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Finalità generali: comunicazione di alcuni valori importanti, come l’amicizia, la solidarietà fra gli uomini, contrapposti all’oppressione del regime nazista.
Obiettivi:
Importanza del ricordo di quanto avvenuto nel corso della seconda guerra mondiale.
Metodologie:
Presentazione in power point.
Descrizione dettagliata dell’attività didattica
Come ogni anno, ho deciso di dedicare un’unità didattica alle tematiche inerenti la Giornata della memoria”, ed ho programmato questa attività verso la fine di gennaio, in modo che coincida con il 27 gennaio, anche in modo non tassativo, però. L’attività, infatti, potrebbe essere svolta anche qualche giorno prima o dopo. L’importante è che almeno ci sia l’opportunità di riflettere sull’argomento.
Quest’anno ho dato il seguente titolo all’attività La rosa bianca”. Per prepararmi ho visto la mostra La Rosa Bianca. I volti di un’amicizia.” al Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini del 2005 e il film La rosa bianca”.
Invece di sottolineare gli aspetti storici e sociologici, ho realizzato una presentazione in power point, disponibile sul web all’indirizzo www.atuttascuola.it/allegati/STORIA/La%20Rosa%20Bianca.ppt. Per maggiore comodità, ho comunque allegato la mia presentazione all’esercizio. La caratteristica di questa presentazione è quella di contenere solamente le fotografie dei protagonisti di questo gruppo. Lo scopo evidente di questa attività è stato quello di far immedesimare gli alunni, facendo percepire quei ragazzi non come persone astratte, ma come persone simili a loro, che hanno avuto solo la sfortuna di essere giovani tedeschi in quegli anni. Significative a questo proposito le fotografie in cui quei ragazzi sono ritratti con i loro coetanei mentre si svolgono le attività della gioventù hitleriana.
Ho proiettato la presentazione in power point, accompagnandola con il seguente testo:
I protagonisti del gruppo:
Hans Scholl
Suo padre, da bambino gli insegna la libertà del cuore, con le parole di Goethe: “sempre resistere alle forze contrarie, mai piegarsi, mostrarsi saldi, evoca l’aiuto della divinità”. Profondamente legato alla sua terra, si iscrive alla Gioventù Hitleriana. Il padre, convinto antinazista, lo lascia fare, sicuro che la retorica del regime si svelerà alla mente libera di Hans in tutta la sua assurdità. Infatti Hans cambia idea quando vede un vecchio professore selvaggiamente picchiato per le sue idee. Diventerà poi il trascinatore della “libertà di spirito”, l’ideatore di movimenti giovanili ostili al regime, di cui la Rosa Bianca fu l’ultimo, ma non l’unico. Davanti al boia ripeté i versi di Goethe imparati sin da bambino e urlò: “Viva la libertà, viva la Germania”
Sophie Scholl
Sorella di Hans, vissuta nell’ambiente stimolante di una famiglia in cui respira l’amore gratuito e il rispetto reciproco. Quando suo padre viene condannato alla prigione per quattro mesi per aver definito Hitler “flagello di Dio”, lei intona con il suo flauto, all’esterno della prigione, una canzone che suona “I pensieri sono liberi”. Sophie è giovane, ma determinata. Lo dimostrano le ultime parole prima di morire: “Che importa che io muoia, se migliaia e migliaia di persone vengono scosse e destate dal nostro agire?”
Cristoph Probst
agnostico, vissuto in una famiglia in cui, stranamente per l’epoca, c’era stata una separazione: la madre, una volta separata dal marito e padre di Cristoph, cambiava spesso convivente. Christoph, sposatosi presto, con tre figli a 23 anni, poche ore prima della morte chiese di essere battezzato. Tuttavia questo gesto non fu estemporaneo o frutto di una scelta consolatoria. Prima di essere catturato disse: “Di che cosa si occupa maggior parte della gente oggi? A loro tutto sembra importante, tranne l’unica cosa veramente importante: la domanda sul “senso della vita”!” La sua lunga ricerca religiosa, animata dalla frequentazione con i suoi amici, tutti credenti, giunse a compimento poco prima di essere ghigliottinato, donandogli una libertà altrimenti impensabile prima. Egli disse ad Hans e Sophie Scholl poco prima dell’esecuzione: “Tra pochi minuti ci ritroveremo nell’eternità”
Alexander Schmorell
Potremmo definirlo un ragazzo molto vivace intellettualmente, innamorato della Germania, patria del padre, e della Russia, patria della madre, da cui prese anche la profonda fede religiosa tradizionale russa: l’ortodossa. Poco prima di morire, in prigione, scrisse alla sua balia Natascha: “Ti stupirai forse se ti scrivo che dentro di me ogni giorno sono sempre più tranquillo, addirittura lieto e sereno e che il mio umore molte volte è migliore di quando ero libero. Come mai? Te lo voglio raccontare subito: tutta questa grave sventura era necessaria perché raggiungessi la retta via |…|. Infatti, cosa sapevo fino ad oggi della fede, della vera , profonda fede, della verità, di quell’ultima e unica verità, di Dio? Molto poco!”
