Seconda guerra mondiale
27 Gennaio 2019Paul Verlaine di Carlo Zacco
27 Gennaio 2019Appunti del prof. Carlo Zacco sulla vita e l’opera di Apollinaire con il testo e l’analisi di due poesie: Le campane e il Ponte Mirabeau
Guillaume Apollinaire (1880 – 1918)
Il sincretismo di Apollinaire. Apollinaire è stato un artista eclettico, con una curiosità poliedrica; ha collaborato con partecipazione a tutte le più importanti iniziative culturali avanguardistiche della sua epoca; non sappiamo (Raymond) fino a che punto credesse davvero in ognuna di esse, ma vi metteva sempre del suo, e con molto impegno. La sua personalità umana ed artistica è particolarmente esemplificativa di quando di buono e di cattivo ha caratterizzato il primo novecento. Apollinaire dava segno di essere a proprio completo agio sotto qualunque travestimento, ma il suo non era tuttavia un gratuito trasformismo, poiché in ogni cosa che egli ha fatto si può notare una certa qualità intrinseca, mai superficiale, e in ogni progetto si vede l’impronta di una personalità artistica formata e coerente.
In generale si trova in Apollinaire una tendenza a rappresentare la realtà quotidiana, colta sempre da suo aspetto curioso, ironico.
Le Campane, in Alcool, 1913
Les Cloches
Mon beau tzigane mon amant
Écoute les cloches qui sonnent
Nous nous aimions éperdûment
Croyant n’être vus de personne 4
Mais nous étions bien mal cachés
Toutes les cloches à la ronde
Nous ont vu du haut des clochers
Et le disent à tout le monde 8
Demain Cyprien et Henri
Marie Ursule et Catherine
La boulangère et son mari
Et puis Gertrude ma cousine 12
Souriront quand je passerai
Je ne saurai plus où me mettre
Tu seras loin Je pleurerai
J’en mourrai peut-être 16
Le campane
Zingaro bello amore mio
Ci siamo amati storditamente
Senti che razza di scampanio
E vuoi non lo sappia la gente 4
Ci siamo nascosti assai male
Con tante campane a tiro
Dai campanili son state a guardare
E ora lo spargono in giro 8
Domani Cipriano ed Enrico
Maria Orsola e Caterina
La fornaia e suo marito
E poi Gertrude mia cugina 12
Sorrideranno quando passerò
Nascondersi chi più potrà
Sarai lontano lo piangerò
Ne morirò chissà. 16
La traduzione, d’autore, è di Giorgio Caproni, che rende in italiano la musicalità del testo francese, che è poi tipica di Apollinaire.
Dato di Realtà. Si parla di un amore segreto tra una ragazza e uno “zingaro” che viene reso pubblico dalla campane, e del rimorso che la ragazza rende noto in prima persona. Lo scampanio mette in piazza ciò che doveva restare nascosto e questo provoca un senso di colpa in chi racconta.
Ironia maliziosa. Questo testo mette con evidenza in luce l’aspetto giocoso verso l’esistenza e l’ironica irriverenza tipica di molte poesie di Apollinaire: c’è una nota di malinconia dovuta al senso di colpa, ma questo non determina certo il pentimento per il fatto commesso, al massimo il rimorso per essere stati scoperti: senso di colpa sì, ma non dolore o angoscia, il piacere per quell’avventura è ancora presente.
Il chissà finale fa trasparire questo costante senso di leggerezza con cui vengono affrontate le situazioni: una ironia maliziosa ma anche affettuosa.
Aspetti generali. Lirismo popolare, sentimentalismo malinconico, tenerezza: questi elementi vanno in opposizione agli atteggiamenti vitalistici e istrionici dei futuristi. Appare evidente il suo aspetto giocoso: Apollinaire gioca con la poesia togliendole laura sacrale in favore di un carattere più umano, e questo è coerente con tutte le correnti avanguardistiche.
Il ponte di Mirabeau
Le Pont Mirabeau
Sous le pont Mirabeau coule la Seine
Et nos amours
Faut-il qu’il m’en souvienne
La joie venait toujours après la peine 4
Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure 6
Les mains dans les mains restons face à face
Tandis que sous
Le pont de nos bras passe
Des éternels regards l’onde si lasse 10
Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure 12
L’amour s’en va comme cette eau courante
L’amour s’en va
Comme la vie est lente
Et comme l’Espérance est violente 16
Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure 18
Passent les jours et passent les semaines
Ni temps passait
Ni les amours reviennent
Sous le pont Mirabeau coule la Seine 22
Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure 24
Il Ponte Mirabeau
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amor
Che io me ne sovvenga
La gioia mai mancò dopo il dolor 4
Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora 6
Le mani nelle mani restando faccia a faccia
Lasciam che giù
Sotto l’arcata delle nostre braccia
D’eterni sguardi passi l’onda lassa 10
Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora 12
L’amore se ne va come va la corrente
L’amore va
Come la vita è lenta
E come la Speranza è violenta 16
Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora 18
Giornate e settimane il tempo corre
Né più il passato
Né più l’amore torna
Sotto il ponte Mirabeau la Senna scorre 22
Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora 24
Anche in questo caso, la traduzione è di Giorgio Caproni
Si tratta di una poesia costruita su una sottile parodia di una poesia romantica, tutto fa parte del risaputo, del senso comune: il motivo dell’attimo che fugge; dell’ineluttabile trascorrere del tempo; l’invito a godere appieno dell’arte e dei piaceri della vita: insomma nulla di nuovo dal chi vuol essere lieto sia. Apollinaire riprende questo motivetto caro alla poesia e lo tratta in modo ironico, giocoso, come nel suo carattere, senza la pretesa di dire cose assolute, e dipinge la poesia come un dolce accompagnamento di una vita senza senso. In particolare, se noi abbiamo Bacco e Arianna, in Francia è famosa la canzone di Gaston Paris Gayette et Oriour, che ha un ritornello che sicuramente Apollinaire doveva avere nell’orecchio: «Vente lore et li rain crollent / Qui sentraiment soef dorment».
Il ponte: è figurazione del quotidiano passare: il pont Mirabeau in particolare era quello del quartiere Auteuil, dove Apollinaire viveva, e gli fornisce l’idea della routine quotidiana.
Gli amori: sono associati all’acqua e al tempo che scorrono;
Ambiguità sintattica: serve a sottolineare ciò che se ne va: i «giorni vanno»;
Il ritornello: serve a sottolineare ciò che resta: resta il ricordo della gioia che veniva sempre «dopo gli affanni».