Saggio breve o articolo di giornale
CONSEGNE
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.
Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
Se scegli la forma dell«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato.
Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.
ARGOMENTO: Le prime colonie in America
Documenti:
1) Il movimento (dei puritani), esauritosi in Inghilterra nonostante la piena libertà ottenuta con il Toleration Act (1689) lasciò tuttavia una importante eredità nel Nuovo mondo, ove si espresse nella forma congregazionalista nei primi quarant’anni di colonizzazione del New England, dal 1620 al 1640. La piccola colonia dei “padri pellegrini” della Mayflower sbarcati nel Massachusetts il 21 dicembre 1620 fu seguita dalla grande migrazione dei puritani che, sotto la guida di John Winthrop (1588-1649), vi fondarono Boston nel 1630.
(P. D’Attorre, G. Signorotto – Dizionario di Storia Moderna – casa editrice Paravia Bruno Mondadori on line)
2) L Università di Harvard, Cambridge (USA) (nome ufficiale: Harvard University), istituto per l’istruzione superiore con sede a Cambridge, in Massachusetts, è il più antico ateneo degli Stati Uniti e una delle otto prestigiose università dellEast Coast.
Nel 1636 la Great and General Court della Massachusetts Bay Colony decise di aprire un college a Cambridge. La scuola fu inaugurata due anni più tardi e nel 1639 fu intitolata al pastore inglese John Harvard, suo primo benefattore. Inizialmente il college non aveva fondi sufficienti e poteva funzionare grazie a donazioni di privati e stanziamenti della General Court. Harvard nel tempo conquistò una propria autonomia e finanziamenti di privati, e ottenne lo status di università nel 1780. Oggi è titolare del patrimonio più ricco tra tutte le università del mondo.
(da Parodos.it, magazine elettronico)
Martha’s Vineyard l’incantevole isola da cui parte l’ultimo romanzo del premio Pulitzer Geraldine Brooks, incentrato sulla figura, realmente esistita, di Caleb Cheeshahteaumuck, il primo nativo americano a laurearsi ad Harvard, nel 1665.
La narrazione, che si dipana attraverso i plausibilissimi occhi di Bethia, la figlia del pastore locale, inserisce la vicenda personale di Caleb nel contesto storico del tempo, dipinto con estrema precisione e vivacità.
Il Nuovo Mondo era ancora nuovo! E l’autrice rende in maniera molto vivida lo stupore degli “europei” dinanzi alla magnificenza della natura incontaminata americana, ma accenna anche alle difficoltà di inserimento produttivo di determinati animali o piante.
Ho trovato estasiante la traduzione del nome “wampanoag”, con cui gli aborigeni definivano se stessi: traducibile grossolanamente come “orientali”, un’analisi più meticolosa del termine rivela che il significato più preciso e poetico è “Popolo della Prima Luce”. Come si può non amare il Popolo della Prima Luce, anche se le sue usanze, secondo la Chiesa, sono dettate direttamente da Satana?
L’Isola dei Due Mondi (traduzione non fedele del titolo) fa proprio riferimento a questa doppia natura umana che vive nel territorio: gli europei e gli indiani, i civilizzati e i selvaggi, i cristiani e i figli di Satana; è bello però che la lotta per strappare all’inferno ogni singola anima indigena, mediante la conversione al cristianesimo, tenga conto della maggiore abilità agricola e venatoria e della maggior conoscenza dei territori da parte dei pellerossa.
La passione per i libri e per lo studio, nonostante la condizione di donna, della narratrice non ha potuto non conquistarmi, e così anche la nostalgia con cui parla dell’isola dove è nata e cresciuta, lasciata per andare a lavorare come sguattera a Boston, seguendo Caleb nel suo percorso di formazione.
L’amicizia sincera che lega i due protagonisti del libro, il loro fermo desiderio di emanciparsi e di vivere una vita libera, di trovare un compagno che rispetti quello che sono e non li voglia sottomettere secondo i pregiudizi dell’epoca trovano una risonante eco nei desideri che ancora oggi muovono uomini e donne.
Mi piace molto il titolo originale del libro, “La traversata di Caleb”, che può essere intesa sia come l’allontanamento fisico dall’isola nel recarsi a Boston per studiare, sia il passaggio da una cultura all’altra, dalla lingua nativa al latino, dalla religione dei padri a quella rivelata.
(da I diari di Aurin