Rimpianto e insufficienza espressiva
Un opportunità sprecata. Prima di giungere a rinnegare la passione terrena, ed abbracciare definitivamente la via cristiana, Petrarca tocca un tema intermedio: quello del rimpianto di non aver potuto stringere con Laura un rapporto casto, cioè non peccaminoso.
– Alla fine del canzoniere Petrarca inserisce alcuni sonetti in cui immagina se stesso e Laura ormai vecchi, ancora innamorati, ma senza tensione erotica.
Dolore diverso. E’ un dolore diverso: quello dei due sonetti precedenti (279 e 302) ha ancora dentro di sé il desiderio di una vicinanza reale, questo no: è il rimpianto di non aver potuto godere di un rapporto casto con lei. Come dire: ora che sono vecchio e non ho più i “bollenti spiriti’ che tenevano lontana Laura, lei è morta, e questa possibilità è venuta meno.
Rielaborazione del lutto e conversione
Conclusione. La ricomposizione definitiva arriva solo alla fine, negli ultimissimi testi: con il pentimento (per aver provato amore carnale) e la conversione. Il poeta soffre ancora, intendiamoci, ma questa volta non c’è più lo scontro tra le due aspirazioni opposte: il dolore per la morte non comporta più la tensione tra amore sacro e amore profano. Petrarca si persuade definitivamente di aver provato un amore sbagliato.
La conversione. L’elaborazione del lutto ha la sua conclusione quando il poeta modifica il suo oggetto d’amore: non più Laura, ma la Madonna. E questo avviene nell’ultima canzone, dedicata alla Vergine. Questa canzone segna il distacco definitivo del poeta dalla vicenda. Il passo successivo è il sonetto proemiale: dove Petrarca si dichiara definitivamente pentito, e chiede perdono.
I vo’ piangendo i miei passati tempi
Rinnegamento. Qui il poeta rimpiange non il rapporto con Laura, ma il fatto di non essersi dedicato a Dio fin dall’inizio. Petrarca rinnega definitivamente la sua passione giovanile.
Struttura. Breve introduzione e preghiera a Dio:
– I quartina: Il poeta rimpiange di essersi dedicato ad una cosa mortale, pur avendo tutti gli strumenti per dirigere la propria attenzione a cose giuste;
– II quartina/terzine: è la preghiera a Dio: chiede a Dio di colmare i suoi difetti in modo da avere almeno una buona morte.
I’ vo piangendo i miei passati tempi
i quai posi in amar cosa mortale,
senza levarmi a volo, abbiend’io l’ale,
per dar forse di me non bassi exempi.
Tu che vedi i miei mali indegni et empi,
Re del cielo invisibile immortale,
soccorri a l’alma disvïata et frale,
e ‘l suo defecto di tua gratia adempi:
sí che, s’io vissi in guerra et in tempesta,
mora in pace et in porto; et se la stanza
fu vana, almen sia la partita honesta.
A quel poco di viver che m’avanza
et al morir, degni esser Tua man presta:
Tu sai ben che ‘n altrui non ò speranza.
Rime in morte di Laura di Francesco Petrarca di Carlo Zacco
Oimè il bel viso, oimè il soave sguardo sonetto 267 del Canzoniere di Francesco Petrarca di Carlo Zacco
Se lamentar augelli, o verdi fronde sonetto 279 del Canzoniere di Francesco Petrarca di Carlo Zacco
Levommi il mio penser in parte ov’era sonetto 302 del Canzoniere di Francesco Petrarca di Carlo Zacco