William Butler Yeats
27 Gennaio 2019Atene dalle origini a Pisistrato
27 Gennaio 2019L’Inno ai Patriarchi rappresenta il completamento del percorso del Pessimismo storico di Leopardi, con l’esaltazione del modi di vivere dei progenitori, a contatto con una natura che rispettano, come chi ancora oggi vive in modo primitivo ai confini occidentali del mondo conosciuto.
In questa canzone Leopardi interpreta i Patriarchi biblici non in senso religioso, ma come archetipi di una vita incontaminata.
Non si sofferma sul peccato originale o sul sacrificio di Isacco, o su Abramo che incontra tre angeli, piuttosto sul fratricidio.
La colpa di Caino non è tanto quella di aver ucciso il fratello, ma quella di aver insinuato per la prima volta la gelosia, la brama, il possesso in un tempo in cui tutto ciò era sconosciuto.
Questa canzone è anche importante dal punto di vista stilistico.
Non si potrebbero capire i canti pisano recanatesi della maturità, senza il passaggio, con questa canzoni giovanili, dalla canzone petrarchesca a quella leopardiana, come fa capire lo stesso autore in una sua nota:
“Chiamo quest’Inno, Canzone, per esser poema lirico, benché non abbia stanze ne rime, ed atteso anche il proprio significato della voce canzone, la quale importa il medesimo che la voce greca ode, cioè cantico. E mi sovviene che parecchi poemi lirici d’Orazio, non avendo strofe, e taluno oltre di ciò essendo composto d’una sola misura di versi, tuttavia si chiamano Odi come gli altri;”
(Giacomo Leopardi)