Verbi della terza coniugazione
27 Gennaio 2019Maurizio Zini
27 Gennaio 2019Parafrasi e commento delle rime di Dante
di Carlo Zacco
Tanto Gentile
Parafrasi di Contini
Tanto |
pare |
gentile |
e tanto onesta |
la donna mia |
quandella altrui saluta |
A tal punto |
è evidente |
la nobiltà |
e il decoro |
di colei che mi è signora |
nel suo salutare gli altri |
chogne lingua |
deven tremando muta |
e gli occhi |
non lardiscon |
di guardare. |
Ella procede |
che ogni lingua |
trema tanto da ammutolire |
e gli occhi |
non osano |
guardarla. |
Ella si va, |
sentendosi |
laudare, |
benignamente dumiltà vestuta, |
e par |
mentre sente |
le parole di loda, |
esternamente atteggiata alla sua interna benevolenza |
e si fa evidente |
che sia una cosa venuta |
da cielo in terra |
a miracol mostrare. |
la sua natura di essere venuto |
di cielo in terra |
per rappresentare in concreto la potenza divina. |
Mostrasi |
a chi la mira |
sé piacente |
che dà per gli occhi |
Questa rappresentazione è, |
per chi la contempla, |
così carica di bellezza |
che per il canale degli occhi |
al cuore |
una dolcezza |
che ‘ntender |
non la può chi no la prova: |
e par che de la sua labbia |
entra in cuore |
una dolcezza |
conoscibile |
solo per diretta esperienza. |
e dalla sua fisionomia |
si mova |
un spirito soave |
che va dicendo a l’anima: sospira. |
muove, |
una soave ispirazione amorosa |
che non fa se non suggerire all’anima di sospirare. |
Termini tecnici. Molte parole apparentemente semplici sono in realtà termini tecnici:
– Gentile: nobile;
– Onesta: latinismo, sinonimo di gentile ma nel senso di «decoro esterno»;
– Pare: non «sembra» né solo «appare» ma «appare evidente»; è la parola chiave del componimento: occorre nella I, II e IV strofa, e nella terza è sostituita dal sinonimo mostrasi.
– Donna: con significato primario di «padrona (del cuore)»;
– Cosa: non indica «ciò che sta sotto la persona a livello ontologico», ma più in generale «un essere in quanto causa di sensazioni e impressioni»;
– Labbia: fisionomia.
Apparizione fuori dal tempo. Il termine pare si collega anche a quelli di apparizione(apparire, che si riferiscono al manifestarsi della divinità. Il suo significato è quindi opposto a quello di sembra. L’apparizione della donna è una visione estatica. Il carattere sovrannaturale della visione fa sì che l’oggetto della rappresentazione non sia un’immagine visiva, con uno sfondo, e una figura fatta di volumi, colori, chiaroscuri. Alcuni elementi accentuano una visione di questo tipo :
1) Lentezza dei versi. Questo senso di contemplazione estatica è espresso stilisticamente anche dal ritmo lento dei versi: la lentezza è data non dalle pause, ma dal grande numero di accenti ritmici in ogni verso.
2) I Verbi. Tantissimi: sono ben 22, e compaiono in 11 parole-rima su 14. Ora, il verbo esprime l’azione, e questo dovrebbe teoricamente contrastare con il senso di contemplazione estatica di cui si sta parlando. Ma nonostante il gran numero, l’effetto è del tutto opposto.
Tipologia. La tipologia dei verbi usati rafforza questo senso di visione estatica:
– Presente. Non a caso i verbi sono tutti al presente: pare, saluta, deven, si va, mostrasi, mira, dà, ecc: non è un presente puntuale, ma un presente abituale, o meglio: atemporale, che non coglie un momento puntuale del comportamento della donna, ma ogni suo comportamento, ogni sua manifestazione terrena.
– Infinito. Gli altri verbi sono all’infinito, e producono lo stesso effetto: guardare, laudare, mostrare, in posizione forte a fine verso, e in rima con pare;
Funzione. Anche la funzione di questi verbi la anziché conferire dinamicità al componimento, rafforza il senso non di una realtà fisica, ma astratta, densa di significati metafisici:
a) i verbi di movimento sono usati in senso figurato: si va;
b) o metaforico: venuta da cielo in terra, della sua labbia si mova;
c) gli altri hanno un senso spirituale: pare, saluta, vestuta, mostrare, sospira;
d) oppure indicano un arresto di moto: deven tremando muta, no lardiscon di guardare;
3) Sostantivi. Donna, lingua, occhi, umiltà, cosa, cielo, terra, miracol, dolcezza, core, labbia, spirito, amore, anima: nessuno evoca una realtà concreta. E quelli concreti, lingua, occhi, cielo, terra, sono usati metaforicamente o per indicare realtà spirituali.
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[…] sul sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare” di Dante di […]