Tracce di temi per la Tipologia D: tema di attualità
27 Gennaio 2019Sara Renda
27 Gennaio 2019DOCENTE: Gennaro Puritano
CLASSE: V psico-pedagogico
Introduzione
Scopo di questa unità didattica è quello di inquadrare in termini generali una delle figure più rilevanti delle tre religioni abramitiche attraverso un metodo comparativo. Vedremo come la figura di Mosé occupi una porzione rilevante delle Scritture ebraico-cristiane di cui il Corano stesso ne offre una visione ampia. Parimenti si analizzerà, col supporto di testi critici, il testo freudiano: << L uomo Mosé e la religione monoteistica>> evidenziandone le tesi principali.
Affiancati dal docente, i discenti dovranno adoperare i testi sacri delle rispettive religioni monoteiste, nonché acquisire una dimestichezza d uso nei riguardi dei suddetti testi e dell atlante biblico.
UD.: ‘Mosé nelle tre religioni mediterranee e in Freud
Obiettivi formativi (cognitivi e abilità)
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– Conoscere la figura e l’opera di Mosé; – conoscere il pensiero freudiano; – conoscere le idee fondamentali delle tre religioni monoteiste; – saper ricercare sui testi sacri delle tre religioni monoteiste; – acquisire adeguata pratica di ricerca metodologica; – sviluppare senso critico e creatività; |
Contenuti:
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1.- Mosé nelle tre religioni mediterranee (o monoteistiche o abramitiche o profetiche) 2.- testi freudiani: L’uomo Mosé e la religione monoteistica (1939) 3.- Jan Assman, Mosé legizio, Adelphi, Milano 2000
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Metodologie
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– Ricerca circolare interdisciplinare, individuale e collettiva; – contestualizzazione; – letture testuali; – spiegazioni; – dialoghi; – ascolto e visione filmati; – elaborazione mappe concettuali;
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Mezzi e strumenti
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Testi di vario tipo: a) freudiani (L’uomo Mosé e la religione monoteistica (1939), b) di critica (Jan Assman, Mosé legizio, Adelphi, Milano 2000), c) manuali, d) riviste; cartine geografiche; lavagne (luminosa, bianca, scura); supporti audiovisivi; internet;
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Verifiche e valutazione
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– Somministrazione prove strutturate e semistrutturate; – colloqui in classe; – elaborazione mappe concettuali;
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Tempi
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Si prevedono verifiche somministrate in itinere: all’inizio del percorso (per i pre-requisiti), durante il percorso (verifiche intermedie) e verifiche finali. |
1.- Mosé nelle tre religioni mediterranee (o monoteistiche o abramitiche o profetiche)
La Bibbia ebraica (Tanak) |
La Bibbia cristiana |
Il Corano |
La figura di Mosé compare solo nella Torah(Pentateuco). La Torah è la legge di Dio portata dal profeta al popolo di Israele. La Torah non è soltanto legge, ma è la Dottrina scritta” ( per distinguerla dalla successiva Dottrina orale”). Nell’Ebraismo Mosé ha un ruolo preminente come portatore della legge e come condottiero del popolo d Israele affrancato dalla schiavitù dell Egitto. Martin Buber vede l importanza di questa figura soprattutto nella sua teopolitica”, cioè l immediato conforto della sovranità divina elargito in, e su, una comunità che nell alleanza stipulata con Dio diventa un popolo. |
Mosé, ma anche le altre figure de Vecchio testamento, è visto come colui che prepara la via all Avvento del Messia. In particolare Mosé simboleggia la Legge che è funzionale all Avvento di Cristo: <<Infatti, la legge fu data per mezzo di Mosé; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo>>(Giovanni 1, 17) La figura di Mosé appare ancora nella trasfigurazione di Cristo( Mt. 17,3; Mc. 9,3; Lc. 9,30) |
