Teatro di Machiavelli
27 Gennaio 2019LetteraturaPortoghese
27 Gennaio 2019Petronio
Riassunto di alcuni brani del Satyricon
L‘ingresso di Trimalchione
Questo brano è tratto dalla Cena e descrive l’ingresso di Trimalchione, che entra a far parte di un sontuoso banchetto ormai già iniziato. Ci viene descritto come una persona caratterizzata da una volgare raffinatezza, con i suoi anelli d’oro, indossati per emulare i preziosi ornamenti utilizzati dai cavalieri. Questa caratteristica negativa può essere inoltre notata dal goffo discorso che imposta durante il banchetto, dopo aver armeggiato con uno stuzzicadenti d’oro.
Presentazione dei padroni di casa
Il protagonista chiede informazioni ad un commensale sull’identità di una donna che intravede. Gli viene quindi detto che si tratta della moglie di Trimalchione, un personaggio molto particolare. Degna di nota è senz’altro la sua determinazione, è infatti lei a tenere nota delle ricchezze che possiede il marito in quanto quest’ultimo, sebbene molto ricco non è in grado di gestire il patrimonio o comunque di quantificarlo. E’ presentata infatti come un personaggio dalle testa sulle spalle, che non si ubriaca mai e molto attaccata ai beni materiali del marito.
Chiacchiere di commensali
Trimalchione si allontana dal banchetto e alcuni invitati si mettono a conversare tra di loro. Petronio ci presenta così un breve sfogo di Dama ed una riflessione di Seleuco sulla morte di un caro amico. L’abilità dello scrittore sta nella sua grande capacità di dipingere con realismo le caratteristiche di questi personaggi che pur appartenendo a ceti sociali elevati non nascondono atteggiamenti volgari o rozzi. Questa grossolanità appare anche nello stesso Trimalchione che, ritornato alla tavola, incomincia una digressione sui problemi intestinali.
Due ospiti d‘onore
Ci vengono qui presentati altri due personaggi: Abinna e sua moglie. L’uomo, chiede perché la moglie di Trimalchione non partecipi al banchetto e la fa chiamare dai servi; Fortunata arriva e si sdraia vicino a Scintilla, la moglie di Abinna. Le due iniziano così a sbaciucchiarsi e a mostrarsi i gioielli che Trimalchione decide di pesare davanti a tutti, spinto dal suo cattivo gusto. La scena termina quindi con le donne che si scambiano complimenti e con i mariti che le stuzzicano con scherzi grossolani.
Il testamento di Trimalchione
Viene ora letto il testamento di Trimalchione nel quale egli dice di voler liberare tutti i suoi schiavi alla sua morte. Petronio descrive inoltre il monumento funebre di questo personaggio che vuole mostrare anche dopo la sua morte fisica tutte le sue ricchezze, che lo hanno accompagnato durante la vita, evidenziando ancora una volta la sua rozzezza.
La matrona di Efeso
In questo passo tratto dal Satyricon Eumolpo si prefigge di intrattenere i compagni raccontando la storia della matrona di Efeso. Questa era una donna molto pudica che, in seguito alla morte del marito non si diede più pace e, stretta dal dolore, decise vegliare insieme all’uomo nella tomba, consumando così uno straziante digiuno. Nello stesso cimitero vi erano inoltre i corpi di due uomini crocifissi, custoditi da un soldato. Questi, accortosi del lume che splendeva in una tomba, decise di andare a controllare cosa stava succedendo; trovò così la donna, si mise a interrogarla e riuscì a farle capire l’inutilità del gesto che stava compiendo ormai da diversi giorni. Il soldato invitò così la donna a continuare a fruire delle gioie e dei piaceri che la vita poteva ancora offrirle e così i due giacquero insieme per diverse notti. I genitori di uno dei due uomini crocifissi, però, accortisi della mancanza del soldato, decisero di beffarlo e tirarono giù il cadavere dalla croce. Quando egli se ne accorse, comprese di aver sbagliato e chiese alla matrona di ucciderlo per rimpiazzare la salma sparita. La donna però siccome non voleva perdere l’uomo del quale si era innamorata disse al soldato di prendere il cadavere del marito che venne così issato sulla croce per proteggere l’amante della bella matrona.
