Rendersi conto che un dirigente scolastico deve aver appreso in modo completo, e deve aggiornarsi continuamente, sul sistema scolastico italiano, in tutti i suoi aspetti ordinamentali, in un continuo e proficuo confronto con l’Europa, poiché solo un indirizzo europeo permette al nostro sistema di essere al passo coi tempi, di non essere autoreferenziale e chiuso alle riforme e ai miglioramenti
Altrimenti, se un docente vuole fare il dirigente con una visione limitata all’ordine di scuola cui appartiene da tempo, e all’idea di scuola che conosce sin da quando era studente, è meglio che rimanga a fare il docente
Diritto comunitario
Differenza fra direttive, decisioni, raccomandazioni e regolamenti europei
Funzioni e organizzazione dell’Unione Europea
Consiglio Europeo (capi di Stato o di governo)
Consiglio dell’Unione Europea (ministri)
Commissione Europea (indipendente dai governi dei songoli stati)
Parlamento Europeo
Politiche europee in campo scolastico
Libro bianco di Delors – 1993: La cultura e l’istruzione potrebbero permettere all’Europa di mantenere al competitività internazionale
Libro bianco di Cresson – 1995; Necessità di formare lavoratori qualificati
Strategie di Lisbona per il 2010
6 Obiettivi Lisbona 2010
1 – aumento degli investimenti per l’istruzione
2 – dimezzare il tasso di abbandono scolastico
3 – aumento dei laureati in matematica e scienze
4 – aumento della popolazione fra i 25 e i 64 anni con un diploma
5 – dimezzare la percentuale di quindicenni con livelli bassi di competenze di lettura, matematica e scienze
6 – apprendimento per tutto l’arco della vita
Europa 2020
Raccomandazione del 2006 ai Governi degli Stati membri sulle competenze chiave
8 Competenze chiave
1 – comunicazione nella madrelingua
2 – comunicazione nelle lingue straniere
3 – competenza matematica e competenze di base in scienze e tecnologia
4 – competenza digitale
5 – imparare a imparare
6 – competenze interpersonali, interculturali e sociali, e competenza civica
7 – imprenditorialità
8 – espressione culturale
Programmi comunitari per l’istruzione e la formazione
Erasmus
Erasmus Mundus
FSE Fondo Sociale Europeo
FESR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
PON e POR
Comparazione dei sistemi scolastici dei paesi europei
Caratteristiche dell’obbligo scolastico e dei sistemi scolastici dei Paesi Europei, con particolare attenzione a Inghilterra, Francia, Germania, Spagna e Finlandia
Sistema scolastico italiano
Fanno parte del sistema nazionale di istruzione (scuola pubblica) le scuole statali e le scuole riconosciute paritarie
Scuole paritarie
Distinzione fra scuole paritarie e istituti non paritari. Solo le prime possono fregiarsi del titolo di “scuola”, oppure le scuole dell’infanzia non paritarie, poiché non rilasciano titoli di studio.
Per essere riconosciute. le scuole paritarie devono garantire:
un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione
un POF conforme alle norme
titolarità della gestione
pubblicità dei bilanci
locali conformi alle leggi
organi collegiali per la partecipazione democratica
iscrizione aperta a tutti coloro ne facciano richiesta, avendone i requisiti
applicazione norme in materia di inserimento studenti con handicap o in condizione di svantaggio
costituzione di corsi completi (non può essere riconosciuta la parità a singole classi)
personale docente fornito del titolo di abilitazione, o personale docente volontario (in misura non superiore a un quarto delle prestazioni complessive) in possesso di titoli scientifici
contratti di lavoro che rispettino i contratti collettivi nazionali di settore
valutazione dei processi e degli esiti ad opera del Sistema Nazionale di Valutazione dell’INVALSI
Figure apicali nelle scuole paritarie
gestore
coordinatore didattico
MIUR
Struttura del MIUR (dipartimenti)
Uffici Scolastici Regionali (USR) e gli Uffici di ambito territoriale (ex USP)
Storia della scuola e delle istituzioni educative
Legge Casati 1859 (obbligo non prescrittivo)
Legge Coppino 1877 (obbligo a 9 anni)
Legge Orlando 1904 (obbligo a 12 anni)
