Inno a Venere
27 Gennaio 2019Ad Angelo Mai
27 Gennaio 2019Le opere di Pietro Bembo (1470-1547) incuriosiscono i lettori che vi si avvicinano sotto vari aspetti, tra cui la dura condanna dello stile dantesco della Commedia da parte del cardinale veneziano nelle sue Prose della volgar lingua, (1525)
Per un approccio più semplice, potremmo iniziare con il primo libro in italiano di Bembo, Gli Asolani, pubblicato nel 1505 quando aveva 35 anni.
È un’opera in dialoghi e poesia ambientato ad Asolo, una cittadina a circa 75 chilometri a Nord Eest di Venezia
alla corte di Caterina Cornaro. Mentre Caterina, la Regina di Cipro, era un personaggio reale, le tre giovani
nobildonne e i tre giovani nobili che si uniscono nella conversazioni possono o meno essere basati su
persone specifiche, ma con i nomi cambiati.
Il narratore afferma che i partecipanti gli hanno chiesto di non rivelare il loro effettivo nomi, se non altro “per torre alle vanne et sciocche menti de volgari occasione di pensare cosa in parte alcuna meno che convenevole alla loro
onestissima et interissima vita”
Perottino introduce la discussione con le sue opinioni sull’amarezza causata dall’amore, allora Gismondo interviene, difendendo le gioie dell’amore, e infine Lavinello si rivolgerà con critiche a entrambe le parti.
Pietro Bembo, amante, linguista, cardinale, sfodera in questa opera giovanile il lessico letterario erotico.