Tacito “Antologia” (Pag. 658 – 674 Letteratura latina – Giovanna Garbarino – ed. Signorelli)
Denuncia dell’imperialismo romano nel discorso di Càlgaco
Tacito riporta in questa parte il discorso del capo dei Calédoni Càlgaco che con grande veemenza esprime la sua critica nei confronti del popolo romano, conquistatore e dominatore.
Vizi dei Romani e virtù dei barbari: il matrimonio
Ci vengono ora riferite dallo storico le principali usanze dei barbari inerenti al matrimonio. Questi sono considerati in maniera molto positiva da Tacito, in quanto espressione di purezza e castità: gli uomini possono avere una sola moglie e questa non reca una dote al marito. Avviene infatti il contrario in quanto è il marito che fa dei doni alla moglie; questi però non sono gioielli o altri oggetti inutili ma una coppia di buoi, dei cavalli, aste, scudi e spade, ovvero elementi di estrema importanza all’interno della società barbara. Tacito vuole anche sottolineare la rarità degli adulteri e comunque la violenza destinata alle donne che tradivano i propri mariti.
L’inizio delle Historiae
Nucleo fondamentale di questa parte proemiale è senz’altro la critica nei confronti delle precedenti opere storiografiche, che Tacito giudica molto spesso false, in quanto manipolate da altri interessi, che finiscono col corrompere i buoni intenti di tramandare informazioni veritiere a posteri.
La scelta del migliore
Viene qui riportato il discorso fatto da Galba al suo successore appena eletto: Pisone Luciniano. Lo storico decise infatti di utilizzare queste parole per sostenere la sua tesi, a favore di una successione di tipo adottivo.
Il punto di vista dei Romani: il discorso di Ceriale
Tacito passa ora a trascrivere un altro discorso: quello pronunciato da Petil’io Ceriale, in occasione della vittoria e della conseguente sottomissione dei Treviri e dei Lingoni, due popolazioni che si unirono alla rivolta dei Batavi. Emerge quindi la brutalità e la schiettezza di questo comandante le cui qualità nel campo dell’oratoria erano del tutto discutibili. Egli, nel suo discorso, invita infatti le popolazioni sottomesse a rassegnarsi davanti all’accaduto, accettando la dominazione romana come una calamità naturale, davanti alla quale bisogna soltanto arrendersi.
Il supplizio di due vittime innocenti
Si racconta ora un episodio di grande drammaticità: l’uccisione dei due figli di Seiano, trucidati dopo la caduta del padre, nonostante la loro giovane età. Tacito riesce a ottenere un effetto di grande drammaticità pur utilizzando tecniche narrative molto semplici; egli sottolinea inoltre il contrasto tra i due figli, tra la rassegnazione del maggiore, che ha capito tutto, e l’ingenuità della bambina, più piccola.
Epitaffio di Tiberio
Viene tracciata una breve storia di Tiberio, l’imperatore ucciso per ordine del pretorio Macrino per lasciare spazio al suo successore, Caligola. Lo storico ne analizza l’albero genealogico, la biografia ed il carattere.
L’uccisione di Britannico
Tacito narra in questo passo l’uccisione del giovane Britannico, uno dei tanti omicidi che segnò il passaggio dal periodo di Burro e di Seneca a quello di Nerone. Il delitto venne meditato da Nerone stesso durante una festa, quando il giovinetto cantò un carme che alludeva alla sua cacciata dal trono paterno. Il futuro imperatore allora ordinò che gli venisse somministrato del veleno e così, durante un banchetto Britannico perì.
Un esempio di coraggio dato da una donna
Ci viene ora presentato un esempio di virtù non indifferente, proveniente da una donna che, per proteggere i nomi di altri congiurati pisoniani, una volta catturata e torturata per farla confessare, decise di sua stessa iniziativa di suicidarsi. Tacito vuole sottolineare il coraggio di questa donna che sacrificò la propria vita, a differenza della maggior parte dei congiurati catturati che finivano sempre per confessare anche i nomi delle persone più care, pur di preservare la propria vita.
La morte di Seneca
Anche Seneca fu vittima della repressione della congiura pisoniana e in questo testo Tacito celebra le virtù dimostrate da questo uomo sul letto di morte. Gli venne infatti imposto di togliersi la vita ed egli morì, come prima aveva fatto Socrate, accettando con coraggio un suicidio ingiustamente conferito.
Nerone sulla scena
La descrizione passa ora ai giochi quinquennali, durante i quali ci viene descritto lo scrupoloso comportamento di Nerone e l’atteggiamento del pubblico.