Legge Daneo-Credaro del 1911 (scuola primaria di Stato)
Riforma Gentile del 1923, che imposta le scuole secondo una scansione temporale valida ancora oggi, ma non c’era la scuola media unica (distinzione fra ginnasio e avviamento professionale)
Scuola Media unica (1962)
Legge 53 del 2003
Diritto all’istruzione e alla formazione per almeno 12 anni (diciotto anni – quarta superiore a scuola o formazione professionale non obbligatoriamente a scuola)
Piani di studio personalizzati
PECUP = Profilo Educativo CUlturale e Professionale
Obbligo scolastico
Fatto salvo il Diritto all’istruzione e alla formazione fino ai diciotto anni sopra richiamato, la legge 296 del 2006 (Legge Finanziaria) istituisce l’istruzione obbligatoria fino a 16 anni
Il collegato sul lavoro (L 183 del 2010) stabilisce che è possibile assolvere l’ultimo anno dell’obbligo (seconda superiore a quindici anni) tramite l’apprendistato
Certificazione delle competenze
è un certificato dell’obbligo, infatti viene rilasciato al termine dell’obbligo (16 anni), alla fine della seconda classe superiore
4 ASSI: Asse dei linguaggi, Asse matematico, Asse scientifico – tecnologico e Asse storico – sociale
8 competenze chiave, originale declinazione italiana della raccomandazione europea
1. Imparare ad imparare
2. Progettare
3. Comunicare
4. Collaborare e partecipare
5. Agire in modo autonomo e responsabile
6. Risolvere problemi
7. Individuare collegamenti e relazioni
8. Acquisire ed interpretare l’informazione
Lassetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia
Tappe dell’attuale assetto:
1991 Riforma della scuola materna ed elementare
2004 Linee Guida per la scuola dell’infanzia
2007 Indicazioni nazionali per il curricolo
2009 Regolamento DPR 89 del 2009
Caratteristiche della scuola dell’infanzia:
non è obbligatoria
è di durata triennale
Campi di esperienza elettivi:
il sé e l’altro
il corpo in movimento
i linguaggi, creatività ed espressione
i discorsi e le parole
la conoscenza del mondo
Orario
40 ore settimanali
possibile estensione fino a 50
per le famiglie, possibilità di chiedere un tempo scuola ridotto al mattino di 25 ore
Anticipo (asilino) – sezioni primavera
su richiesta delle famiglie, sono iscritti alla scuola dell’infanzia le bambine e i bambini che compiono tre anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento
Lassetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola del primo ciclo di istruzione
Scuola primaria
Tappe dell’attuale assetto:
1991 Riforma della scuola materna ed elementare
2004 Linee Guida per la scuola primaria
2007 Indicazioni nazionali per il curricolo
2009 Regolamento DPR 89 del 2009
Orario
24 ore settimanali (insegnante unico)
27 ore settimanali (insegnante prevalente, senza attività facoltative opzionali)
30 ore settimanali (insegnante prevalente, con attività facoltative opzionali, modello orario di fatto raramente concesso, per motivi di spesa)
40 ore settimanali (tempo pieno con due insegnanti. Anche questo modello orario, come i precedenti, non prevede più compresenze)
Classi primavera
su richiesta delle famiglie, sono iscritti alla scuola primaria le bambine e i bambini che compiono sei anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. Questa opportunità , però, è subordinata agli accordi e alle risorse regionali)
Inglese potenziato
Scuola secondaria di primo grado
Tappe dell’attuale assetto:
1991 Riforma della scuola materna ed elementare
1998 Creazione degli Istituti Comprensivi
2004 Linee Guida per la scuola secondaria di primo grado
2007 Indicazioni nazionali per il curricolo
2009 Regolamento DPR 89 del 2009
Orario
TEMPO NORMALE (29 + 1) 29 ore settimanali, più 33 ore annuali (quasi sempre 1 ora per settimana) da destinare ad attività di approfondimento di lettere
TEMPO PROLUNGATO (36 + 4) 36 ore settimanali di insegnamento, più 4 ore annuali da destinare a insegnamento, oppure ad attività o mensa
Lassetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola del secondo ciclo di istruzione
6 licei:
artistico
classico
linguistico
musicale e coreutico
scientifico
delle scienze umane.
