Nella nostra vita siamo condizionati dai dispositivi. Secondo Heidegger e Foucalt tutto è dovuto ai dispositivi . Per Heidegger questo è inevitabile, come per Foucalt, anche se Foucalt aggiunge un “purtroppo”. Per Miller l’educazione è tutta imposta, ma Kant dice che dove c’è necessità non c’è libertà .
Occorre ritrovare lo spazio per una libertà . All’origine dei dispositivi c’è l’uomo, all’origine c’è un positivo. C’è sempre qualcuno che ha inventato il dispositivo, che ha posto, da qui positivo, cioè qualcosa che è posto, e per porre è necessaria la libertà . Chi non “pone”, subisce. Forse subire in alcuni casi potrebbe essere più facile, perché non implica la propria responsabilità , ma è limitante in campo educativo. Questo è infatti un campo in cui costituzionalmente si pone la libertà dell’uomo.
Se i dispositivi ci devono essere in una scuola, i cosiddetti dispositivi pedagogici, occorre comunque che siano dispositivi che non limitano la libertà .
In una scuola ci possono essere mille dispositivi (ad esempio: regole, regolamenti, programmazioni, ecc…), ma rimane sempre uno spazio per la libertà , perché l’uomo è fatto per la libertà , non per la costrizione, per l’imposizione.
In definitiva non è vero, come affermavano i comportamentisti, che una certa impostazione determina necessariamente un risultato preordinato.