Mosé nel Corano è uno dei profeti più a lungo trattati. Ma la conoscenza del profeta, nella tradizione islamica, attinge anche su altre fonti oltre al Corano. Vi si trovano dei passi in cui Mosé è considerato, per certi versi, una figura parallela al profeta Maometto, che lo preconizza e lo anticipa: <<Coloro che seguiranno il Mio messaggero, il Profeta dei Gentili che essi troveranno annunciato presso di loro nella Torah e nellEvangelo che ordinerà loro azioni lodevoli e le biasimevoli riproverà, che dichiarerà lecite le cose buone e illecite le immonde e li allevierà dei legami e delle catene che pesano su di loro, e coloro che crederanno in Lui, che lo onoreranno,che lo assisteranno e che seguiranno la Luce scesa con lui dal cielo: quelli saranno i fortunati>>.( Cor. 7:157) Anche se minime, esistono divergenze (dovute a dettagli) rispetto alla tradizione biblica ebraico-cristiana circa la figura di Mosé. |
2.- Il testo di Freud:
L’uomo Mosé e la religione monoteistica (1939)
Contenuti essenziali:
L’Uomo Mosé fu l’ultima opera di Freud. Questi, avvalendosi di alcuni lavori sia di egittologi e sia di altri autorevoli studiosi come Gressmann, Meyer, Volz e Ernst Sellin, riconduce Mosé alle sue (presunte) origini egizie, non ebraiche. Il fondatore della psicanalisi, altresì, ritiene Mosé non soltanto il liberatore del suo popolo dall’Egitto, ma anche il creatore del popolo ebraico dal quale fu poi ucciso. Perché Freud presenta una tesi così inverosimile ed estrema? La risposta a questa domanda sarà oggetto di discussione in classe attraverso il sussidio di apparati di critica testuale.
3.- Critica testuale:
Jan Assman, Mosé legizio(1997), Adelphi,Milano 2000
Ipotesi di Assman:
Freud voleva scoprire le radici dell antisemitismo. E’ singolare che si sia chiesto non perché i pagani, i cristiani o i Tedeschi odiassero gli Ebrei, ma perché l’ebreo è diventato quello che è, e perché si è attirato << su di sé un odio tanto implacabile>>. Freud faceva risalire questo <<odio implacabile>> al monoteismo e al sentimento di superiorità a esso associato. <<Quando uno è il dichiarato beniamino di un padre temuto, non ci si deve meravigliare della gelosia dei fratelli, e dove questa gelosia possa condurre lo mostra molto bene la leggenda ebraica di Giuseppe e dei suoi fratelli>>.[79] L odio per gli Ebrei, vale a dire per i monoteisti, è la vendetta di coloro che sono stati relegati ai margini della distinzione mosaica. A questo proposito Freud con grande perspicacia rimanda addirittura al mito dei lebbrosi, che interpreta come proiezione: << Si tengono lontani da noi, come se fossimo lebbrosi>>.[80] Non è l ebreo, ma il monoteismo ad attirare su di sé questo odio implacabile. Facendo di Mosé un egizio, Freud poteva trasferire dagli Ebrei all Egitto la distinzione che relegava ai margini, la fonte dell intolleranza e della negazione, compreso il suo segno distintivo esteriore, il segno dell elezione, vale a dire la circoncisione.
La rivoluzione di Ekhnaton costituì per Freud una breccia verso un illuministica volontà di rischiarare le menti e nel contempo un progresso della spiritualità, proprio come avvenne, nel caso degli immaginati misteri egizi, con i predecessori di Freud nel XVIII secolo. Ma, a differenza di quanto si verificò con i sapienti dei misteri, questa illuminazione ebbe luogo in modo violento e intollerante. Freud presenta Ekhnaton sia come un illuminista, sia come un despota intollerante che impone al popolo il suo monoteismo universalistico mediante la violenza e la persecuzione. Egli concentra tutta la violenza del monoteismo biblico in quanto controreligione nella religione di Aton e nei suoi annunziatori, Ekhnaton e Mosé l egizio. Freud ha pienamente ragione quando mette in evidenza il fatto che in Egitto ci troviamo di fronte alla prima controreligione monoteistica che la storia dell umanità abbia mai conosciuto. Qui per la prima volta venne operata quella distinzione che attirò su di sé l odio di quanti erano stati relegati ai margini. Da allora questo odio è nel mondo e può essere vinto soltanto risalendo alle sue origini. (pp. 250-51)
[79] L’uomo Mosé, cit., p. 118.
[80] Ibid., p.. 117, nota 1.