11 Istituti tecnici
2 per il settore economico:
amministrazione, finanza e marketing (B1);
turismo
9 per il settore tecnologico
meccanica, meccatronica ed energia
trasporti e logistica
elettronica ed elettrotecnica
informatica e telecomunicazioni
grafica e comunicazione
chimica, materiali e biotecnologie
sistema moda
agraria, agroalimentare e agroindustria
costruzioni, ambiente e territorio
6 Istituti professionali (in nessun altro paese d’Europa l’istruzione professionale è statalizzata come in Italia)
Ufficio tecnico negli Istituti tecnici e professionali
per sostenere l’organizzazione dei laboratori
Sistema dell’istruzione e formazione professionale
è di carattere regionale e non nazionale
è in fieri, a causa degli accordi presi fra lo Stato e le singole regioni
Di fatto, alla fine della classe terza o quarta di una Scuola Professionale Regionale o di un Centro di Formazione Professionale, una volta acquisita una qualifica (triennale o quadriennale) il giovane può scegliere se fare un anno o due anni integrativi, presso un Istituto Statale, per acquisire un Diploma, con il quale può accedere anche all’Università , oppure proseguire nell’ambito dell’ Istruzione Tecnica Superiore
LAlternanza Scuola-Lavoro
Il Dlgs 77 del 2005, attuativo della Legge 53 del 2003 sopra richiamata prevede la possibilità di perseguire dopo i quindici anni la propria istruzione-formazione attraverso percorsi di alternanza scuola-lavoro
La scuola opera in sintonia con l’impresa, con le associazioni di categoria e con le Camere di Commercio, progetta e valuta il percorso
La scuola è titolare e responsabile del percorso di alternanza scuola-lavoro
Apprendistato
Apprendistato, previsto dal DLgs 276 del 2003 (Legge Biagi) prevede che gli studenti con almeno 15 anni di età possono essere assunti come apprendisti (con contratto e retribuzione stabilita dal CCNL)
Alle fine degli anni di apprendistato (massimo 3) l’impresa rilascia una qualifica professionale
LIstruzione Tecnica Superiore
Poli tecnico-professionali: sono consorzi pubblici e privati per fornire i servizi necessari allo sviluppo dell’Istruzione Tecnica Superiore
L’istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS, oggi ITS) assume grande importanza appunto perché l’Italia non ha ancora un quadro organico di qualifiche professionali, che corrisponda a tutte le qualifiche presenti in Europa e contenute nel Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF)
In molti paesi dell’Europa è normale che l’istruzione tecnica continui dopo il diploma, con qualifiche superiori
Il progetto dell’ Istruzione Tecnica Superiore in Italia è ambizioso (essere un’alternativa alle università per l’alta formazione tecnica e professionale) ma è ancora in una fase embrionale
EQF = Quadro europeo della qualifiche (European Qualification fremework)
Europass = formato di curricolo europeo che dà ai cittadini la possibilità di presentare tutte le informazioni relative a qualifiche e competenze
Insegnamento Religione Cattolica
Concordato Stato-Chiesa Cattolica
Diritti delle altre confessioni religiose
Possibilità di non avvalersi. Chi non si avvale può:
scegliere di lasciare per quell’ora l’istituto, sollevando la scuola da ogni responsabilità
scegliere di non lasciare per quell’ora l’istituto. In quest’ultimo caso, la scuola deve organizzare la sorveglianza, ed eventualmente, laddove possibile, l’attività alternativa
Insegnamento Cittadinanza e Costituzione
Non presuppone una ulteriore ora di lezione
Si svolge nell’ambito dell’area storico-geografica e storico-sociale, e del monte-ore complessivo previsto per le stesse
Istruzione degli adulti
CPIA Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti
Rischio dei CPIA in Italia, spesso di fatto ospitati presso Istituti tecnici o scuole medie: riduzione della potenzialità sociale e culturale della Educazione degli Adulti a mero recupero dei diplomi non conseguiti (es. diploma di scuola media o di scuola superiore)
Le competenze delle Regioni e degli Enti locali in materia di istruzione e formazione
Regioni
programmazione dell’offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale
calendario scolastico regionale
contributi alle scuole non statali 8diritto allo studio)
Province e Comuni (Comuni per il primo ciclo, province per il secondo ciclo)
istituzione, aggregazione, fusione e soppressione di scuole
servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio
piano di utilizzazione degli edifici e di uso delle attrezzature
sospensione delle lezioni in casi gravi e urgenti
Riforma del Titolo V della Costituzione:
Legislazione statale esclusiva
norme generali sull’istruzione
livelli essenziali delle prestazioni
Legislazione regionale esclusiva
istruzione e formazione professionale
Legislazione concorrente (Stato e regioni)
istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale
Master Plan
individua le azioni da porre in essere per realizzare compiutamente il Titolo V della Costituzione nel settore dell’istruzione
il personale dirigente, docente e ATA dipenderà giuridicamente dallo Stato ma funzionalmente dalle Regioni, in base al Master Plan