Kurt Huber
è un professore di filosofia, studioso di Leibniz, incuriosito dall’acume intellettuale dei giovani studenti della Rosa Bianca, si comporta come forse si dovrebbe comportare ogni professore, attento ad imparare dai giovani, perché questo è il vero modo per insegnare. Si coinvolge fino in fondo nelle iniziative della Rosa Bianca, fino a contribuire alla stesura dei volantini, anche se sa che questo per lui, che è padre di famiglia, è troppo pericoloso. Egli, in carcere, scriverà questo testo: “Cosa sarebbe l’uomo se il male non lo sfiorasse duramente, se egli, sconvolto dalla sofferenza, comunque non maturasse nel bene? Non sarebbe uomo, sarebbe in balia della natura. Imparando dal male percepisce piano piano la traccia di Dio”
Willi Graf
cattolico, partecipa con i suoi amici a molti gruppi cattolici dissidenti. Ad un certo punto qualcuno lo invita ad usare un altro metodo di lotta, quello appunto di questi gruppi, meno diretto, puntato sulle discussioni clandestine, aspettando che le cose si sistemino un po’, perché effettivamente scrivere volantini di dissenso, come facevano i ragazzi della Rosa Bianca, lo mette a rischio della vita. Ma Willi non cede, e riesce, grazie alle sue conoscenze, a far conoscere il testo dei volantini della Rosa bianca anche fuori da Monaco. Ma poi, quando Hans e Sophie saranno scoperti nell’atrio dell’università, a Willi toccherà la sorte peggiore. egli infatti non fu giustiziato dopo pochi giorni, come i suoi amici della Rosa Bianca, ma rimase nel carcere per mesi (dal febbraio al settembre 1943) poiché i nazisti speravano che smascherasse la rete di amicizie che aveva permesso la diffusione dei volantini. Ma Willi non parlò, e visse quei mesi tremendi con una serenità interiore eccezionale, come testimoniano i suoi scritti dal carcere: “Non dovremmo forse quasi essere lieti di portare a questo mondo una croce che a volte sembra superare qualsiasi misura umana? Questa è, in un certo senso, letteralmente, sequela di Cristo”
Per finire citiamo una frase significativa dal quarto volantino della Rosa Bianca, per concludere questa breve introduzione alla conoscenza di questo gruppo di amici:
“l’uomo è bensì libero, ma senza il vero Dio è indifeso contro il male, come un neonato senza madre, come una nube che si dissolve”
Valutazione
Alla fine dell’attività ho detto ai ragazzi che, nel corso dell’interrogazione di Italiano-antologia, accanto alle domande sugli argomenti di studio del libro di testo, potrò inserire delle domande su La rosa bianca”. Per prepararsi, i ragazzi potranno scaricare sul computer di casa, e anche stampare, la presentazione in power point con le foto e la mia introduzione” a La rosa bianca e, all’indirizzo web .
Sempre in vista della valutazione, e della valorizzazione dell’attività, ho inserito fra le tracce del successivo tema in classe la seguente:
Hai visto la presentazione in power point (o, in alternativa, il film La rosa bianca” o la mostra) su La rosa bianca”. Che cosa ti ha colpito di più di questo gruppo di giovani tedeschi contrari al nazismo?
Questa è l’attività che io ho programmato. In alternativa si potrebbe far leggere uno dei seguenti testi, e poi chiedere di fare una relazione a casa:
La Rosa Bianca. I volti di un’amicizia. Catalogo della mostra (2005) ItacaLibri
Cinque studenti e un prof contro Hitler… e via le teste! La storia della rosa bianca Fiorenza Aldo ; L’Autore Libri Firenze
La rosa Bianca. Un gruppo di Resistenza al nazismo in nome della libertà Ghezzi Paolo ; San Paolo Edizioni
Processo alla Rosa Bianca Fiorenza Aldo ; L’Autore Libri Firenze
La Rosa bianca Inge Scholl, Itacalibri
E’ prevista anche la visione del dvd del film La rosa bianca”. Alla fine della visione del film, il professore introduce il dibattito, spiegando che la prospettiva del film è comunque limitata, in quanto è quasi del tutto assente il tempo che precede quei fatidici mesi del 1942-43. In altri termini, nel film non si capisce come mai questo gruppo di ragazzi abbia preso determinate decisioni. Nel film prevale la denuncia, l’aspetto di critica del regime, mentre invece nella vita di quei ragazzi cerano dei valori (libertà, filosofia, religione, cultura, arte) senza i quali non è possibile capire le motivazioni di una denuncia.
Ricaduta e riscontro dell’attività sugli allievi:
Gli alunni hanno ascoltato con grande interesse la lezione. La spiegazione è stata registrata all’indirizzo web: http://www.gaudio.org/lezioni/storia/moderna_contemporanea/rosa_bianca.WMA.
Hanno perfino applaudito, come si può ascoltare alla fine del file wma. Un alunno, in particolare, prima dell’attività, aveva detto che già conosceva la tematica, che aveva visto il film e gli era parso noioso. Dopo la lezione in classe quell’alunno è stato fra quelli che hanno mostrato maggiore interesse, ed ha chiesto di rivedere il film, ora che conosce molto meglio la storia di quei ragazzi.
Conclusione: quale modello didattico ho utilizzato? Quale è la mia antropologia di riferimento? Che relazione c’è tra i due piani?
Alla fine dell’unità didattica, mi sono chiesto perché ho svolto l’attività con quella modalità.
E’ evidente che l’attenzione nel mio caso è posta sulla persona, con una metodologia particolare, utilizzando come strumento privilegiato la fotografia, e solo secondariamente modalità narrative, filmiche, ecc? Laccento non è stato posto sugli eventi storici (nazismo, guerra mondiale, ecc) ma sulle persone, cioè sui protagonisti della vicenda, i ragazzi e un professore.
Si può concludere che dietro questa scelta c’è un’antropologia basata sulla persona. I punti di riferimento sono quindi i filosofi che collaborano alla rivista Esprit. Tuttavia, anche le antropologie razionalistiche e neorazionalistiche esaltano le diversità non come motivo di discriminazione, ma come risorsa, ricchezza e capitale umano”