Toponomastica al femminile questa sconosciuta
27 Gennaio 201925 aprile 2018
27 Gennaio 2019di Liliana Segre (deportata ad Auschwitz e a Ravensbruck)
alla biografia di Ondina Peteani “E’ bello vivere liberi” scritta da Anna DiGianantonio
La storia di Ondina ci mostra, dall’inizio alla fine, il ritratto di una donna che fin da giovanissima era una portatrice di ideali, indomita e coraggiosa.
Passa attraverso l’orrore del lager da vincente, per aver scelto di essere una donna libera che nessun reticolato e nessuna prigione avrebbero potuto sconfiggere.
Anzi, la prigionia era la conferma che la sua scelta era stata giusta: i vigliacchi assassini che uccidevano e torturavano donne e uomini inermi erano proprio quelli che lei voleva combattere, i nazisti.
Liberata, riprende il suo ruolo di pasionaria” conun’esperienza di vita e di morte assolutamente fuori dal comune. Per questa ragione e per la sua intelligente alacrità copre incarichi e mansioni di grande rilievo morale e pratico.
Ho letto la sua storia, anch’io per motivi diversi ho avuto la stessa esperienza di Auschwitz e di Ravensbruck.
Ho vissuto il freddo, la fame, le botte, ho visto la fiamma e il fumo e la cenere nel vento.
Ma ho vissuto tutto questo con lo stupore per il mio destino.
Ho sopportato il lavoro da schiava, le marce della morte, le morti dei miei cari non per una scelta ideale come Ondina, ma da tredicenne colpevole solo di essere nata ebrea.
Ho letto quindi la storia di Ondina con un profondo senso di fratellanza e di ammirazione per tutti coloro che, come lei, fecero una scelta di campo così coraggiosa, con la sola forza dei loro ideali.
Liliana Segre