormai superate; adolescenti e giovani iniziano a popolare i romanzi.
Il trattato
Dal trattato al saggio moderno. Il saggio moderno. In questo periodo si diffonde ancora di più una tipologia di trattato più simile al saggio moderno, che era già stata introdotta nel ‘500 da Machiavelli e Guicciardini, e giungerà a compimento nel secondo Settecento.
– trattato tradizionale: discussione sistematica di una materia; fondata sulle autorità tradizionali (padri della chiesa, aristotelismo tradizionale); retoricamente e letterariamente molto elaborato; in latino;
– saggio moderno: discussione su un tema specifico visto da una prospettiva personale e parziale; esposizione rigorosa e taglio fortemente argomentativo: la validità del ragionamento non è più affidata alle auctoritates ma alla forza delle prove portate come dimostrazione delle proprie tesi.
La storiografia. Anche la storiografia cambia, e trae spunto dall’approccio scientifico dell’epoca: si avvale di prove, osservazioni, testimonianze dirette, studio delle fonti scritte, archeologiche, paleografiche, d’archivi.