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27 Gennaio 2019Nomi dei composti inorganici
27 Gennaio 2019
Dal Pliocene, 5-2 milioni di anni fa, quando il mare lambiva i rilievi alpini ed appenninici, al Wurm, 75.000 – 10.000 anni fa, ultimo periodo glaciale, si venne formando la pianura Padana.
La linea di costa sullAdriatico si stabilizzò solo 5-6000 anni fa ed è da quel periodo che possiamo seguire con buona approssimazione il processo evolutivo della foce del Po.
Ø Età del Bronzo (5000 anni fa)
Il Po si biforcava nei pressi di Guastalla, nella bassa pianura reggiana, dando vita a due rami: il Po di Adria a nord e il Po di Spina a sud.
Ø VIII Sec. a.C.
Una grande alluvione all’altezza di Sermide causò la decadenza del Po di Adria: il nuovo corso passava per Calto e Stellata e si ricongiungeva al Po di Spina.
Ø Epoca Etrusca (VI-V Sec. a.C.)
La grande attività del Po di Spina portò alla creazione, oltre Ferrara, di due rami: l’Olana (poi Volano) e il Padoa (da cui deriva il nome Po), noto nell’antichità anche come Eridano.
L’Olana, che possedeva una diramazione detta “Gaurus” (da cui deriva il nome Goro), sfociava nei pressi di Mesola.
Ø Epoca Romana
L’apparato deltizio si sviluppava a sud di Comacchio mentre Adria si trovava in un golfo.
Ø VI-VII Secolo d.C.
Estinzione del Po di Spina. Si ampliarono le paludi intorno a Comacchio e si rafforzarono il Po di Volano a nord ed il Po di Primaro a sud. Sul punto in cui si biforcavano sorse la città di Ferrara.
Ø Anno Mille
Attorno al Po di Volano le bonifiche realizzate dai Benedettini di Pomposa e l’abbassamento dei suoli causato dalla subsidenza, cui seguì una copiosa penetrazione di acque salmastre nelle paludi padane, mutarono ancora l’aspetto del territorio. Nell’Alto Medioevo il Po passava a Sud di Ferrara e Mesola era un’isola sul mare.
Ø 1152
Una piena storica causò la rotta di Ficarolo.Il corso del fiume si raddrizzò dirigendosi più a nord.Nei secoli successivi il Delta andò via via estendendosi in quella direzione.
I rami verso Nord-Est si ingrossarono riducendo l’afflusso delle acque verso il Po di Primaro e di Volano. Nonostante l’intervento degli Estensi che deviarono il Reno nel letto del vecchio Po, fu inevitabile il progressivo interramento del Po di Ferrara.
Ø 1598
Muore Alfonso II, ultimo duca degli Estensi e i territori del Ducato di Ferrara passano allo Stato Pontificio. Nel frattempo il Delta avanzava verso nord con rami di Tramontana, di Levante e di Scirocco.Il Po di Tramontana, in particolare, cominciò con i suoi sedimenti ad alzare i fondali della laguna verso Chioggia.
Ø 1600-1604
Per timore che l’espansione a Nord-Est del Delta andasse ad interrare la laguna di Venezia, agli inizi del 1600 il Po fu deviato a sud verso la Sacca di Goro con un canale artificiale che è il suo letto attuale. Questo intervento detto “Taglio di Porto Viro”, determinò l’inizio della formazione del Delta moderno
Il vecchio letto divenne un canale navigabile, il Canal Bianco-Po di Levante. Se prima del 1600 il Delta si espandeva di circa 53 ettari l’anno, dal 1604 al 1840 si passò a 135 ettari l’anno
XIX secolo
L’espansione verso est del Po e delle sue diramazioni causò il riempimento della Sacca di Goro dando origine al Comune di Porto Tolle, allungando l’isola di Ariano e formando la Sacca di Scardovari.
Ø L’Unità d’Italia
Cominciarono le grandi opere di bonifica.
Queste ebbero come naturale conseguenza la costipazione del suolo, costringendo ad un proporzionale innalzamento degli argini
Ø Gli anni ’40
La scoperta di riserve di metano (acque metanifere) e le successive estrazioni, comportarono un abbassamento del suolo fino ad oltre 3,5 metri sotto il livello del mare. L’acqua, che veniva estratta dai primi 250/300 m di sedimenti non consolidati, raggiungendo la superficie, liberava Gas Metano a bassa pressione.L’estrazione di quest’acqua, insieme all’estrazione di acqua dolce per usi domestici ed industriali negli anni della ricostruzione contribuì ad amplificare la subsidenza del Delta e molti terreni già bonificati tornarono ad allagarsi.
Ø 1951
Il Po a valle di Ferrara, imbrigliato negli anni in arginature sempre più alte, aveva accelerato il suo corso rendendo le piene sempre più intense. Il massimo storico venne toccato il 14 novembre 1951: gli argini cedettero ad Occhiobello, allagando tutto il Polesine.
Ø 1988: Nasce il parco
Il Parco Regionale del Delta del Po è sorto nel 1988 per tutelare e valorizzare uno degli ambienti naturali più ricchi ed interessanti di tutto il territorio nazionale. Esso comprende la parte meridionale dell’attuale Delta padano, il delta storico”, nonché un’ampia porzione di zone umide collocate più a sud, di grande pregio dal punto di vista naturalistico.
Si estende per oltre 60 km, dal ramo deltizio più antico, il Po di Goro a Nord, alle Saline di Cervia a Sud, lungo la Costa Adriatica delle province di Ferrara e Ravenna. Il territorio del Delta, che costituisce il più vasto complesso di zone umide esistenti in Italia, è riconosciuto a livello internazionale quale punto strategico nel flusso delle migrazioni di moltissime specie di uccelli europei e quale sito fondamentale per la riproduzione di altre specie. Ogni anno ospita oltre 55.000 uccelli svernanti e oltre 35.000 nidificanti. Quasi tutta l’area è citata nella Convenzione di Ramsar, un accordo internazionale sulla tutela degli ambienti umidi. Inoltre alcune zone sono riconosciute Zone di Protezione Speciale” (ZPS) ed altre sono classificate come Siti di Importanza Comunitaria” (SIC) secondo le Direttive Habitat e Uccelli Selvatici emanate dalla Comunità Europea. Non si tratta di un parco delimitato, inteso come un luogo chiuso, con un ingresso ed un’uscita, bensì è un insieme di ambienti, naturali e antropizzati, un territorio definito nel corso dei secoli dal lavoro dell’uomo e dalla forza della natura, in cui coesistono le attività umane e i suoi manufatti e le modificazioni spontanee dell’ambiente.Qui le testimonianze naturalistiche si alternano a quelle dell’uomo: accanto alle oasi protette, ai boschi ed alla costa, si trovano i centri urbani e le opere architettoniche.
Ø 2000
Attualmente il Delta del Po è completamente al di sotto del livello del mare, fatta eccezione per argini, scanni e dune fossili. La gestione delle acque è sotto il controllo del Consorzio di Bonifica Delta Po-Adige che gestisce un importante sistema idraulico di drenaggio con idrovore di 6000-7000 kw di potenza in grado di sollevare un miliardo di metri cubi d’acqua l’anno immettendola nei canali di scolo.
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